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Haile Selassie I - Testimonianze

Grande Dizionario Enciclopedico UTET – 1957

“HAYLA SELLASE I. Imperatore di Etiopia (Harar, 1891 – vivente). Nipote, per parte di madre, di Menelik, ras Tafari Makonnen (tale è il suo nome originario), studiò ad Addis Abeba, poi fu governatore del Sidama e nel 1911 dell’intero Harar. Proclamato erede al trono in seguito alla caduta di Iyasu nel 1916, assunse il titolo di ‘negus’, finché, per la morte dell’imperatrice Zauditù, di cui era stato reggente, divenne nel 1930 ‘negus neghesti’ (re dei re). Già era riuscito come reggente a far ammettere l’Etiopia nella Società delle Nazioni (1923), a istituire una rappresentanza presso gli Stati europei, a firmare un trattato ventennale di amicizia con l’Italia nel 1928. Come sovrano la sua azione fu ispirata da accorto senso delle possibilità e da sincero desiderio di avviare l’Etiopia a forme di vita economica, politica e sociale più moderne. Nel luglio 1931 emanò una costituzione bicamerale, che mirava a mitigare il potere feudale dei ras latifondisti e a rafforzare l’autorità monarchica. Decisiva fu, nel suo regno, la crisi del 1935-36 con l’Italia fascista. L’aggressione ordinata da Mussolini portò, dopo una guerra abbastanza rapida, alla conquista di tutta l’Etiopia da parte italiana e poi a una guerriglia di resistenza da parte di Hayla Sellase I, che infine dovette riparare al di là dei confini. Tornato il 5-V-1941 ad Addis Abeba, Hayla Sellase I seppe destreggiarsi fra le correnti xenofobe interne e le pressioni degli Inglesi occupanti e, servendosi con abilità delle trasformazioni sociali ed economiche compiute dagli Italiani, nonché dell’aiuto finanziario e tecnico degli Inglesi e degli Americani, cercò di accelerare lo sviluppo strutturale dell’Etiopia. Riuscì di fatto a promuovere la formazione di un primo nucleo dirigente e a varare nel novembre 1955 una nuova, più moderna costituzione fondata sul suffragio universale. Nel campo internazionale ottenne significativi successi con la firma della Carta dell’O.N.U., la partecipazione alla Conferenza di Londra del 1947 sulla questione dei territori italiani d’Africa, l’acquisto della corona dell’Eritrea nel 1950, i viaggi nelle capitali mondiali nel 1954.”

(Tratto dal “Grande Dizionario Enciclopedico”, Utet 1957)

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Haile Selassie I in Italia

N.Adelfi – La Stampa – 10 Novembre 1970

“INTERVISTA IN TRENO CON HAILE SELASSIE

‘Le vicende tristi della guerra sono acqua passata’ – Apprezza negli italiani ‘la loro volontà di lavorare e il fatto che ovunque essi vadano cercano di vivere in armonia con la gente del posto’

S.Margherita L. 9 novembre.

Il treno messo a disposizione dell’Imperatore d’Etiopia dal presidente Saragat ha iniziato il viaggio da Roma a Santa Margherita Ligure alle 16,45. Il Negus si è subito appartato in compagnia di due cani che lo seguono dappertutto nei suoi viaggi, di razza ‘ciuoa’: sono piccoli, con gambe esili, orecchie a sventola. Nervosi e intelligenti. Il beniamino del Negus si chiama ‘Lulù’ e di lui si dice che ha qualità d’intuito e di premonizione addirittura straordinarie. Si racconta che lunghe e affettuose siano le conversazioni tra l’Imperatore e il suo diletto ‘Lulù’.

Ad un certo momento, grazie ad un ingegnoso apparecchio radio messo a punto dal colonnello Mario D’Enrico in appena tre giorni, il Negus ha potuto telefonare due volte ad Addis Abeba con i suoi familiari e con diversi ministri. Poi si è collegato col presidente Saragat e in francese gli ha rinnovato i suoi sentimenti di sincera gratitudine per la cordialità e l’affettuosità delle accoglienze ricevute a Roma, a Orvieto e a Viterbo.

Dopo Cecina il Negus ha acconsentito a ricevere nel saloncino presidenziale una decina di giornalisti italiani e stranieri. E’ toccato a me essergli presentato per primo, e a nome dei colleghi ho pregato l’imperatore di darci qualche impressione del suo viaggio in Italia, ora che la parte ufficiale era terminata.

Il Negus ha cominciato col rispondere in inglese, ma poi ha preferito continuare in amarico e via via una persona del suo seguito ci dava la traduzione, sempre in inglese.

Hailé Selassié ha esordito mettendo bene in chiaro che il suo non è un viaggio turistico. Quarantasei anni fa egli fu accolto dal governo italiano con manifestazioni di amicizia e ora egli è tornato in Italia per rafforzare quei legami e porli su una base più duratura. Le vicende tristi e sfortunate della guerra ormai sono acqua passata. Gli etiopi hanno veramente dimenticato quello che avvenne in quei tristi anni. Questo è dovuto soprattutto al fatto che sono mutate le condizioni del mondo e mutato è anche il governo in Italia. Dovunque egli si sia recato, ha proseguito il Negus, ha potuto vedere con quanta amicizia la gente comune lo ha accolto e lo ha acclamato.

Sul piano governativo le relazioni attuali tra l’Italia e l’Etiopia non potrebbero essere più amichevoli e i frutti si vedranno con l’ulteriore collaborazione politica ed economica.

Ad un certo punto l’imperatore ha ricordato che quando egli ritornò sul trono ad Addis Abeba invitò i suoi compatrioti a trattare gli italiani secondo le prescrizioni delle sante scritture. Essi acconsentirono di buona voglia e da quel momento i rapporti tra gli italiani che vivono in Etiopia e gli etiopi si sono sempre svolti in un clima di uguaglianza e di rispetto reciproco.

Il Negus ha messo poi l’accento sul contributo dato dagli italiani in Etiopia in tutti i campi, specialmente in quello economico. Ormai essi si sentono a casa loro e vivono in mezzo agli etiopi rispettandone le usanze e la mentalità. A una domanda di un collega l’imperatore ha detto che il tempo per odiare è passato. Ora nel mondo non dovrebbe esserci più posto per l’odio. Ad un’altra domanda ha risposto: ‘Le due qualità che più apprezzo negli italiani è la loro volontà di lavorare veramente esemplare e il fatto che ovunque essi vadano cercano di assuefarsi alle condizioni locali e di vivere in armonia con le genti del posto’.

A Livorno il treno ha sostato per pochi minuti, però sono stati sufficienti per far adunare un centinaio di persone attorno alla carrozza presidenziale. Insistenti applausi hanno indotto il Negus ad affacciarsi al finestrino. Scorta una donna con un bambino in braccio il Negus l’ha invitata ad avvicinarsi e ha messo nelle mani del bambino una medaglia con la sua effigie.”

“La Stampa” 10 Novembre 1970, articolo di Nicola Adelfi

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Haile Selassie I - Testimonianze

G. Sommi Picenardi – L’Illustrazione Italiana – 1930

“…proclamarono imperatrice la principessa Zauditù, ed elessero erede della corona Ras Tafari, figlio del grande Maconnen e cugino di Zauditù, ‘leone d’Etiopia e spada di Salomone’, noto per la sua saggezza politica, il suo valore militare e dai Lazzaristi francesi, che l’ebbero allievo, educato a un vibrante interesse per le cose europee. Anche in quella occasione, mentre si poteva già considerare arbitro del paese, Tafari diede prova d’ingegno sottile e di diplomatica finezza, volendo che il trono, offertogli dai suoi partigiani, venisse invece occupato dall’ultima superstite della famiglia di Menelik, che era appunto Zauditù … (…)

Da allora in poi (…) il Reggente Tafari esercitò continuamente quelle funzioni sovrane che oggi gli vengono di pien diritto attribuite, in seguito alla morte di Zauditù, assieme alla corona imperiale e al titolo di Negus Neghesti, ossia di Re dei Re.

L’opera di governo esercitata fin qui da Tafari può dirsi che proceda per tappe di continua civilizzazione del paese, nonostante le difficoltà create ad un rapido progresso dalla configurazione fisica del territorio e dagli immensi dislivelli culturali e psicologici di una popolazione che comprende il fastoso feudatario, superbo nella sua antichissima nobilità, e il selvaggio ignudo che vive nella macchia impenetrabile. Così si spiegano le molteplici difficoltà incontrate da Tafari nella sua lotta contro la perdurante vergogna della schiavitù. Tuttavia, il passato recente dà agio a bene sperare dell’avvenire dell’Abissinia sotto il nuovo Sovrano…” (…)

“L’Illustrazione Italiana”, 13 Aprile 1930, p.601 – Articolo di G. Sommi Picenardi

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Haile Selassie I - Testimonianze

Carlo Tuzii – Radiocorriere TV – 1965

“UN IMPERATORE ILLUMINATO

Siamo arrivati ad Addis Abeba il 7 gennaio, in occasione del Natale etiopico. C’era una grande cerimonia religiosa alla Chiesa della Trinità, che è la Cattedrale copta della città, e una grande folla attendeva l’arrivo dell’imperatore. Era una folla pittoresca, come tutte le folle africane, ma sostanzialmente ordinata. Attendeva da ore, sotto il sole, con pazienza. Solo in un altro Paese ho visto attendere così: in Inghilterra. E probabilmente questa coincidenza non è casuale: Hailé Selassié rappresenta in Africa la forza della tradizione, come Elisabetta II in Europa.

Tagliata fuori dal mondo circostante per la sua natura di altopiano montagnoso, che l’ha resa inaccessibile per secoli, l’Etiopia è uno dei pochissimi Paesi africani che possano vantare una lunga indipendenza: trenta secoli, con la sola breve interruzione dell’occupazione italiana dal 1936 al ’41.

Il Paese ha una forte tradizione cristiana, ma è popolato da diverse minoranze religiose, mussulmani, animisti, pagani. E’ formato da quaranta gruppi etnici diversi: da questo deriva il nome Abissinia, che vuol dire mescolanza di razze. (…) Sono orgogliosi; e la loro fierezza traspare anche nei gesti più consueti, nel modo di salutare o di ringraziare, nelle manifestazioni di entusiasmo.

Fu così anche quel giorno alla Chiesa della Trinità.

Quando apparve in lontananza la ‘Rolls Royce’ verde dell’imperatore si alzò un urlo fra la folla (è un urlo acuto e tremolante che si chiama ‘eleltà’), alcuni si prostrarono a terra, altri sollevarono i bambini perché potessero vedere meglio; ma non c’era nulla di servile nei loro atteggiamenti.

L’imperatore, seduto su un cumulo di cuscini, rispondeva al saluto con gesti discreti, come si conviene a chi ha alle spalle una dinastia vecchia di tremila anni. Sorrise benevolmente al nostro operatore che si era buttato avanti per riprendere la scena.

ALLA LEGA DELLE NAZIONI

Hailé Selassié è il duecentocinquesimo Negus d’Etiopia; discende in linea diretta da Menelik I, che la leggenda vuole figlio di Salomone e della Regina di Saba. Gli competono i titoli di Eletto del Signore, Leone Trionfante della Tribù di Giuda, Re di Sionne, Re dei Re.

La sua figura è indissolubilmente legata alle vicende dell’Etiopia moderna. Divenne imperatore il 2 novembre 1930, ma la sua carriera pubblica era cominciata molti anni prima. A quattordici anni era stato nominato Vice-Governatore dell’Harrar, poi Re dello Scioa, infine, nel 1917, Reggente al Trono.

Fu lui, proprio durante il periodo della reggenza, a volere che il Paese entrasse a far parte della Lega delle Nazioni; e questo nel 1923, quando le grandi potenze consideravano ancora l’Africa come una terra di conquista. Questa fu una prova di intelligenza, ma anche di autentica sensibilità politica, che doveva essere confermata pochi anni dopo, in occasione del conflitto italo-etiopico.

Fu il primo monarca africano ad apparire di fronte ad un organismo internazionale per difendere la causa del suo Paese. La sua dichiarazione davanti alla Lega, il 30 giugno 1936, lo pone di diritto fra i grandi personaggi della nostra epoca. ‘Il problema sottoposto all’Assemblea – affermò in quell’occasione – è più vasto che la rimozione delle sanzioni. Si tratta della fiducia che ogni Stato deve riporre nei trattati internazionali, del valore che debbono avere le promesse fatte alle piccole nazioni, perché la loro integrità e la loro indipendenza siano rispettate e garantite. In breve: è in giuoco la moralità internazionale. A parte il Regno del Signore, non c’è su questa terra alcuna nazione che sia superiore ad un’altra’.

SAGGEZZA ED EQUILIBRIO

Mantenne questa sua fiducia anche negli anni dell’esilio in Inghilterra; e ne diede prova al rientro in Etiopia con una politica molto equilibrata nei confronti della comunità italiana rimasta nel Paese, ottenendo così che i nostri connazionali dessero un prezioso contributo alla ricostruzione e allo sviluppo dell’Etiopia.

Saggezza, equilibrio, moderazione: sono queste le qualità salienti di Hailé Selassié, quelle che gli hanno consentito di restare alla guida di un Paese dalle strutture ancora feudali e al tempo stesso di assumere una posizione di prestigio all’interno del Movimento di Unità Africana.

Le stesse qualità le manifesta nella sua vita privata. Abita al Palazzo del Giubileo, nel centro di Addis Abeba, circondato da un numero imprecisato di nipoti e pronipoti. La sera, al tramonto, scende con loro alle scuderie, per dare da mangiare ai cavalli (l’equitazione è sempre stata la sua grande passione). Ha 73 anni, ma conserva un passo e un’andatura molto giovanili.

E’ difficilissimo avvicinarlo, ma una volta superata la barriera dei cortigiani e dei funzionari, è di una cortesia estrema. Parla poco, a monosillabi, ma ascolta attentamente.

La sua Corte ha un cerimoniale fra i più rigidi del mondo (superiore persino a quello della Corte inglese), ma alle cerimonie pubbliche si presenta accompagnato da almeno uno dei suoi molti nipoti e dalla cagnetta Lulù. Quando gli abbiamo chiesto se ha fiducia negli uomini ci ha risposto che non bisogna disperare; e ha continuato a carezzare sorridendo uno dei suoi cavalli.

Questi sono alcuni aspetti di Hailé Selassié, il trentesimo personaggio che appare alla ribalta di Primo Piano.”

Da “Radiocorriere TV” 18-24 Aprile 1965, p.24, articolo di Carlo Tuzii

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Haile Selassie I - Insegnamenti

Non avere nulla a che fare con Alcool e Droghe

“La costruzione di questo Stadio chiama la gioventù dell’Etiopia al suo sacro dovere di preservare la forza del corpo e la rapidità della mente, volgendosi via da tutto ciò che indebolisce il corpo o limita l’intelletto. Non deve essere dimenticato che per amare lo sport e salvaguardare il prestigio internazionale, è indispensabile non avere nulla a che fare con l’alcool ed evitare ogni cosa ignobile contro cui parla la coscienza”.

— Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I —

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Haile Selassie I - Insegnamenti

Il Progresso deve essere in Armonia con la Fede

“E’ necessario che il progresso che l’Etiopia compie sia in armonia con la sua Fede. Dove non c’è fede in una civiltà, ma soltanto potere, quella civiltà è attorniata da dubbio e timore e il suo potere si esprime nella brutalità”.

— Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I —

 

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Haile Selassie I - Insegnamenti

Le Ricchezze della Conoscenza

“Negli anni recenti, abbiamo molto sentito parlare delle ricchezze economiche del nostro continente e del beneficio per noi stessi e per il mondo che risulterebbe dal loro sfruttamento e sviluppo. Abbiamo qui, tuttavia, un’altra potenziale fonte di ricchezza che non deve essere trascurata – il beneficio che noi e il mondo matureremo se ai nostri figli saranno garantiti gli strumenti della conoscenza, e se saranno resi in grado di acquisire la perizia che può derivare dall’educazione. Questi strumenti e queste perizie li aiuteranno a realizzare come individui la loro piena statura intellettuale, morale e culturale, e dunque li renderanno in grado, come membri di una società, di contribuire degnamente alla costruzione della nostra civiltà umana. L’uomo è stato dotato dell’innato desiderio e dell’abilità di acquisire sapienza e apprendimento, ed è dovere dei leader ispirare e guidare i nostri popoli in questa impresa.”

– Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I –

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Haile Selassie I - Insegnamenti

Staccarsi dai Desideri Mondani

“Le parole della Santa Bibbia, ‘Dai e ti sarà dato’, sono degne d’essere osservate nelle vostre vite quotidiane. Questo importantissimo evento dovrebbe essere un tempo in cui riflettere e porre a voi stessi le domande: ‘Che genere di servizio stiamo andando a rendere al nostro paese, e cosa intendiamo compiere nella vita?’ Crediamo fermamente che se farete a meno dell’amor proprio e dell’indulgenza verso voi stessi, e vi staccherete dai desideri mondani, sarete in grado di rendere grandi contributi alla vostra famiglia, alla vostra comunità e al vostro paese.”

– Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I –

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Haile Selassie I - Insegnamenti

La Moralità Fisica

“La buona salute non è soltanto necessaria al benessere e alla felicità dell’uomo, ma è anche un prerequisito fondamentale per il progresso e la prosperità di una nazione. Proprio come l’educazione assicura la promozione della conoscenza dell’uomo in tutti i campi del suo impegno, così la cura medica appropriata aiuta a salvaguardare e promuovere la sua crescita fisica e mentale. ‘La preservazione della salute è un dovere. Pochi sembrano coscienti che esista una cosa come la moralità fisica’, sono parole sagaci, qui degne di nota.”

Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I

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Haile Selassie I - Insegnamenti

Combattere la Disoccupazione

“La disoccupazione è nociva – essa nuoce e danneggia il disoccupato stesso, la sua nazione e il suo paese. I datori di lavoro dovrebbero sforzarsi di creare altri posti di lavoro. Il lavoratori dovrebbero occuparsi del proprio lavoro con diligenza e vigore. Questi attributi gemelli sono le pietre d’angolo del progresso.”

Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I

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