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Haile Selassie I - Insegnamenti

Israele Deve Ritirarsi dai Territori Arabi Occupati

“L’IMPERATORE D’ETIOPIA CHIEDE CHE TEL AVIV RISPETTI LE RISOLUZIONI DELL’ONU E SI RITIRI DAI TERRITORI ILLEGALMENTE OCCUPATI – (…)
La guerra nel Medio Oriente può cessare e una pace stabile può essere assicurata in questa regione soltanto se Israele se ne andrà dai territori arabi occupati. Lo ha dichiarato l’imperatore d’Etiopia, Haile Selassie. L’imperatore d’Etiopia ha rilevato che Israele è tenuto ad attuare la risoluzione del consiglio di sicurezza del 22 novembre 1967 ed a ritirarsi dai territori occupati.”
da “L’Unità”, 10 Ottobre 1973
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Haile Selassie I - Testimonianze

LA STAMPA – 8 Settembre 1966

“La Stampa”, 8 Settembre 1966
Articolo di Ferdinando Vegas

“HAILE SELASSIE – LA VISITA IN ITALIA

La visita in Italia dell’imperatore Haile Selassie di Etiopia sarà un avvenimento molto diverso dalle solite visite ufficiali, così frequenti oggi fra i capi di Stato. E’ infatti un caso più unico che raro che un sovrano, dopo essere stato aggredito e privato del regno da un Paese, vi giunga da amico, senza albergare nel proprio animo il più lontano sentimento di rancore.

L’atteggiamento di Haile Selassie verso i suoi antichi nemici si fonda su un elemento razionale: la distinzione che egli ha sempre fatto, e pubblicamente dichiarato, tra il fascismo e il popolo italiano. L’intero popolo, secondo l’Imperatore, non può essere tenuto responsabile di un’impresa voluta da Mussolini e dai dirigenti fascisti; anche se molti italiani – bisogna riconoscerlo per debito di oggettività storica – si lasciarono allora ubriacare da un’abile propaganda.

Quando i grandi imperi coloniali sembravano ancora solidi e fiorenti, non era certo facile per un italiano (che il regime fascista aveva isolato dal contatto con la realtà internazionale) comprendere quanto fosse anacronistica l’avventura imperiale del duce. Trent’anni fa, invero, gli imperi coloniali già scricchiolavano, dall’India all’Egitto al Medio Oriente; uno statista preveggente si sarebbe reso conto che l’era del colonialismo volgeva inesorabilmente alla fine. Così l’impresa d’Etiopia poteva agevolmente riuscire, come riuscì, sul piano immediato, della conquista militare, ma al prezzo di rompere il precario equilibrio internazionale e dare inizio alla serie di aggressioni che sarebbe sfociata nella seconda guerra mondiale.

Il fragile, neonato impero italiano fu travolto nel corso stesso della guerra. Haile Selassie rientrò ad Addis Abeba nel maggio del 1941, esattamente cinque anni dopo che l’aveva occupata il Maresciallo Badoglio. Ed alla folla acclamante l’Imperatore raccomandò subito: ‘Non ripagate il male con il male. Non vi macchiate di atti di crudeltà…’. Qualche settimana prima, nel proclama emanato mentre era in marcia verso la capitale, Haile Selassie così si era espresso: ‘Io vi raccomando di accogliere in modo conveniente e di prendere in custodia tutti gli italiani che si arrenderanno con o senza armi. Mostrate loro che siete dei soldati che possiedono il senso dell’onore e un cuore umano’.

L’azione di Haile Selassie protesse dunque gli italiani d’Etiopia da ogni atto di ritorsione, nel delicato momento del trapasso dei poteri. In seguito, l’Imperatore ha sempre dimostrato una particolare predilezione per i nostri concittadini rimasti nel suo Paese, tanto che la comunità italiana è la più fiorente tra quelle straniere, con un’ottima posizione materiale e morale. Compiuta dunque felicemente la riconciliazione tra Italia ed Etiopia, la visita di Haile Selassie, oltre e più che porre il sigillo sul passato, dovrebbe dischiudere migliori possibilità di collaborazione per il futuro.

L’Etiopia infatti, come tutti i Paesi in via di sviluppo, ha grande bisogno dell’aiuto dei Paesi progrediti. La struttura arcaica dell’impero, sostanzialmente ancora a regime feudale, non si presta ad un salto brusco nel mondo moderno, a meno che non si voglia tentare la scorciatoia rivoluzionaria, con tutti i rischi che essa comporta. La direttiva fondamentale di Haile Selassie è appunto di guidare gradualmente il Paese verso la necessaria evoluzione, con un metodo che è indubbiamente paternalistico, ma tiene conto dell’effettiva realtà dell’Etiopia: il 95 per cento di analfabeti, fuori dalla capitale, i due terzi della terra in mano ai grandi feudatari e al clero copto.

La scelta della via riformistica, anche se perseguita dall’Imperatore con grande serietà e tenacia, non poteva non suscitare il malcontento degli elementi più impazienti, esploso nella sanguinosa rivolta del dicembre 1960. Ancora una volta Haile Selassie, che si trovava in visita al Brasile, dava prova di coraggio, riprendendo in mano la situazione, senza operare vendette e senza abbandonare il corso riformistico. D’altra parte sul piano internazionale, l’Imperatore ha inserito l’Etiopia nel vivo del movimento progressista e unitario africano; mentre mantiene cordiali rapporti, sottolineati dalle sue visite, col mondo occidentale e con quello orientale.

Roma, a parte Pechino, è l’ultima delle grandi capitali che Haile Selassie non ha ancora visitato come sovrano. Ora la lacuna sta per essere colmata e finalmente l’Imperatore esaudirà il desiderio, tante volte espresso ad ospiti italiani, di cementare la rinnovata amicizia appunto con un viaggio nel nostro Paese. Possa sentire, dal benvenuto che gli porgiamo, e dalle calorose accoglienze che lo accompagneranno, quanto è sinceramente ricambiata da noi l’amicizia.”

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Guerra Italo-Etiopica Haile Selassie I - Insegnamenti

La Dichiarazione di S.M.I. il Giorno dell’Invasione Italiana (3 Ottobre 1935)

“Combattenti dell’Etiopia !

Non lamentatevi e non perdete speranza quando vedete un leader rispettato e amato cadere sul campo di battaglia per la causa della Nostra libertà. Invece, dovreste realizzare che chiunque muoia per il suo paese è in effetti fortunato. La morte giunge a tutti sia in tempo di pace che di guerra, e prende quelli che sceglie. E’ meglio morire con la libertà che senza di essa.

I nostri avi hanno preservato l’indipendenza del Nostro paese attraverso il sacrificio delle proprie vite. Che essi siano la vostra ispirazione !

Soldati ! Uomini d’affari ! Agricoltori ! Giovani e vecchi, uomini e donne ! Unitevi ! Combattete insieme per la difesa del vostro paese ! Come è sempre stato nella nostra tradizione, anche le donne devo levarsi per difendere il proprio paese, incoraggiando i soldati e curando i feriti. Non importa quanto duramente l’Italia provi a dividerci, Cristiani o Musulmani, tutti staranno uniti.

Dio è la Nostra fortezza e la Nostra difesa. Non lasciate che le nuove armi dell’aggressore vi distolgano dal combattere per la difesa del vostro paese e dei vostri nobili ideali !

Anche il vostro Imperatore, che vi parla adesso, sarà in mezzo a voi in quel tempo ed è pronto a versare il suo sangue per la libertà del suo paese.”

– Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I –

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Haile Selassie I - Insegnamenti

Liberare Risorse con il Disarmo

“E ancora, mentre aspettiamo speranzosamente quella misura di assistenza che, accoppiata con le nostre proprie risorse, possa assicurare il trionfo ultimo dei popoli sotto-sviluppati sulla loro povertà, il ricco e il potente si vantano della dimensione del loro arsenale militare e del potere delle loro forze. Uno rivendica di portare l’altro alla bancarotta e al collasso – un degnissimo e nobilissimo obbiettivo. Dobbiamo riconoscere che la guerra fredda non pone soltanto un pericolo militare; la guerra fredda deruba le nazioni sotto-sviluppate delle loro speranze per un futuro più felice e più prospero. Molta enfasi è stata posta sui rischi per la vita dell’uomo su questo pianeta che una corsa mondiale alle armi porta con sé, e troppo poco riconoscimento è stato dato agli effetti collaterali e le conseguenze indirette della spesa militare astronomica. Il disarmo deve essere conseguito non soltanto perché in questo modo sfateremo la minaccia di un olocausto mondiale, ma ugualmente perché soltanto attraverso una drastica riduzione nei budget militari delle grandi potenze, le vaste risorse richieste per elevare tutto il genere umano al livello degli uomini liberi possono essere liberate per questi propositi.”
– Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I –
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Haile Selassie I - Insegnamenti

Seguire il Sentiero dei Padri

“Vogliamo che voi traiate ispirazione dalla lunga e gloriosa storia e tradizione dell’Etiopia, una storia che spronò i Nostri avi a compiere gli obbiettivi essenziali alla grandezza e all’unità dell’Impero Etiopico. Se mancate di attingere e trarre profitto dall’ispirazione fornita dal Nostro glorioso passato, tratterete l’Etiopia come una nazione senza storia. Per portare alla piena fruizione gli obbiettivi per cui i vostri avi hanno vissuto e sono morti, voi dovete, servendo il vostro paese, seguire il sentiero che essi hanno mostrato alle generazioni successive per migliaia di anni”.
— Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I —
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Guerra Italo-Etiopica

La Più Grande Impresa Coloniale della Storia

SAPEVI CHE l’invasione dell’Etiopia da parte delle forze fasciste, nel 1935, considerando le risorse finanziarie e militari (circa 250.000 uomini) impiegate, fu la più grande impresa coloniale della storia ? Fu dunque l’apice del processo coloniale, che ne segnò poi la rovina.
Essendo l’unica nazione africana rimasta libera, la conquista dell’Etiopia rappresentava per Mussolini l’atto di coronamento definitivo del trionfo coloniale in Africa – la vittoria finale sull’antica Corona Imperiale Nera che nessuno era riuscito mai a piegare – che avrebbe restaurato così l’onore internazionale dell’Italia dinanzi alle potenze coloniali straniere, e recuperato il ritardo dell’Italia nella corsa allo sfruttamento dell’Africa.
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