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Liberazione Africana

1 Marzo 1896 – La Gloriosa Vittoria di Adwa

1 Marzo 1896 – Gli Etiopi guidati dall’Imperatore Menelik II sconfiggono gli italiani ad Adwa, nel Nord dell’Etiopia.
Il contingente italiano fu astutamente accerchiato e completamente distrutto. I pochi superstiti furono fatti prigionieri, e prima di restituirli all’Italia, l’Imperatore Menelik fece loro costruire la Chiesa di San Giorgio in Addis, in cui verrà incoronato Haile Selassie I nel 1930.
In seguito a quell’evento, il governo italiano presieduto da Crispi cadde. Era la prima volta, nel corso della storia coloniale, che uno stato africano riusciva a sconfiggere una potenza occidentale, e la notizia fece presto il giro del mondo dando speranza a tutte le popolazioni africane oppresse.
Haile Selassie I aveva 4 anni all’epoca. Suo padre Ras Makonnen, ritratto in evidenza nei dipinti tradizionali, fu il generale maggiore di Menelik II e si distinse per l’eroismo, decapitando una quantità notevole di aggressori.
La tradizione vuole che San Giorgio in persona abbia combattuto al fianco degli Etiopi, e per questo viene sempre ritratto all’orizzonte circondato dall’arcobaleno. L’arcobaleno, degli stessi colori della bandiera etiopica, testimonia che Dio è dalla parte degli Etiopi.
Nelle icone etiopi tradizionali che descrivono la battaglia, gli Italiani sono ritratti di un solo colore di pelle, mentre gli Etiopi sono colorati con differenti sfumature alternate. Questo per testimoniare che la società etiopica è sempre stata multi-colore e multi-razziale, e non ha mai concepito le filosofie di discriminazione, anti-cristiane e indegne, che avrebbero invece plasmato così drammaticamente la storia dell’Italia.
Haile Selassie I disse a riguardo:
“Appena settant’anni fa, le armate Etiopi si formarono quasi come se per magia, e si scagliarono contro un invasore avido per guadagnare l’immortale trionfo di Adua.
La vittoria di Adua è stata a lungo salutata come uno dei maggiori eventi del diciannovesimo secolo in Africa. I suoi effetti sull’Etiopia e sulle sue relazioni con le potenze coloniali furono di vasta portata. Certamente essa preservò l’antica indipendenza della nazione dalle avide incursioni che allora venivano compiute altrove contro i nostri fratelli, su questo continente.”
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Libri

“Il Corso di Filosofia Africana” – Marcus Mosiah Garvey, 1937

La mia traduzione del Corso di Filosofia Africana di Marcus Garvey, che ho anche avuto l’opportunità di insegnare presso l’Università del Salento.
E’ la prima traduzione in lingua italiana di un’opera di Marcus Garvey, pubblicata dalla casa editrice senegalese Modu Modu (2021).
22 lezioni tematiche che coprono tutti gli aspetti fondamentali della vita umana, attraverso cui Garvey offre un quadro sistematico generale della sua filosofia, focalizzata sull’esperienza terrena del Regno di Dio e la liberazione dalla schiavitù politica.
Se siete interessati ad acquistarne una copia, scriveteci su:

info@rastafari-regna.com

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Liberazione Africana

La Porta della Stella Nera – Accra, Ghana

La “Black Star Gate” (Porta della Stella Nera) ad Accra, capitale del Ghana.
Commissionata dal liberatore Kwame Nkrumah, ricorda la lotta per l’indipendenza dalla Corona Inglese, che prevalse infine nel 1957.
La “Stella Nera” è un simbolo molto importante per il Ghana, presente anche nella bandiera nazionale, che Nkrumah prese dagli insegnamenti Etiopianisti di Marcus Garvey.
Quest’ultimo aveva fondato negli anni ’20 una compagnia navale per il rimpatrio e il commercio africano, la “Black Star Line”, che creava per la prima volta una connessione tra gli africani della diaspora americana e la costa Occidentale del Continente.
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Marcus Garvey

L’Immagine di Dio

“Se l’uomo bianco ha l’idea di un Dio bianco, che egli adori il suo Dio come desidera. Se il Dio dell’uomo giallo è della sua razza, che egli adori il suo Dio come lo vede appropriato. Noi, come Negri, abbiamo trovato un nuovo ideale. Mentre il nostro Dio non ha colore, è tuttavia umano vedere ogni cosa attraverso le proprie lenti, e dacché il popolo bianco ha visto il suo Dio attraverso lenti bianche, noi abbiamo soltanto adesso iniziato (sebbene sia tardi) a vedere il nostro Dio attraverso le nostre proprie lenti. Il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe, che Egli esista per la razza che crede nel Dio di Isacco e nel Dio di Giacobbe. Noi Negri crediamo nel Dio dell’Etiopia, il Dio Eterno – Dio il Padre, Dio il Figlio e Dio lo Spirito Santo, un Solo Dio per tutte le età. Quello è il Dio in cui noi crediamo, ma Lo adoreremo attraverso le lenti dell’Etiopia.”
Hon. Marcus Garvey
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Guerra Italo-Etiopica

La Vittoria Di Adwa – 1° Marzo 1896

Il 1° Marzo 1896 l’Imperatore Menelik II sconfiggeva l’esercito italiano ad Adwa, nel Nord dell’Etiopia. I soldati Italiani, che avevano occupato l’Eritrea e volevano invadere l’entroterra, furono quasi completamente sterminati, e i pochi sopravvissuti catturati e schiavizzati. Il Governo Crispi cadde immediatamente e la notizia ebbe un tremendo impatto mediatico e politico di portata internazionale.
La vittoria di Adwa fu la prima di un paese Africano contro una potenza occidentale in epoca coloniale: una vittoria che difese la dignità e libertà Africana in tempi di totale oppressione e discriminazione, e che diede speranza di riscatto e liberazione a tutti i poveri e abusati della terra…
Il massimo generale di Menelik ad Adwa fu Ras Makonnen, padre di Haile Selassie I, che combattè eroicamente e fu anche ferito ad una spalla. Haile Selassie I all’epoca aveva soltanto 4 anni, e l’invasione romana fu tradizionalmente interpretata come la “strage degli innocenti” di Erode, che tentò di sradicare il Cristo nella Sua prima infanzia.
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Liberazione Africana

L’Insegnamento di Malcolm X

“Non potete odiare
le radici di un albero
e non odiare l’albero stesso.
Non potete odiare l’Africa
senza odiare voi stessi.”
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Etiopia - Storia, Costumi e Territorio Liberazione Africana

La Statua di Haile Selassie I Padre dell’Africa

La Statua di Haile Selassie I presso la Sede Centrale dell’Unione Africana, ad Addis Abeba.

Il 25 Maggio 1963 Haile Selassie I ospitava nella Sua Capitale il congresso fondativo della prima Organizzazione Politica di Unità Continentale nella storia, e riceveva unanimemente il titolo onorifico di “Padre dell’Africa” come principale fattore del suo successo.

Questo giorno da allora commemorato internazionalmente come “l’Africa Day”. Sono le vere radici della canzone di Bob Marley “Africa Unite”, e dunque anche del gruppo reggae italiano “Africa Unite”, di cui loro però non vi parleranno mai.

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Marcus Garvey

I Nemici Interni

“Io sono stato condannato e mandato in prigione non perché abbia defraudato qualcuno, ma a motivo dei nemici malvagi della mia stessa razza. Non incolpo quei pochi bianchi che hanno contribuito alla mia condanna, e neppure incolperò il Governo. Io incolpo i Negri maliziosi e gelosi, che per amore del denaro venderebbero le loro proprie madri. Il mio popolo Nero mi ha mentito e sono stato mandato in prigione per 5 anni. Il nostro popolo è così malvagio verso sé stesso, e non è soddisfatto fin quando non va a dire ai nemici qualcosa riguardo a sé stesso. Dobbiamo realizzare che i nostri più grandi nemici non sono quelli al di fuori di noi, ma quelli in mezzo a noi. Quando riconosciamo i nemici al di fuori, e non permettiamo loro di passare, allora avremo quelli all’interno che lavoreranno con noi per distruggerci, senza che ne siamo a conoscenza“.
-Marcus Mosiah Garvey
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Marcus Garvey

Primo Messaggio di M.Garvey dal Carcere di Atlanta – 1925

“Dopo che i miei nemici saranno soddisfatti, in vita o morte tornerò a voi per servirvi, proprio come vi ho servito prima. In vita sarò lo stesso; nella morte sarò un terrore per i nemici della libertà del Negro. Se la morte ha potere, allora contate su di me nella morte, che io sia il vero Marcus Garvey che vorrei essere. Se potrò tornare in un terremoto, o in ciclone, o in una piaga, o in una pestilenza, o come Dio vorrà, allora siate certi che non vi diserterò mai né permetterò che i vostri nemici trionfino su di voi. Non andrei milioni di volte all’inferno per voi ? Non percorrerei, come il fantasma di Macbeth, la terra per sempre per voi ? Non perderei l’intero mondo e l’eternità per voi ? Non piangerei per sempre dinanzi allo sgabello del Signore Onnipotente per voi ? Non morirei un milione di morti per voi ? Allora, perché essere tristi ? Rallegratevi, e siate certi che anche se ci vorranno un milione di anni, i peccati dei nostri nemici visiteranno la milionesima generazione di coloro che ci intralciano ed opprimono.”
Marcus Garvey, primo messaggio dal carcere di Atlanta, Febbraio 1925
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