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Haile Selassie I - Testimonianze

RADIOCORRIERE – 21 Luglio 1963

“Tuttavia l’Imperatore ha mostrato di comprendere i problemi del Paese, imboccando la strada delle caute riforme sociali, della lotta all’analfabetismo, aprendo le porte alla collaborazione internazionale. Oggi in Etiopia si possono incontrare tecnici ed esperti di ogni parte del mondo. Non solo italiani, molti dei quali sono rimasti sin dai tempi dell’occupazione e che godono tuttavia di molta stima e simpatia, ma inglesi, francesi, russi, americani, svedesi. L’Etiopia è il Paese africano che ha il maggior numero di rappresentanze diplomatiche all’estero. La politica di Haile Selassie è molto cauta ed accorta: una linea di neutralismo che si avverte anche nella costante ricerca di equilibrare gli aiuti internazionali sempre in modo che l’apporto di nessun Paese possa prevalere decisamente su quello degli altri.

Questo equilibrio, questo acuto senso della moderazione e dell’arte del possibile, l’anziano imperatore cerca ora di esercitarlo sul piano della politica continentale portando l’Etiopia in una posizione d’avanguardia nell’impegno per l’indipendenza e l’unità dell’Africa”.

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Bob Marley

Il Successo di Babilonia non ci interessa

Giornalista: “E’ cambiato qualche cosa dopo il grande successo commerciale che la musica reggae ha riscosso in tutto il mondo?”
MARLEY: “No, assolutamente, quel tipo di successo non ci interessa. Per quel che mi riguarda io non vivo nel lusso e negli agi. Gran parte di quel che io guadagno lo dispongo per i miei fratelli rasta che per questo mi amano a mi rispettano. Voi stesso potete vedere quanta gente ci sia al mio seguito. Non è qui per onorarmi, ma sono io che li ho voluti qui con me per toglierli dai ghetti e dalla povertà della mia terra. Le parole di una mia canzone dicono ‘La maggior parte della gente pensa che il bene verrà dal cielo, porterà via tutto e renderà tutti felici, ma se voi sapeste il valore della vita, cerchereste la vostra sulla terra. Ora che avete visto la luce, ribellatevi per i vostri diritti’. Ma ribellarsi con la fede, non con la forza.”
Bob Marley, Intervista con Marco Basso, Torino 1980
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Haile Selassie I - Video

Davide ha battuto ancora Golia – 1941

“E’ bene che siate qui a registrare questa immagine di Me, nel giardino del mio palazzo ad Addis Abeba. La gente che vedrà questo in tutto il mondo, realizzerà che persino nel 20° secolo, con fede, coraggio e una giusta causa, Davide batterà ancora Golia”.
S.M.I. Haile Selassie I / 1941 dopo la vittoria contro l’Italia Fascista
WiseWork by bro Yo-Seyf.
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Guerra Italo-Etiopica

La Dichiarazione del Re dopo le Dimissioni di Mussolini (1943)

LA DICHIARAZIONE DI HAILE SELASSIE I DOPO LE DIMISSIONI DI MUSSOLINI DA PRIMO MINISTRO DELL’ITALIA (25 Luglio 1943)

“Qui in Etiopia la notizia delle dimissioni di Benito Mussolini è stata ricevuta con grande soddisfazione.

Essa segna il completo collasso di tutte le sue speranze come leader del Fascismo vittorioso. Sta già sollevando le speranze degli uomini nei territori occupati dal nemico, e potrebbe essere il primo segno di un rapido deterioramento nel morale delle forze dell’Asse ovunque.

I crimini del Duce sono stati molti e seri. Essendo stata una delle sue vittime, l’Etiopia vede nel superamento di Mussolini l’inizio della rivendicazione di quelle forze di giustizia e umanità che egli ha sfidato così brutalmente per 21 anni. Egli porta una pesante responsabilità per i molti crimini commessi sotto i suoi ordini sia in Etiopia che in Italia che al di fuori del suo paese.

Mussolini fu il primo ad introdurre metodi di banditismo nelle politiche Europee del giorno presente. I suoi crimini sono pesanti quanto quelli di Hitler. A Mussolini, che non ha esitato ad utilizzare il gas venefico attraverso Badoglio (il Maresciallo Pietro Badoglio, leader della conquista Italiana dell’Etiopia e successore di Mussolini come Premier Italiano) contro un popolo indifeso e ad ordinare il massacro su larga scala di una popolazione innocente, certamente non dovrebbe essere permesso di finire i suoi giorni in sicuro ritiro.

Mi è stato chiesto se nella corte criminale internazionale post-bellica, l’Etiopia chiederà il permesso di punire Mussolini. La mia risposta è che per quanto sia importante che Mussolini sia punito, questo è soltanto l’aspetto negativo del ristabilimento dei principi di giustizia internazionale. L’Etiopia è meno interessata alla vendetta per il passato di quanto non lo sia alla giustizia per il futuro.

E’ molto importante che si dia all’Etiopia l’opportunità di partecipare alla costruzione e al mantenimento di istituzioni internazionali che prevengano l’insorgenza di bulli politici che calpestino i diritti delle piccole nazioni. Abbiamo sofferto troppo per non essere consapevoli di quanto sia necessario cooperare nelle politiche che disporranno il rispetto della regola della legge in mezzo alle nazioni.

La caduta di Mussolini spiana soltanto il sentiero alle forze della giustizia affinché emergano. In sé stessa non è garanzia che la giustizia abbia trionfato. E’ un’opportunità, proprio come la caduta di Hitler e dell’imperialismo Giapponese ne fornirà una ancor maggiore, di rimodellare il fondamento della nostra società con giustizia.” #QHS

Nell’immagine in allegato, una caricatura di Arthur Szyk del 1941.

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Babilonia

La Tradizione Ortodossa Etiope riguardo alla Chiesa di Roma

“All’inizio invero Roma credette rettamente alla predicazione degli apostoli, sino a Costantino e alla regina Elena, che scoprì il legno della croce, e rimasero nella retta fede centotrenta anni.

E in seguito insorse Satana, in nemico degli uomini dall’antichità, e sedusse gli uomini del paese di Roma; e corruppero la fede di Cristo e introdussero l’eresia sulla chiesa del Signore…

Essi, che non sanno da dove vengono e non sanno dove vanno…”

Kebre Negest, Cap. 93

“Vi rivelerò del re di Roma, quando disobbedirà e irriterà il Signore nella fede. Questa fede che abbiamo istituito, è la fede che un futuro re trasgredirà in Roma, e un capo dei vescovi (il papa) si unirà a lui.

E cambieranno e falsificheranno l’esposizione dei dodici apostoli e la trasformeranno nel desiderio del loro cuore, e insegneranno secondo il loro volere e volgeranno la scrittura alla loro maniera, come disse l’apostolo: ‘Per questo essi stessi si sono comportati come Sodoma e Gomorra’.

E nostro Signore nel vangelo disse ai suoi discepoli: ‘Guardatevi da quelli che vengono a voi con vesti di pecore, mentre dentro sono lupi e rapaci’.

Nessuno di quelli che avranno cambiato la nostra fede siederà sul trono di Pietro. Poiché, se vi siederanno dei loro capi dei vescovi (papi) dalla fede ammalata, le loro viscere saranno denudate, poiché all’angelo del Signore è stato ordinato di custodire il trono di Pietro in Roma.”

Kebre Negest, Capitolo 113

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