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Guerra Italo-Etiopica

La Più Grande Impresa Coloniale della Storia

SAPEVI CHE l’invasione dell’Etiopia da parte delle forze fasciste, nel 1935, considerando le risorse finanziarie e militari (circa 250.000 uomini) impiegate, fu la più grande impresa coloniale della storia ? Fu dunque l’apice del processo coloniale, che ne segnò poi la rovina.
Essendo l’unica nazione africana rimasta libera, la conquista dell’Etiopia rappresentava per Mussolini l’atto di coronamento definitivo del trionfo coloniale in Africa – la vittoria finale sull’antica Corona Imperiale Nera che nessuno era riuscito mai a piegare – che avrebbe restaurato così l’onore internazionale dell’Italia dinanzi alle potenze coloniali straniere, e recuperato il ritardo dell’Italia nella corsa allo sfruttamento dell’Africa.
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Guerra Italo-Etiopica

Residui Coloniali Alla Stazione di Milano

Basta recarsi alla Stazione Centrale di Milano per capire che questa Nazione non ha mai fatto i conti onestamente con il suo passato.

Una targa commemorativa dei martiri della “Guerra Italo-Etiopica“, morti per “il supremo ideale” di un’invasione immorale, illegale, sciagurata, fallimentare, inutile, abominio di ignoranza e inciviltà.

Abbiamo decine di queste carcasse sparse per il territorio, anche in punti d’importanza politica e di grande esposizione, ed è arrivato il tempo che gli Italiani conoscano la verità, e che tutto questo venga ufficialmente rettificato.

E sarebbe un’opera concretamente anti-fascista.

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Bob Marley

Rifiutare la loro Educazione Coloniale

INTERVISTATORE: “Chi ti ha influenzato ?”

MARLEY: “Beh, penso che le mie influenze maggiori vengano da Marcus Garvey e Haile Selassie.”

INTERVISTATORE: “Per quello che hai ascoltato riguardo a Garvey quando eri ragazzo o per quello che hai imparato adesso che sei cresciuto, o cosa ?”

MARLEY: “Per quello che ascoltiamo, quello che leggiamo, e quello che sappiamo di lui adesso.”

INTERVISTATORE: “Hai imparato riguardo a Garvey a scuola?”

MARLEY: “No, no. Vedi che non lo insegnano… è l’educazione che non acquisiamo a scuola. Non acquisiamo quel tipo di educazione per cui quando cresciamo sappiamo chi è. Acquisiamo educazione per poter conoscere chi sia Cristoforo Colombo, o chi sia Marco Polo, sai ? Ma non abbiamo mai saputo davvero chi fosse Marcus Garvey o Haile Selassie o qualsiasi uomo nero.”

Intervista con Gil Noble, New York 1980

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Liberazione Africana

1 Marzo 1896 – La Gloriosa Vittoria di Adwa

1 Marzo 1896 – Gli Etiopi guidati dall’Imperatore Menelik II sconfiggono gli italiani ad Adwa, nel Nord dell’Etiopia.
Il contingente italiano fu astutamente accerchiato e completamente distrutto. I pochi superstiti furono fatti prigionieri, e prima di restituirli all’Italia, l’Imperatore Menelik fece loro costruire la Chiesa di San Giorgio in Addis, in cui verrà incoronato Haile Selassie I nel 1930.
In seguito a quell’evento, il governo italiano presieduto da Crispi cadde. Era la prima volta, nel corso della storia coloniale, che uno stato africano riusciva a sconfiggere una potenza occidentale, e la notizia fece presto il giro del mondo dando speranza a tutte le popolazioni africane oppresse.
Haile Selassie I aveva 4 anni all’epoca. Suo padre Ras Makonnen, ritratto in evidenza nei dipinti tradizionali, fu il generale maggiore di Menelik II e si distinse per l’eroismo, decapitando una quantità notevole di aggressori.
La tradizione vuole che San Giorgio in persona abbia combattuto al fianco degli Etiopi, e per questo viene sempre ritratto all’orizzonte circondato dall’arcobaleno. L’arcobaleno, degli stessi colori della bandiera etiopica, testimonia che Dio è dalla parte degli Etiopi.
Nelle icone etiopi tradizionali che descrivono la battaglia, gli Italiani sono ritratti di un solo colore di pelle, mentre gli Etiopi sono colorati con differenti sfumature alternate. Questo per testimoniare che la società etiopica è sempre stata multi-colore e multi-razziale, e non ha mai concepito le filosofie di discriminazione, anti-cristiane e indegne, che avrebbero invece plasmato così drammaticamente la storia dell’Italia.
Haile Selassie I disse a riguardo:
“Appena settant’anni fa, le armate Etiopi si formarono quasi come se per magia, e si scagliarono contro un invasore avido per guadagnare l’immortale trionfo di Adua.
La vittoria di Adua è stata a lungo salutata come uno dei maggiori eventi del diciannovesimo secolo in Africa. I suoi effetti sull’Etiopia e sulle sue relazioni con le potenze coloniali furono di vasta portata. Certamente essa preservò l’antica indipendenza della nazione dalle avide incursioni che allora venivano compiute altrove contro i nostri fratelli, su questo continente.”
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Babilonia

Decolonizzare il concetto di “Scienza”

Molti termini fondamentali del linguaggio scientifico portano ancora l’inconfondibile articolo arabo che ne ricorda l’origine orientale e nord-africana.
Algebra, Algoritmo, Almagesto, Almanacco, Alambicco, Alcool, Alchimia.
I numeri che usiamo sono arabi. Il sistema decimale è indiano. La parola Cifra viene dalla radice semitica SEFFERE ሰፈረ, che significa “misurare” in lingua etiope Ge’ez.
La decolonizzazione mentale passa per una rivalutazione del concetto di scienza e conoscenza. Ci sono stati imposti dei criteri eurocentrici e televisivi a livello educativo, e siamo abituati a pensare che il tipico scienziato ateo bianco, alla maniera di Margherita Hack o Piero Angela, sia l’immagine del sapere moderno. In verità quella è l’immagine del loro utilizzo degenerato della scienza, che ha affiancato e storicamente sostenuto tutti i movimenti politici totalitari dell’Occidente, giustificandone spesso le atrocità.
Per giunta, qui noi ereditiamo un’immagine galileiana della scienza, inquisita dal Cardinale Bellarmino e dall’oscurantismo culturale del Vaticano, che dunque si pone in opposizione polemica alla fede. Tutto ciò è viziato dalla romanizzazione della fede cristiana, dalla falsificazione mortificante dello spirito biblico originale, dacché soltanto la Chiesa Romana ha storicamente praticato l’inquisizione anti-scientifica, e in maniera spietata. In realtà, il metodo scientifico, di cui si vantano così tanto per distinguere la loro civiltà dall’Oriente e dall’Africa dei “superstiziosi”, gliel’hanno insegnato proprio dei religiosi africani e orientali, provenienti da ambienti in cui rivelazione e ragione erano unificate nella coscienza e si nutrivano a vicenda senza contraddizione, come era in principio.
Nel Mese della Storia Nera, mentre ci insegnano che matematica e logica vengono dai Greci, ricordiamoci che non si costruiscono le Piramidi senza matematica né logica, e che la giovane civiltà Europea ha conosciuto tutte le sue moderne discipline nei libri dei padri neri e nella loro storia.
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Haile Selassie I - Insegnamenti

I Residui del Colonialismo

“I passati territori coloniali, che hanno adesso ottenuto indipendenza e libertà, sono oggi assaliti dai residui del colonialismo. Persino quando questi passati territori coloniali hanno in qualche rispetto tratto beneficio dall’amministrazione coloniale, questi stati hanno ereditato un popolo diviso in sé stesso – il risultato delle politiche di ‘dividi e governa’ dell’era coloniale. Ciò è diventato una malattia cancerogena che si sta diffondendo velocemente con l’effetto non soltanto di opporre fratello contro fratello, ma anche di mettere in pericolo la pace e la sicurezza internazionali.”
– Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I –
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Babilonia

Colonialismo Geografico – Sud e Nord

Quando andiamo al nord, ci insegnano a dire “saliamo”, e sempre immaginiamo il nord sopra. E ugualmente, ci insegnano a dire “scendiamo” quando andiamo a sud, e immaginiamo il sud sotto. La nostra prospettiva generale pone così l’Europa al di sopra dell’Africa.
Ma avvicinandoci all’Equatore e alle altezze del Monte Zion, noi di fatto ci eleviamo, mentre è a nord che troviamo i “Paesi Bassi” e ci allontaniamo dal sole. Secondo la tradizione cristiana antica, il Sud indica ciò che è sopra (da cui anche il nome Su-d) e il Nord ciò che è sotto. Sappiamo che questa era la visione degli antichi (ad esempio, l’Alto Egitto è a Sud, mentre il Basso Egitto è a Nord) e che le prime opere cartografiche hanno riportato questo ordine antico, durante tutto il medioevo sino al primo periodo rinascimentale.
Troviamo in allegato il celebre “mappamondo di Fra Mauro”, del 1450, da cui potete facilmente notare come il colonialismo successivo abbia messo a soqquadro la visione del mondo.
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Haile Selassie I - Insegnamenti

L’Africa è per gli Africani

“Non possiamo dire che l’Africa è per gli Africani quando l’economia di un paese Africano è gestita dagli stranieri, mentre il popolo ha soltanto un’indipendenza nominale. Osiamo dire che l’Africa è per gli Africani soltanto quando vediamo tali progetti economici, come questa diga costruita con la partecipazione degli Africani, e quando serbiamo la speranza che gli Africani saranno i soli proprietari di tali opere di progresso nel vicino futuro”.

— Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I —

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Babilonia

Cristoforo Colon-mbo

“You teach the youths about Christopher Columbus
And you said he was a very great man
So you can’t blame the youths of today
You can’t fool the youths” (Peter Tosh)
(“Insegni ai giovani riguardo a Cristoforo Colombo
E dici che era veramente un grande uomo
Così non puoi prendertela con i giovani di oggi
Non puoi prendere in giro i giovani”)
Cristoforo Colombo rivela la sua piena natura nella traduzione spagnola del Suo Nome, che probabilmente coglie meglio il senso storico della sua impresa per conto della corona spagnola: Cristobal Colòn. Colon-mbo. E’ semplicemente l’iniziatore di quel fenomeno eticamente mostruoso che è il colonialismo, di cui tutte le problematiche politiche e sociali della modernità, inclusi i conflitti mondiali, furono manifestazioni dirette o indirette, e che ancora oggi condiziona l’ordine mondiale ostacolando la liberazione dell’uomo. Ricordiamoci che i loro storici più dotti indicano proprio in questo 1492 la fine del Medioevo e il principio dell’Epoca Moderna che tutt’ora stiamo vivendo.
Partì per cercare una via più breve alle ricchezze esotiche delle Indie, e inciampò nelle Americhe nella piena ignoranza. Gli “indiani” d’America, che con l’India non c’entrano niente, sono stati vittimizzati dalle sue categorie fallimentari. E non soltanto da quelle, dato che le loro civiltà furono cancellate.
Fece una scoperta, quella dell’America, che è tale soltanto in un’ottusa prospettiva euro-centrica di cui era rappresentante, ma che potrebbe essere simile a quella “dell’acqua calda” se consideriamo che in America c’erano 50 nazioni dalla storia millenaria, che tuttavia furono calpestate con una simile leggerezza analitica.
Alla base di tutto c’è il talento dell’uomo bianco – proprio come Yafet suo antenato biblico – da marinaio e bucaniere: che ama vagare per i luoghi lontani, che sviluppa una scienza tecnica per la navigazione dei mari e delle comunicazioni (il bianco è l’elemento dell’acqua, il colore del ghiaccio) e per dominare le acque di riflessione della mente con l’immaginazione, la propaganda e l’illusione. E con cuore e umanità annacquati, schiavizzare tutte le altre razze in un disegno di sfruttamento globale, in cui pretende la superiorità di disporre liberamente di territori migliaia di miglia lontani dal suo, ignorando completamente i diritti e la dignità degli altri popoli, siano essi rossi, gialli, ebrei, arabi, marroni o terroni.
E’ l’archetipo delle navi negriere che strapperanno milioni di Africani alla madre-terra, e costruiranno con il loro dolore e sangue il benessere bancario dell’Occidente. E’ l’archetipo dell’invasione coloniale brutale e subdola, di aquile spietate travestite da colombi, e di lupi travestiti d’agnello, che partono dolci e convincenti con diplomazia e calumet della pace, ma finiscono nel disprezzo, nel tradimento e nell’abuso senza scrupoli.
Ma siano essi colombi o vespucce, i grandi viaggiatori in questione, il nome italiano dell’America ci riporta ancora alla radice romana degli Stati Uniti, che da Roma, progenitrice della civiltà occidentale, presero lo stile architettonico, il Campidoglio, il latino delle banconote così come la mentalità imperialista e il vizio d’oppressione.
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Guerra Italo-Etiopica

Le Ignobili Vignette Fasciste

Ecco una raccolta di deliziose vignette “umoristiche” sulla guerra d’Etiopia, pubblicate dalla propaganda fascista durante il conflitto, dal 1935 in poi.

Un concentrato di viltà, slealtà, malvagità, disprezzo della vita umana e dell’onore: falsi cristiani che desideravano sterminare gli uomini come insetti, e violare le loro donne come prostitute, nonostante gli Etiopi fossero anche di fede cristiana e di tradizione ben più antica di quella di Roma.

La “bella abissina” doveva essere una concubina del madamato fascista, e l’abissino maschio il suo animale da soma. E tutto questo avveniva con il sostegno attivo dell’opinione pubblica e della Chiesa Cattolica.

Da mostrare a tutti quelli che ancora usano la retorica: “fino alle leggi razziali Mussolini ha fatto bene”. Qui siamo nel 1935, ed è pura barbarie di cui il popolo italiano deve prendere atto e da cui deve redimersi.

 

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