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Guerra Italo-Etiopica

La Profezia del Ritorno di Haile Selassie I – Lino Calabrò 1988

Una preziosissima testimonianza sul conflitto Italo-Etiopico e sui crimini fascisti la possiamo fatalmente ritrovare in un testo di chiara matrice fascista, scritto da un funzionario di governo coloniale, pieno zeppo di propaganda e razzismo contro la popolazione e le autorità dell’Etiopia, pubblicato in una collana diretta da Renzo de Felice, grande storico italiano di destra. Ma questo aspetto del testo rende la testimonianza ancora più attendibile ed evidentemente onesta ed oggettiva.

“Intermezzo Africano – Ricordi di un Residente di Governo in Etiopia (1937-1941)”, Lino Calabrò, Bonacci Editore, 1988, pag. 41-42:

“Qualche giorno dopo il mio rientro, le guardie della Residenza mi accompagnarono in ufficio uno strano personaggio che godeva fama di prevedere e predire il futuro. Lo ‘stregone’, un vecchio dalla candida e lunga barba, era accusato di aver dichiarato pubblicamente che, dopo cinque anni di dominazione italiana, il Negus sarebbe rientrato in Etiopia e avrebbe ripreso il suo rango.

Gli chiesi se tale accusa rispondesse a verità ed egli, calmo ed imperturbabile me lo confermò, aggiungendo che, quando prediceva il futuro, era soltanto uno strumento del suo ‘spirito guida’ e quindi non era responsabile delle predizione che faceva.

Rimasi colpito dalla serenità con la quale egli reagiva ad un’accusa passibile di una severa punizione e, lontano le mille miglia dal pensiero che quanto da lui detto potesse avverarsi, gli chiesi sorridendo se il suo ‘spirito guida’ in quel momento non gli suggerisse nulla sul suo conto. Egli mi rispose di no. Ed io gli feci notare che non poteva fare molto affidamento su questo ‘spirito’ perché esso avrebbe dovuto anche avvertirlo che le sue dichiarazioni gli sarebbero costate tre giorni di prigione.

Lo avrei volentieri lasciato andare se questo non avesse provocato il risentimento delle guardie che lo avevano arrestato. Risolsi perciò in modo scherzoso e dando scarsa importanza al fatto, una situazione che, data la mentalità superstiziosa dei nativi, avrebbe potuto avere sgradevoli ripercussioni. Non immaginavo che quella predizione si sarebbe esattamente avverata.”

Infatti, l’Imperatore Haile Selassie I rientrerà ad Addis Abeba il 5 Maggio 1941, cinque anni esatti dal 5 Maggio 1936, il giorno in cui i fascisti avevano occupato Addis Abeba. E questo corrispondeva ad una profezia, di cui si parla anche nei libri scritti dall’Imperatore, che era stata predicata in Etiopia durante l’occupazione, e dunque la testimonianza di Calabrò dimostra l’effettiva potenza dello spirito profetico e biblico presente in Etiopia. Oltre a questo, probabilmente, egli rivela anche lo spirito di Ponzio Pilato, prettamente romano, che al tempo di Cristo stava opprimendo la Terra Santa.

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Guerra Italo-Etiopica Haile Selassie I - Insegnamenti

La Dichiarazione di S.M.I. il Giorno dell’Invasione Italiana (3 Ottobre 1935)

“Combattenti dell’Etiopia !

Non lamentatevi e non perdete speranza quando vedete un leader rispettato e amato cadere sul campo di battaglia per la causa della Nostra libertà. Invece, dovreste realizzare che chiunque muoia per il suo paese è in effetti fortunato. La morte giunge a tutti sia in tempo di pace che di guerra, e prende quelli che sceglie. E’ meglio morire con la libertà che senza di essa.

I nostri avi hanno preservato l’indipendenza del Nostro paese attraverso il sacrificio delle proprie vite. Che essi siano la vostra ispirazione !

Soldati ! Uomini d’affari ! Agricoltori ! Giovani e vecchi, uomini e donne ! Unitevi ! Combattete insieme per la difesa del vostro paese ! Come è sempre stato nella nostra tradizione, anche le donne devo levarsi per difendere il proprio paese, incoraggiando i soldati e curando i feriti. Non importa quanto duramente l’Italia provi a dividerci, Cristiani o Musulmani, tutti staranno uniti.

Dio è la Nostra fortezza e la Nostra difesa. Non lasciate che le nuove armi dell’aggressore vi distolgano dal combattere per la difesa del vostro paese e dei vostri nobili ideali !

Anche il vostro Imperatore, che vi parla adesso, sarà in mezzo a voi in quel tempo ed è pronto a versare il suo sangue per la libertà del suo paese.”

– Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I –

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Guerra Italo-Etiopica

La Più Grande Impresa Coloniale della Storia

SAPEVI CHE l’invasione dell’Etiopia da parte delle forze fasciste, nel 1935, considerando le risorse finanziarie e militari (circa 250.000 uomini) impiegate, fu la più grande impresa coloniale della storia ? Fu dunque l’apice del processo coloniale, che ne segnò poi la rovina.
Essendo l’unica nazione africana rimasta libera, la conquista dell’Etiopia rappresentava per Mussolini l’atto di coronamento definitivo del trionfo coloniale in Africa – la vittoria finale sull’antica Corona Imperiale Nera che nessuno era riuscito mai a piegare – che avrebbe restaurato così l’onore internazionale dell’Italia dinanzi alle potenze coloniali straniere, e recuperato il ritardo dell’Italia nella corsa allo sfruttamento dell’Africa.
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Haile Selassie I - Video

Davide ha battuto ancora Golia – 1941

“E’ bene che siate qui a registrare questa immagine di Me, nel giardino del mio palazzo ad Addis Abeba. La gente che vedrà questo in tutto il mondo, realizzerà che persino nel 20° secolo, con fede, coraggio e una giusta causa, Davide batterà ancora Golia”.
S.M.I. Haile Selassie I / 1941 dopo la vittoria contro l’Italia Fascista
WiseWork by bro Yo-Seyf.
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Guerra Italo-Etiopica

La Dichiarazione del Re dopo le Dimissioni di Mussolini (1943)

LA DICHIARAZIONE DI HAILE SELASSIE I DOPO LE DIMISSIONI DI MUSSOLINI DA PRIMO MINISTRO DELL’ITALIA (25 Luglio 1943)

“Qui in Etiopia la notizia delle dimissioni di Benito Mussolini è stata ricevuta con grande soddisfazione.

Essa segna il completo collasso di tutte le sue speranze come leader del Fascismo vittorioso. Sta già sollevando le speranze degli uomini nei territori occupati dal nemico, e potrebbe essere il primo segno di un rapido deterioramento nel morale delle forze dell’Asse ovunque.

I crimini del Duce sono stati molti e seri. Essendo stata una delle sue vittime, l’Etiopia vede nel superamento di Mussolini l’inizio della rivendicazione di quelle forze di giustizia e umanità che egli ha sfidato così brutalmente per 21 anni. Egli porta una pesante responsabilità per i molti crimini commessi sotto i suoi ordini sia in Etiopia che in Italia che al di fuori del suo paese.

Mussolini fu il primo ad introdurre metodi di banditismo nelle politiche Europee del giorno presente. I suoi crimini sono pesanti quanto quelli di Hitler. A Mussolini, che non ha esitato ad utilizzare il gas venefico attraverso Badoglio (il Maresciallo Pietro Badoglio, leader della conquista Italiana dell’Etiopia e successore di Mussolini come Premier Italiano) contro un popolo indifeso e ad ordinare il massacro su larga scala di una popolazione innocente, certamente non dovrebbe essere permesso di finire i suoi giorni in sicuro ritiro.

Mi è stato chiesto se nella corte criminale internazionale post-bellica, l’Etiopia chiederà il permesso di punire Mussolini. La mia risposta è che per quanto sia importante che Mussolini sia punito, questo è soltanto l’aspetto negativo del ristabilimento dei principi di giustizia internazionale. L’Etiopia è meno interessata alla vendetta per il passato di quanto non lo sia alla giustizia per il futuro.

E’ molto importante che si dia all’Etiopia l’opportunità di partecipare alla costruzione e al mantenimento di istituzioni internazionali che prevengano l’insorgenza di bulli politici che calpestino i diritti delle piccole nazioni. Abbiamo sofferto troppo per non essere consapevoli di quanto sia necessario cooperare nelle politiche che disporranno il rispetto della regola della legge in mezzo alle nazioni.

La caduta di Mussolini spiana soltanto il sentiero alle forze della giustizia affinché emergano. In sé stessa non è garanzia che la giustizia abbia trionfato. E’ un’opportunità, proprio come la caduta di Hitler e dell’imperialismo Giapponese ne fornirà una ancor maggiore, di rimodellare il fondamento della nostra società con giustizia.” #QHS

Nell’immagine in allegato, una caricatura di Arthur Szyk del 1941.

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Babilonia Haile Selassie I - Profezie

Le Aquile Romane dell’Anti-Cristo

“L’aquila che hai visto salire dal mare è il quarto regno apparso in visione a tuo fratello Daniele. (…) Ecco, vengono i giorni in cui sulla terra si leverà un regno più terribile di tutti quelli che ci sono stati prima di esso. (…) Il leone che hai visto svegliarsi dalla selva, ruggire e parlare all’aquila accusandola per la sua ingiustizia, e tutto quel che ha detto, così come lo hai udito, è il Messia, che l’Altissimo ha conservato per la fine dei giorni, che è uscito dalla discendenza di David, e che verrà a parlare con loro, li accuserà per le loro empietà, e introdurrà loro davanti le loro trasgressioni. Infatti deciderà prima di sottoporli vivi al Suo giudizio, e poi, una volta accusati, li annienterà; ma il resto del mio popolo lo libererà con misericordia, quelli che si sono salvati entro i miei confini, e li rallegrerà finché non verrà la fine, nel giorno del giudizio del quale ti ho parlato fin da principio”.

Apocalisse di Ezra, 12, 10-36

“Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Dove sarà il cadavere, ivi si raduneranno le aquile.”

Matteo 24, 27-28

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I&I Rasta

Non Dimenticare i Crimini Fascisti in Etiopia

Peter Tosh:Ho preso un libro l’altro giorno, si chiama ‘Storia dei Massacri Italiani’, qualcosa del genere, in Etiopia. Imparo questo, quando leggo quel libro mi vengono le lacrime agli occhi.
Intervistatore: “Riguarda Menelik ? O Selassie?”
Peter Tosh:Selassie I.
Intervistatore: “Allora degli anni ’30.”
Peter Tosh:Si, ’34-’37, intorno a quei tempi. Terribile, terribile. Chiunque trovassero con la foto di Sua Maestà Imperiale, via la testa ! Puoi vedere soldati, soldati Italiani, e ogni diverso genere di soldati, con la testa dei Rasta nelle loro mani, che si vantavano, si mettevano in posa – inviavano teste, dozzine di teste in cestini, per mostrarle alle loro famiglie, la testa del Rasta. Capito? E’ pieno di gente che non sa queste cose. Io ho visto delle fotografie.
Ras Peter Tosh, Mengheste Sematat
Intervista con R.Steffens and H.Holmes, 1980
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Guerra Italo-Etiopica

YESEMATAT QEN – Il Giorno dei Martiri Etiopi dell’Invasione Fascista

Nel 1937
il 19 Febbraio
la febbre fascista
stese la mano
sull’innocenza degli Etiopi
calpestò il santo suolo
le chiese e i monaci
tentò di ingannare il popolo
con artifici tecnologici
corrompere il modello
morale e culturale, i principii
degradare il suo livello
bruciare manoscritti e libri
porre madamato e bordello
sulla purezza degli sposi
violenze sul cervello
per deviarlo coi loro ismi
produrre scismi e condurlo
lontano dai pascoli erbosi,
Graziani il macellaio
scelto tra gli odiosi più razzisti
per uccidere disprezzando
i civili come insetti parassiti
gas mostarda spruzzarono
contro tutte le convenzioni
internazionali dei diritti
la croce rossa bombardarono
senza inibizioni vandalismi,
teste mozzate
appese ostentate
e quante mutilazioni
degli organi intimi
saccheggiarono tesori
d’icone d’oro e troni
corone e reliquiari
ancora si vantano
nei musei napoletani
e non li restituisci,
ovunque temevano
l’Asse dei nazisti
ma a piedi scalzi
soldati nazirei
presero le armi
floridi nei ricci,
sfidarono i marchingegni
degli scientisti
primi e veri partigiani
versarono il sangue
per cinque anni esatti
affinché tu esisti
e ricordi l’inizio
di tutti i fatti scritti,
che morìa
d’impicci
la loro memoria
corta e selettiva
è più interessata
a creare avamposti
in Palestina
che affinare i giudizi,
negazionismi
e segreti di stato
ostacolano la coscienza
ma fu profetizzato
si batteranno il petto
tutti i regni della terra
per questo
Rasta non ti rattristi,
gli spiriti dei martiri
ti sussurrano
“resisti!”
è meglio morire liberi
che vivere da schiavisti.
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Babilonia

La Giornata della Dimenticanza

Che penoso esercizio retorico, rievocare con grande sdegno le discriminazioni e gli abusi contro i diritti umani operati dal Nazifascismo, e ignorare quello di cui oggi sono complici proprio loro, i grandi anti-fascisti come Cinquestelle Pd e Draghi, in questo delirio sanitario senza criterio legale né morale né pratico, strapieno di interessi economici bugie e magagne, che sta affamando la nazione e che ha ghettizzato migliaia di famiglie ingiustamente.
Quale memoria ipocrita dimentica gli abusi sanitari del Nazifascismo e della sua “scienza” ufficiale, asservita alla violenza mortale e senza alcun interesse per la salute pubblica ? Quella che fa finta di non ricordare che la tessera del partito fascista era verdognola e ufficialmente “facoltativa”, ma obbligatoria per lavorare. E che il partito Fascista è giunto al potere esattamente un secolo fa, e siamo in quello stesso punto nel ciclo del tempo.
E’ la giornata della dimenticanza. Aldilà dell’illusione pandemica, la giornata della memoria avrebbe un senso se si ricordasse davvero tutto quello che c’è da ricordare, quindi non soltanto la persecuzione contro gli ebrei, ma anche il genocidio fascista contro il popolo Etiope, dacché questo fu nettamente più vittimizzato dallo Stato Italiano (circa 1 milione di morti) e sottoposto a tutti gli effetti ad un regime di apartheid razziale, come atto supremo di un progetto coloniale continentale durato più di 400 anni. Per giunta, gli Etiopi sono ebrei circoncisi discendenti di Salomone: sommavano il disprezzo per l’ebreo e quello per il negro, e furono colpiti dalla legislazione razziale ben prima degli ebrei europei.
E nonostante ciò, assistiamo ad uno stra-pompamento mediatico e statistico nella sola direzione dello Stato di Israele, per giustificare i loro abusi politici in Palestina e legittimarlo come avamposto occidentale in Medio-Oriente. E questi ebrei bianchi delle comunità occidentali, ormai romanizzati tedeschi inglesi francesi da 2 millenni di permanenza in Europa, con l’Israele biblico non hanno più niente a che vedere: loro sono i compari degli europei nell’usura sin dal Medioevo, e reggono tutt’ora con loro le redini dell’economia bancaria della supremazia bianca coloniale. Sono stati perseguitati dal Nazismo anche a motivo del loro peso economico e politico (Hitler ricevette prestiti dalle banche ebraiche), e sono razzisti proprio come i nazisti verso gli Etiopi e i Palestinesi, rendendo questo giorno teoricamente nobile un’ennesima manovra d’interesse coloniale profondamente contraddittoria.
E il Papa, che è un’altra illustre marionetta di questo teatro satanico da circa 1600 anni, ha baciato mani e scarpe e chiesto scusa a tutti, ma di scuse ufficiali agli Etiopi ancora non ne ha mai pronunciate, sebbene il Vaticano sia stata la prima istituzione a riconoscere l’occupazione italiana in Etiopia, e l’abbia sostenuta con abbondante propaganda religiosa. Nemmeno oggi la memoria del “rappresentante infallibile di Cristo” viene illuminata dallo Spirito Santo.
Il mese di Febbraio, internazionalmente dedicato alla Storia Nera e al Genocidio Africano, e in cui si ricorda anche il giorno dei Martiri Etiopi Antifascisti (19 Febbraio), dovrebbe sensibilizzare l’opinione pubblica in questa direzione e spingere verso un cambiamento d’attitudine ormai doveroso.
Il più grande olocausto della storia è quello Africano.
BASTA AMNESIE E MANIPOLAZIONI DELLA MEMORIA!!!
DIO E LA STORIA RICORDERANNO I VOSTRI GIUDIZI !!!
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Guerra Italo-Etiopica

Le Ignobili Vignette Fasciste

Ecco una raccolta di deliziose vignette “umoristiche” sulla guerra d’Etiopia, pubblicate dalla propaganda fascista durante il conflitto, dal 1935 in poi.

Un concentrato di viltà, slealtà, malvagità, disprezzo della vita umana e dell’onore: falsi cristiani che desideravano sterminare gli uomini come insetti, e violare le loro donne come prostitute, nonostante gli Etiopi fossero anche di fede cristiana e di tradizione ben più antica di quella di Roma.

La “bella abissina” doveva essere una concubina del madamato fascista, e l’abissino maschio il suo animale da soma. E tutto questo avveniva con il sostegno attivo dell’opinione pubblica e della Chiesa Cattolica.

Da mostrare a tutti quelli che ancora usano la retorica: “fino alle leggi razziali Mussolini ha fatto bene”. Qui siamo nel 1935, ed è pura barbarie di cui il popolo italiano deve prendere atto e da cui deve redimersi.

 

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