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Basta recarsi alla Stazione Centrale di Milano per capire che questa Nazione non ha mai fatto i conti onestamente con il suo passato.
Una targa commemorativa dei martiri della “Guerra Italo-Etiopica“, morti per “il supremo ideale” di un’invasione immorale, illegale, sciagurata, fallimentare, inutile, abominio di ignoranza e inciviltà.
Abbiamo decine di queste carcasse sparse per il territorio, anche in punti d’importanza politica e di grande esposizione, ed è arrivato il tempo che gli Italiani conoscano la verità, e che tutto questo venga ufficialmente rettificato.
E sarebbe un’opera concretamente anti-fascista.
INTERVISTATORE: “Chi ti ha influenzato ?”
MARLEY: “Beh, penso che le mie influenze maggiori vengano da Marcus Garvey e Haile Selassie.”
INTERVISTATORE: “Per quello che hai ascoltato riguardo a Garvey quando eri ragazzo o per quello che hai imparato adesso che sei cresciuto, o cosa ?”
MARLEY: “Per quello che ascoltiamo, quello che leggiamo, e quello che sappiamo di lui adesso.”
INTERVISTATORE: “Hai imparato riguardo a Garvey a scuola?”
MARLEY: “No, no. Vedi che non lo insegnano… è l’educazione che non acquisiamo a scuola. Non acquisiamo quel tipo di educazione per cui quando cresciamo sappiamo chi è. Acquisiamo educazione per poter conoscere chi sia Cristoforo Colombo, o chi sia Marco Polo, sai ? Ma non abbiamo mai saputo davvero chi fosse Marcus Garvey o Haile Selassie o qualsiasi uomo nero.”
Intervista con Gil Noble, New York 1980
“Non possiamo dire che l’Africa è per gli Africani quando l’economia di un paese Africano è gestita dagli stranieri, mentre il popolo ha soltanto un’indipendenza nominale. Osiamo dire che l’Africa è per gli Africani soltanto quando vediamo tali progetti economici, come questa diga costruita con la partecipazione degli Africani, e quando serbiamo la speranza che gli Africani saranno i soli proprietari di tali opere di progresso nel vicino futuro”.
— Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I —
Cristoforo Colon-mbo
Ecco una raccolta di deliziose vignette “umoristiche” sulla guerra d’Etiopia, pubblicate dalla propaganda fascista durante il conflitto, dal 1935 in poi.
Un concentrato di viltà, slealtà, malvagità, disprezzo della vita umana e dell’onore: falsi cristiani che desideravano sterminare gli uomini come insetti, e violare le loro donne come prostitute, nonostante gli Etiopi fossero anche di fede cristiana e di tradizione ben più antica di quella di Roma.
La “bella abissina” doveva essere una concubina del madamato fascista, e l’abissino maschio il suo animale da soma. E tutto questo avveniva con il sostegno attivo dell’opinione pubblica e della Chiesa Cattolica.
Da mostrare a tutti quelli che ancora usano la retorica: “fino alle leggi razziali Mussolini ha fatto bene”. Qui siamo nel 1935, ed è pura barbarie di cui il popolo italiano deve prendere atto e da cui deve redimersi.