Categorie
Haile Selassie I - Testimonianze

J.A. Rogers – Giornalista e Scrittore Afro-Americano -1972

“Hailè Selassie era gradevole e molto affabile, ma pieno di dignità naturale. Il suo volto irradiava intelligenza, gentilezza, buona indole e immense riserve di potere. Sorrideva spesso. Vero cristiano, osservava sempre i più nobili precetti della sua fede. Quando un uomo che aveva tentato di assassinarlo fu condannato a morte, Hailè Selassie non solo rifiutò di firmare il mandato, ma lo perdonò. Abolì anche le impiccagioni pubbliche; la mutilazione dei ladri abituali; e si sforzò di sostituire la vecchia legge mosaica, in base alla quale un assassino viene consegnato al parente più prossimo della vittima, con la giustizia moderna. Ma si dice anche che non dimenticasse mai un nemico.

Quasi tutti coloro che entrarono in contatto con lui rimasero impressionati dalla sua personalità. (…)

Il suo carattere si distingue nettamente da quello di Mussolini. Quest’ultimo glorificava la guerra. Il suo metodo per risolvere i problemi con un rivale era minacciarlo e, se ciò non bastava, ucciderlo. Hailè Selassie, sulla d’altra parte, favoriva la pace. Il suo metodo per allontanare i rivali era il ragionamento e la conciliazione. Nel 1935 affermò: Faremo tutto il possibile per evitare una guerra indegna della civiltà. Speriamo che il diritto e la giustizia prevalgano sempre sulla forza’. Mussolini disse. ‘La guerra è appropriata per un uomo come la maternità lo è per una donna. Sostengo che la pace sia una virtù negativa. È solo in guerra che si viene rivelati in una luce adatta’.

Nato con un potere autocratico, Haile Selassie vi rinunciò volontariamente e si sforzò di fare dell’Etiopia una democrazia. Mussolini, cresciuto sotto una monarchia costituzionale e un tempo socialista lui stesso, era più dispotico di un sultano o di uno zar.

Haile Selassie apparteneva a una delle più antiche famiglie del mondo, reali o meno. Discendeva dal re Ori, 4470 a.C. Sapeva nominare tutte i regnanti, i suoi antenati, che vennero dopo Ori. Nonostante la sua discendenza super-aristocratica e il fatto che fosse investito di un potere più assoluto di quello che Mussolini era in grado di conquistare, era modesto, tranquillo, affabile e completamente privo di pretese. Mussolini, d’altro canto, era il discendente di una famiglia che era stata contadina per tre secoli. Suo padre era un fabbro. Lui stesso era un povero maestro di scuola, che attraverso la spietatezza e l’abilità salì al potere supremo nella sua terra natale. Mentre è il carattere, non la nascita, ad essere importante, e mentre i servi che salgono al potere a volte diventano padroni capaci e premurosi, Mussolini esibiva tutti i tratti odiosi del servo che è salito all’autorità come menzionato nella Bibbia. Era un millantatore, uno sbruffone, uno spaccone. Il suo patriottismo era a buon mercato perché ogni sua mossa e gesto era spurio e calcolato per impressionare la plebe. Come ogni parvenu, si metteva in mostra in continuazione. (…)

Haile Selassie, d’altro canto, era tutto ciò che un vero aristocratico dovrebbe essere. In ogni sua mossa era un gentiluomo e si distingueva come un saggio leader, uno statista non solo di cervello, ma di cuore. Come tale era un sovrano nel miglior senso della parola. (…)

Ecco un modello per tutti gli statisti. Con un simile atteggiamento prevalente in tutto il mondo, le guerre non ci sarebbero più. Migliaia di anni fa l’Etiopia diede al mondo il primo ideale di giusto e sbagliato, la prima moralità. Haile Selassie indicò la strada verso l’amicizia e la fratellanza interrazziale e internazionale, il vero obiettivo della civiltà. Poneva il diritto al di sopra della politica.

Nell’aspetto personale Haile Selassie era ugualmente attraente. I suoi lineamenti squisitamente cesellati riflettevano raffinatezza, cultura, amabilità e sagacia intellettuale. Nessuna sua foto era in grado di catturare l’essenza del suo spirito. Per quanto riguarda l’impressione generale che ne abbiamo, è stato veramente descritto come una ‘edizione nera del Cristo dipinto’.

Di Haile Selassie si potrebbe quasi dire: ‘Ecco l’uomo perfetto’.”

(Tratto da “World’s Great Men of Color” Vol. I, di J.A. Rogers, 1972)

Condividi:
Categorie
Guerra Italo-Etiopica

La Dichiarazione del Re dopo le Dimissioni di Mussolini (1943)

LA DICHIARAZIONE DI HAILE SELASSIE I DOPO LE DIMISSIONI DI MUSSOLINI DA PRIMO MINISTRO DELL’ITALIA (25 Luglio 1943)

“Qui in Etiopia la notizia delle dimissioni di Benito Mussolini è stata ricevuta con grande soddisfazione.

Essa segna il completo collasso di tutte le sue speranze come leader del Fascismo vittorioso. Sta già sollevando le speranze degli uomini nei territori occupati dal nemico, e potrebbe essere il primo segno di un rapido deterioramento nel morale delle forze dell’Asse ovunque.

I crimini del Duce sono stati molti e seri. Essendo stata una delle sue vittime, l’Etiopia vede nel superamento di Mussolini l’inizio della rivendicazione di quelle forze di giustizia e umanità che egli ha sfidato così brutalmente per 21 anni. Egli porta una pesante responsabilità per i molti crimini commessi sotto i suoi ordini sia in Etiopia che in Italia che al di fuori del suo paese.

Mussolini fu il primo ad introdurre metodi di banditismo nelle politiche Europee del giorno presente. I suoi crimini sono pesanti quanto quelli di Hitler. A Mussolini, che non ha esitato ad utilizzare il gas venefico attraverso Badoglio (il Maresciallo Pietro Badoglio, leader della conquista Italiana dell’Etiopia e successore di Mussolini come Premier Italiano) contro un popolo indifeso e ad ordinare il massacro su larga scala di una popolazione innocente, certamente non dovrebbe essere permesso di finire i suoi giorni in sicuro ritiro.

Mi è stato chiesto se nella corte criminale internazionale post-bellica, l’Etiopia chiederà il permesso di punire Mussolini. La mia risposta è che per quanto sia importante che Mussolini sia punito, questo è soltanto l’aspetto negativo del ristabilimento dei principi di giustizia internazionale. L’Etiopia è meno interessata alla vendetta per il passato di quanto non lo sia alla giustizia per il futuro.

E’ molto importante che si dia all’Etiopia l’opportunità di partecipare alla costruzione e al mantenimento di istituzioni internazionali che prevengano l’insorgenza di bulli politici che calpestino i diritti delle piccole nazioni. Abbiamo sofferto troppo per non essere consapevoli di quanto sia necessario cooperare nelle politiche che disporranno il rispetto della regola della legge in mezzo alle nazioni.

La caduta di Mussolini spiana soltanto il sentiero alle forze della giustizia affinché emergano. In sé stessa non è garanzia che la giustizia abbia trionfato. E’ un’opportunità, proprio come la caduta di Hitler e dell’imperialismo Giapponese ne fornirà una ancor maggiore, di rimodellare il fondamento della nostra società con giustizia.” #QHS

Nell’immagine in allegato, una caricatura di Arthur Szyk del 1941.

Condividi:
Categorie
Haile Selassie I - Insegnamenti

Non bisogna seguire l’esempio di Napoleone

“Nel 1924 ho parlato assai lungamente con Mussolini. Abbiamo parlato nel suo ufficio per 4 ore… e mi ha assicurato di non avere alcuna intenzione di fare del male all’Etiopia, e quando mi ha detto questo, gli ho chiesto: ‘per quale ragione siete certo di non fare del male all’Etiopia?’ Ed egli mi ha assicurato, mi ha risposto ‘perché va molto bene, siamo molto amici, abbiamo fatto dei trattati, tutto questo…’ e in quel momento io gli dissi che Napoleone aveva detto ‘il trattato è un pezzo di carta’, e allora gli dissi ‘non bisogna seguire questo, il trattato è un trattato, bisogna rispettarlo’.”
— Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I —
Condividi: