“SELASSIE’ E GLI ITALIANI
Il Negus aprirà gli sconfinati territori dell’impero all’impiego della nostra mano d’opera specializzata di tecnici e ingegneri
Si va sempre più diffondendo nella capitale dell’Etiopia la convinzione che sarà permessa agli italiani la penetrazione in forma pacifica e graduale nel territorio ch’essi conquistarono con la forza. A questo proposito l’imperatore Haile Selassie ha ricevuto un gruppo di giornalisti stranieri ai quali ha esposto i suoi piani per una civilizzazione razionale, sia pure parziale, del territorio a lui sottoposto.
‘Mi servirò molto della mano d’opera straniera‘ – ha affermato il Negus – ‘e particolarmente di quella italiana, che ha sempre dato dimostrazione di efficienza qualitativa di primo ordine‘.
Il Governo del Negus Neghesti è già in trattative per accogliere, sia nella capitale che nei centri periferici passibili di sviluppo, un certo numero d’ingegneri, di tecnici e di mano d’opera specializzata, che valgano a fermare la crisi di disfacimento che si manifesta in tutta l’Abissinia.
Questa preferenza per gli italiani, che non è uguale a quella dimostrata per francesi e spagnoli, è motivata dal fatto che gli italiani hanno lasciato un buon ricordo in tutti i settori della vita costruttiva etiopica.
‘Ho un piano‘ – ha detto l’imperatore – ‘che potrei definire quinquennale. Addis Abeba dovrà diventare una delle più graziose e più moderne capitali del mondo. Saranno riattivati ed ampliati i canali di fognature che l’incuria ha profondamente deteriorato, molto impulso sarà dato agli impianti idrici ed un intero piano di rifacimento sarà dedicato alle strade. Anche l’edilizia avrà la sua spinta in avanti.‘
L’imperatore ha un vivo desiderio: quello di vedere sorgere nel territorio di Addis Abeba un gruppo di grattacieli che abbiano l’ampiezza e l’altezza di quelli di New York.
‘Quale trattamento sarà riservato agli italiani e a tutti coloro che accetteranno l’invito di lavorare ad Addis Abeba e in tutta l’Etiopia?’ – abbiamo chiesto all’imperatore.
‘Il trattamento che tutte le nazioni civili prodigano a coloro che apportano benessere, con qualche cosa di più. L’Etiopia è un immenso e ricco territorio che ha bisogno delle braccia e del cervello di tutti. Può diventare rapidamente una nazione moderna, solo che i bianchi accettino di aiutarla con assoluto rispetto della libertà e della convenienza. L’esperimento italiano è stato a suo tempo molto fruttifero e chiarificatore. Gli abissini non potranno mai, da soli, adeguarsi alle esigenze della vita civile. Hanno bisogno di una guida, ma in un certo senso, sono degli ottimi allievi.’
In sostanza l’imperatore degli Etiopi è favorevole ad una corrente d’immigrazione graduale, attraverso la quale egli potrà realizzare i grandiosi piani di rinnovamento e di civilizzazione ai quali personalmente lavora.
E’ noto che Selassie ha inviato degli ingegneri etiopi a New York, a Londra e a Parigi, affinché si rendano conto di quello che si può fare in un territorio quasi vergine come l’Abissinia. Ha costituito inoltre un Ministero della Tecnica e dei Lavori, attraverso il quale pensa di organizzare e inquadrare tutti gli elementi utili del territorio.
Secondo i progetti, nel 1960 l’Etiopia dovrà essere posta sullo stesso piano delle nazioni civili con ordinamento, sistema ed una cultura che ne rendano facili i rapporti col mondo moderno.”