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Babilonia

La Divina Commedia denuncia l’Apostasia Romana

“Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.”
La Divina Commedia di Dante, Il più importante testo letterario della civiltà Italiana, il fondamento storico della stessa lingua italiana che utilizziamo, inizia dichiarando il suo smarrimento della retta via e la sua deviazione.
E pare che non lo comunichi soltanto in senso individuale, poiché ci tiene a parlare di una vita “nostra”, e richiama un livello sociale e collettivo di perversione storica, che si percepisce chiaramente seguendo la narrazione del testo. Basterebbe dire che si tratta dell’opera più ferocemente anti-Vaticana mai concepita dall’uomo, che seppellisce tra le torture dell’inferno quasi tutti i papi, ne contesta l’autorità e sferza violentemente la loro depravazione con tono profondamente profetico. Parla dello smarrimento di un’intera civiltà, e nessuno che lo insegni mai con limpidezza intellettuale e onesta applicazione al mondo contemporaneo.
I commentari liceali della Divina Commedia sono concepiti per rendere il suo insegnamento insopportabile, come quello di una favola erudita piena di nozioni ma priva di verità, ed astrarlo il più possibile dalle problematiche della vita reale. Nel caso di questo verso, sono più impegnati a meditare sul suo significato anagrafico (il mezzo della nostra vita media, 35 anni) che quello profondamente spirituale, e profondamente vero, che denuncia tutta la civiltà italiana, chiesa e stato, come storicamente “deviata”.
E quel “Nel mezzo” fa anche inevitabilmente pensare, in senso storico più ampio, che Dante viene nel Medio-Evo, in quell’epoca della storia che è considerata il “medio” tra due epoche, la prima delle quali scandita dalla venuta di Cristo, e la seconda (l’epoca moderna) da un evento di importanza evidentemente parallela. Come vedremo, Dante lo identificherà nella venuta di una figura messianica di liberazione politica, il “Veltro”, che non è altro che il Cristo nella Sua Seconda Venuta, e che avrebbe storicamente corretto la deviazione romana.
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Haile Selassie I - Testimonianze

Università di Montreal, Canada – 1954

Olivier Maurault, Rettore dell’Università di Montreal, Canada.
Montreal, 4 Giugno 1954
Vostra Maestà,
la Vostra visita è un grande onore per noi. Diamo il benvenuto e salutiamo la Vostra maestà con sincera gioia.
Stiamo rendendo omaggio al supremo governante che regna sul più antico trono della Cristianità, al capo dell’Etiopia millenaria, il figlio dell’illustre padre, il coraggioso e saggio Principe Imperiale ras Makonnen, il più eccezionale statista del rigenerato regno di Menelik e Saba.
Il vostro regno, più grande della Francia, enorme blocco di montagne d’alta altitudine che emerge dai bassipiani tropicali tra il Nilo e il Mar Rosso, immenso altopiano tagliato da bruschi canyon in cui spesso scorrono fiumi torrenziali, il vostro regno è stato chiamato il bastione dell’Africa. A nord c’è Aksum, la vostra città sacra, che esisteva già mille anni prima di Cristo; a sud c’è Harar, la vostra città natale; al centro Addis Abeba, la vostra capitale. Essendo uno dei paesi più pittoreschi del mondo, l’Etiopia possiede questa caratteristica unica: è un regno Cristiano che esisteva al tempo dell’imperatore Romano Costantino, ‘un’enclave di Cristianità, isolata e preservata, in mezzo all’Islam’. Le conquiste islamiche hanno inondato le terre Mediterranee 13 secoli fa. Hanno immerso l’Egitto, la Siria, la Tripolitania, il Maghreb, la costa orientale dell’Africa, fino a Zanzibar. Questa ondata, irresistibile per altri paesi, non ha potuto conquistare l’Etiopia. Voi siete il governante di questo paese.
Stiamo salutando in voi, Maestà, l’uomo di pace e legge. Persino da giovane, vi fu dato il governo di una provincia distante e difficile. L’avete governata con sapienza. Più tardi, la Provvidenza volle affidarvi responsabilità maggiori: vorrei menzionare qui la Reggenza del regno, di cui vi siete assunto il compito dal 1916. Avete portato questo carico con coraggio inflessibile, con umiltà e carità. Nei giorni infelici di commozione interna che seguirono la morte del vostro famoso predecessore, l’Imperatore Menelik II, voi supportaste la causa della Santa Croce, come in passato il grande imperatore Romano Costantino, e come lui, spesso posto da solo contro potenze più forti, avete vinto. Ma, meglio di lui, nel tempo del vostro trionfo, siete rimasto giusto e misericordioso verso i vostri nemici. Ne seguì un difficile periodo di transizione che avete padroneggiato con abilità. Al tempo del vostro accesso al trono di Salomone e dei vostri avi, nel 1930, una nuova epoca iniziò per il vostro Impero. L’adattamento dello Stato alle moderne correnti fu incoraggiato da Vostra Maestà; voi lo faceste ammettere alla Società delle Nazioni nel 1923, voi gli deste un Parlamento. Poco dopo questo successo, fu volontà di Dio Onnipotente mettere alla prova voi e il vostro popolo con la piaga della guerra, dell’invasione e dell’esilio.
Al vostro ritorno nella vostra capitale alla testa di un esercito, nel 1941, vi siete affermato, senza amarezza e evitando la vendetta, come capo dell’Etiopia. In ogni materia, grande o piccola, il vostro paese ha ricevuto la vostra guida e il vostro incoraggiamento.
Le grandi menti spesso si rivelano nelle piccole cose. Come posso dimenticare che Vostra Maestà, non molto tempo fa, ha onorato la nostra Università con un prezioso dono di libri Etiopi ? Nel mezzo dei problemi di Stato avete trovato tempo e modo per spargere la mostra munificenza verso il nostro centro culturale, così distante e così nuovo per voi.
Nella vita di un uomo ci sono poche cose più felici del rievocare le disavventure passate. Diciotto anni fa, eroe di una causa che sembrava persa, avete parlato dinanzi ad un’assemblea internazionale, indifferente, sgradevole, ostile, e vi siete appellati al giudizio di Dio e della storia.
Noi tutti temiamo il Dio della Giustizia, ma la storia, la grande custode della volontà di Dio sulla terra, vi ha reso giustizia: avete sopportato la durezza con pazienza e il vostro trionfo fu una vittoria dell’uomo franco che ha portato avanti il combattimento del Signore.
Signori: la comunità delle idee non conosce confini o divisioni. Il trionfo di uno è il trionfo di tutti. Nel riconoscimento di ciò, ho l’onore di conferire la laurea di Dottore dell’Università di Montreal a Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I, Eletto di Dio, Leone Conquistatore della Tribù di Giuda.”
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Babilonia

Inculcare i Principii

E’ difficile da credere, che tra milioni di possibilità espressive e radici linguistiche abbiano scelto proprio questa parola per indicare il modo più tecnico ed efficace per istruire il prossimo.
Centinaia di volte abbiamo udito questa parola associata al lavoro educativo sui bambini: “Dobbiamo inculcare ai nostri figli i principii…“. La loro educazione è un lavaggio del cervello violento e indegno come una sodomizzazione, e la sodomia dei loro preti, a cui furono affidati i figli della nazione per l’educazione spirituale, si riflette sul linguaggio come fondamento diseducativo dell’intera società.
Sono i frutti inevitabili di una civiltà falsa e artificiale che ha tradito ogni tradizione. “Se il Signore degli eserciti non ci avesse lasciato una discendenza, saremmo divenuti come Sòdoma e resi simili a Gomorra.” (Romani 9,29)
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Bob Marley

Rifiutare la loro Educazione Coloniale

INTERVISTATORE: “Chi ti ha influenzato ?”

MARLEY: “Beh, penso che le mie influenze maggiori vengano da Marcus Garvey e Haile Selassie.”

INTERVISTATORE: “Per quello che hai ascoltato riguardo a Garvey quando eri ragazzo o per quello che hai imparato adesso che sei cresciuto, o cosa ?”

MARLEY: “Per quello che ascoltiamo, quello che leggiamo, e quello che sappiamo di lui adesso.”

INTERVISTATORE: “Hai imparato riguardo a Garvey a scuola?”

MARLEY: “No, no. Vedi che non lo insegnano… è l’educazione che non acquisiamo a scuola. Non acquisiamo quel tipo di educazione per cui quando cresciamo sappiamo chi è. Acquisiamo educazione per poter conoscere chi sia Cristoforo Colombo, o chi sia Marco Polo, sai ? Ma non abbiamo mai saputo davvero chi fosse Marcus Garvey o Haile Selassie o qualsiasi uomo nero.”

Intervista con Gil Noble, New York 1980

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Haile Selassie I - Insegnamenti

Il Messaggio del Re per la Comunità Afro-Americana – 1963

“Non potremmo mai dimenticare l’aiuto che l’Etiopia ha ricevuto da parte dei Neri Americani durante la terribile crisi del 1935.
I Neri Americani hanno mostrato grande solidarietà per la nostra causa e ci hanno teso una mano di fratellanza. Quella fu la nostra grande ora di bisogno. Mi commosse sapere che gli Americani di discendenza Africana non abbandonavano i loro fratelli in battaglia, ma stavano dalla nostra parte. I legami che legano gli Etiopi ai Neri Americani sono storici e forti. Spero che questi legami persistano e siano rafforzati per il nostro vantaggio reciproco.
Seguiamo con il più grande interesse la lotta del popolo di colore degli Stati Uniti per conseguire uguali diritti e dignità umana, e continueremo a seguire il progresso di questa lotta con intensa pena e intenso piacere.
Pena perché il popolo di colore in America fa esperienza di disuguaglianza e persecuzione; piacere a motivo degli sforzi che adesso vengono compiuti negli Stati Uniti dai Neri stessi e dal governo per restaurare la libertà, i diritti e i privilegi della gente di colore, a cui sono stati così a lungo negati. Speriamo – e continueremo a lavorare per questo – nella veloce e soddisfacente soluzione del problema razziale negli Stati Uniti. Vogliamo che i nostri fratelli di colore in America sappiano che siamo con loro nella loro grande lotta per la giustizia.
Noi in Africa desideriamo il successo di questa lotta. Riaffermo personalmente la nostra basilare unità di proposito. Quello che noi Africani e gli Americani di colore cercano è identico. Entrambi desideriamo dignità e libertà e una fine all’oppressione e discriminazione basata sul colore.
La discriminazione viola i diritti umani fondamentali, viola le leggi di Dio e anche le leggi dell’uomo. Non posso enfatizzare troppo fortemente l’importanza che questo problema della discriminazione razziale ha nella mia mente. Io credo che sia i paesi dell’Ovest che i paesi dell’Est dovranno collaborare per rimuovere questo problema che è il flagello del genere umano.
Sono compiaciuto di notare che il Presidente Kennedy e il suo governo stanno facendo grandi sforzi per risolvere il problema razziale.
Vorremmo vedere più Americani di colore venire in Etiopia per lavorare ed aiutare il nostro popolo a sviluppare il nostro paese e migliorare gli standard di vita della nostra popolazione. Essi possono rendere una valida assistenza. Le nostre porte sono aperte. Sfortunatamente, pochi Afroamericani sono venuti sino ad ora, ma saranno calorosamente accolti.”
– Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I –
Intervista per la Rivista Statunitense Ebony
Dicembre 1963
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Haile Selassie I - Testimonianze

“Ebony” – Rivista Statunitense della Comunità Afro-Americana – 1963

Allan Morrison, Giornalista di “Ebony”, Rivista Statunitense della Comunità Afroamericana
Chicago, Usa
Dicembre 1963
L’Imperatore Haile Selassie è anche chiamato Re dei Re, Leone Conquistatore di Giuda, Eletto di Dio e Difensore della Fede. Un giornalista che ha incontrato l’Imperatore in Africa una volta osservò: ‘Quando volge quegli occhi su di te, hai una sensazione divertente come se ti stessi squagliando.’
(…)
‘Se esiste qualcosa come <<un’aria regale>>, l’Imperatore ce l’ha’, osservò un importante ufficiale del Dipartimento di Stato Statunitense, che accompagnò il monarca di un metro e sessanta nella sua visita di otto giorni negli USA.
(…)
In un fresco mattino d’Ottobre, l’Imperatore Haile Selassie ha compiuto in parte la profezia biblica che l’Etiopia avrebbe un giorno ‘steso le sue mani’. In quell’occasione, il piccolo uomo che per una sola drammatica ora nel 1936 divenne la coscienza del mondo, ha teso la mano della fratellanza a 20 milioni di Americani di discendenza Africana, incitandoli ad avere fede nel loro futuro come uomini liberi, e ad andare avanti con la loro corrente lotta per la libertà fino alla vittoria. Egli ha anche incitato i Neri Americani a riconoscere il loro coinvolgimento nella lotta dell’Africa contro il colonialismo.
La visita di stato di otto giorni dell’Imperatore (la sua seconda) agli Stati Uniti ha risvegliato immagini che ancora persistono dopo 27 anni, immagini di un monarca barbuto in groppa ad uno stallone bianco, alla guida di Etiopi scalzi contro l’esercito Italiano invasore. Lance Etiopi che duellano contro mitragliatrici Italiane. Pietre che sfidano il bombardamento aereo. Ardente patriottismo contro gas venefici. E l’Imperatore Haile Selassie che si appella alla Società delle Nazioni per aiuto, e che predice accuratamente che la caduta dell’Etiopia avrebbe fatto risuonare la campana della morte della Società.
Questo fu il mio secondo incontro con il leggendario Re dei Re. Il primo confronto ebbe luogo nel 1961 nello studio riccamente ornato del suo palazzo dorato ad Addis Ababa.
(…)
Il mio secondo incontro fu più breve. L’Imperatore Haile Selassie mostrò una rimarchevole compostezza sotto le domande a raffica, ed era pronto a continuare l’intervista a tempo indeterminato se i suoi impegni l’avessero permesso. Si scusò per la chiusura dell’intervista, spiegando che la città di New York aveva organizzato una parata per dargli il benvenuto, e doveva esserci. (…)
“L’Imperatore Haile Selassie è il 225° capo del più vecchio stato indipendente del mondo, una nazione di 3000 anni che, come è stato osservato, ‘è emersa quando l’Inghilterra e la Francia non erano state concepite, e gli Stati Uniti erano inconcepibili’. Ma mentre contempla l’esteso passato della sua nazione, il monarca di 72 anni non perde di vista il presente.”
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I&I Rasta

La Cura delle Nazioni

“L’Erba è la cura della nazione. Nella Rivelazione, si mostra che le foglie sono date per la cura della nazione. Si trova nel mezzo della vigna, in mezzo a Zion. E’ chiamata Albero della Vita. E i Rastafariani analizzano questo Albero della Vita come l’Erba, perché ha così tante qualità. E’ il re delle piante. Ha tutte le qualità che ogni pianta possiede, e ha le qualità che nessun’altra pianta possiede.”
Ancient Ras Bunny Wailer, Intervista con Roger Steffens, 1994
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Poesia Spirituale

La Sua Dignità è Inviolabile

“In virtù del Suo sangue imperiale, così come per l’unzione che Egli ha ricevuto, la persona dell’Imperatore è sacra, la Sua dignità è inviolabile e i Suoi poteri indisputabili. Egli ha conseguentemente pieno diritto a tutti gli onori a Lui dovuti in accordo con la tradizione e la presente Costituzione. Chiunque sia così sfacciato da cercare di ingiuriare l’Imperatore sarà punito”.
Art. 4 della Costituzione Etiopica Imperiale
Viene
col sangue
di Davide
come Spirito
Incarnato
il saluto
di Gabriele
selam le
ki, alla Madre
il Cristo
è l’unto
del Padre
la colomba
della pace
ancora
a librare
sulle tempie
dell’amato
come corona
si riempie
come olio
che scende
dall’alto
eccolo
l’uomo
perfetto
senza errore
di peccato
“ascoltateLo”,
riflette
sul Tabor
la condizione
del Signore
già santo
il suo corpo
è sacro
carne in stato
separato
nel regno
risuscitato
“non mi toccare”
ha acquisito
libertà pasquale
non si può violare
sono finiti
i tempi
dell’agnello
flagellato
dalla legione,
come rifiuto
imbrattato
dagli sputi
se cerchi
di sporcare
le tue viscere
saranno denudate
la propaganda
è punita
nell’Armaghideon
da piaghe
storiche
e sonore,
il giusto
è forte
in questo eone
provano
a rimuovere
la base
e si rompono
le vanghe
crescono
i Suoi figli
e si cambiano
le acque
pare che il tempo
faccia
da padrone
che ci sia
un’unica direzione
chi disputerà
con Dio
il trono
della Sua creazione ?
Solo lo sfacciato
vanamente
osa ingiuriare
guardare
con collo indurito
ed è vano negare
l’onore
il Primo
in posizione
lo è anche nel nome
e nel merito
della scala sociale
per titoli
onorificenze
e lauree
ad honorem
gerarchia
militare
storia personale
autorità morale
eleganza
fisica apparenza
del suo potere
nobile
e mentale,
la tradizione
delle profezie
e il presente
d’innovazione
insieme
a tributare
è stato chiamato
per autorità
ecclesiale
Re su ogni re
che stava nei lombi
o nell’Ade
delle memorie,
è anche l’Ultimo
mai più
sentirai
di un altro tale
così esaltato
nelle cronache
del giornale
o nelle teche
delle glorie.
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I&I Rasta

L’Olocausto Dimenticato

INTERVISTATORE: “Avevo capito che stavi pianificando di fare un tour in Israele alla fine di Ottobre (’83). Cosa è successo a quel tour ?”
TOSH: “Non ero io che progettavo di fare il tour, hanno provato a farmi andare in Israele per fare un tour o per fare un paio di spettacoli là, ma la mia integrità non mi porterà lì, perché io sono per uguali diritti e giustizia al massimo grado. Ci sono molti posti in cui sono stato in cui non sarei dovuto stare, ma è così che va il sistema (shit-stem). Jah dice che devi trarre il tuo pane dai luoghi desolati, così Israele ha stretti contatti con il Sud Africa, e Israele, secondo la dispensazione di questo tempo, è la continuazione dell’apartheid e dell’ingiustizia razziale, capito ? Sono gli amministratori, forse gli amministratori chiave dell’ingiustizia razziale in Sud Africa verso il mio popolo, e io non potevo supportare ciò. Ci sono molti paesi che ancora lo supportano.”
INTERVISTATORE: “Non è ironico che un popolo che ha sofferto così tanto genocidio razziale 30 anni fa sia adesso coinvolto nello stesso genere di cose ?”
TOSH: “Si, ma vedi non c’è niente che accada sulla terra oggi che sia una coincidenza, ogni cosa fu progettata migliaia di anni fa, è soltanto un peccato che sia così brutta. Ed è soltanto un peccato che i tuoi occhi debbano vederlo e che le tue orecchie debbano udire a riguardo. Ma ancora, è qualcosa che è stato progettato, capito ? Ogni uomo viene ripagato secondo il suo lavoro, capito ? Quello che sta andando avanti in Sud Africa è molto brutto, molto, molto, molto, brutto. Ogni giorno li senti parlare dell’olocausto Ebraico, e di quanti milioni di Giudei Hitler abbia ucciso, ma non li senti mai parlare di quanti milioni di persone il regime del Sud Africa uccide quotidianamente, capito ? E non soltanto di questo, loro non parlano dell’invasione Italiana in Etiopia negli anni ’30, durante il governo dell’Imperatore Haile Selassie I, e di quanti milioni di persone uccidono. Loro non ne parlano mai. Ti raccontano dell’olocausto Giudaico. Ogni volta senti parlare dell’olocausto Giudaico; e quello che è successo a noi ?”
Antico Ras Peter Tosh, Intervista con Doug Wendt, San Francisco 1983
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Haile Selassie I - Insegnamenti

L’Armoniosa Saldatura di Vecchio e Nuovo

“E’ un ovvietà che l’uomo sia mortale, ma i suoi conseguimenti durante il suo breve soggiorno sono vitali sia per la storia che lascia dietro di sé che per i benefici che ne trae la posterità.
Ciò è illustrato dal fatto che siamo in grado di soddisfare i requisiti del nostro tempo primariamente a motivo dei nostri antenati, che oltre a trasmetterci i benefici della tradizione, hanno versato il proprio sangue per salvaguardare l’indipendenza e l’integrità territoriale della nostra nazione.
In questa era, metodi, pensieri e idee moderne hanno soppiantato i vecchi modi; ma a motivo della nostra tradizione siamo stati in grado di muoverci con il ritmo dei tempi, e di mantenere ancora il nostro senso della proporzione. Sebbene molto sia stato votato all’ottenimento di un’armoniosa saldatura di vecchio e nuovo, in una maniera accettabile per tutti – la vecchia, la giovane e le future generazioni – rimane ancora molto da conseguire. A chi non piacerebbe vedere il suo neonato come un giovanotto di 5 o 10 anni ? Ma questo è contrario al piano della natura.”
– Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I –
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