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il 19 Febbraio
stese la mano
sull’innocenza degli Etiopi
calpestò il santo suolo
le chiese e i monaci
tentò di ingannare il popolo
con artifici tecnologici
corrompere il modello
morale e culturale, i principii
degradare il suo livello
bruciare manoscritti e libri
porre madamato e bordello
sulla purezza degli sposi
violenze sul cervello
per deviarlo coi loro ismi
produrre scismi e condurlo
lontano dai pascoli erbosi,
Graziani il macellaio
scelto tra gli odiosi più razzisti
per uccidere disprezzando
i civili come insetti parassiti
gas mostarda spruzzarono
contro tutte le convenzioni
internazionali dei diritti
la croce rossa bombardarono
senza inibizioni vandalismi,
teste mozzate
appese ostentate
e quante mutilazioni
degli organi intimi
saccheggiarono tesori
d’icone d’oro e troni
corone e reliquiari
ancora si vantano
nei musei napoletani
e non li restituisci,
ovunque temevano
l’Asse dei nazisti
ma a piedi scalzi
soldati nazirei
presero le armi
floridi nei ricci,
sfidarono i marchingegni
degli scientisti
primi e veri partigiani
versarono il sangue
per cinque anni esatti
affinché tu esisti
e ricordi l’inizio
di tutti i fatti scritti,
che morìa
d’impicci
la loro memoria
corta e selettiva
è più interessata
a creare avamposti
in Palestina
che affinare i giudizi,
negazionismi
e segreti di stato
ostacolano la coscienza
ma fu profetizzato
si batteranno il petto
tutti i regni della terra
per questo
Rasta non ti rattristi,
gli spiriti dei martiri
ti sussurrano
“resisti!”
è meglio morire liberi
che vivere da schiavisti.
Ecco una raccolta di deliziose vignette “umoristiche” sulla guerra d’Etiopia, pubblicate dalla propaganda fascista durante il conflitto, dal 1935 in poi.
Un concentrato di viltà, slealtà, malvagità, disprezzo della vita umana e dell’onore: falsi cristiani che desideravano sterminare gli uomini come insetti, e violare le loro donne come prostitute, nonostante gli Etiopi fossero anche di fede cristiana e di tradizione ben più antica di quella di Roma.
La “bella abissina” doveva essere una concubina del madamato fascista, e l’abissino maschio il suo animale da soma. E tutto questo avveniva con il sostegno attivo dell’opinione pubblica e della Chiesa Cattolica.
Da mostrare a tutti quelli che ancora usano la retorica: “fino alle leggi razziali Mussolini ha fatto bene”. Qui siamo nel 1935, ed è pura barbarie di cui il popolo italiano deve prendere atto e da cui deve redimersi.
Enzo Biagi introduce l’intervista di Gianni Bisiach nel 1962 con Hailé Selassié, Imperatore di Etiopia. Il racconto della storia della nazione e della vita del Neguse Neghest, Re dei Re. Nella residenza imperiale, parla dei rapporti tra Italia e Etiopia, del contributo del lavoro italiano per lo sviluppo del paese e del suo impegno per l’unità africana. Il Negus passeggia nel giardino, circondato dai nipoti e dagli animali del suo piccolo zoo privato.
Documentario della RAI andato in onda il 25 Giugno del 1962
Regia di Gianni Bisiach.
Dopo l’occupazione del 1936, i Fascisti rubarono il monumento del Leone di Giuda che si trovava ad Addis, e lo deposero, a Roma, ai piedi dell’obelisco commemorativo dei caduti di Dogali, ovvero gli sconfitti della prima aggressione italiana ai danni dell’Etiopia, avvenuta alla fine dell’800.
Nel 1960, l’Italia nuovamente sconfitta riconsegnerà il Leone, tutt’ora custodito ad Addis e visitabile presso la sua stazione ferroviaria.
Statua commemorativa, attualmente sita in Addis Abeba, dell’Abune Petròs, capo della Chiesa Etiope che durante l’invasione fascista si rifiutò di riconoscerne l’autorità, predicò forza e coraggio ai patrioti della resistenza e fu infine fucilato ignobilmente dai fascisti, martirizzato come gli apostoli.
Un esempio eroico di sacerdozio cristiano, offerto per la causa della libertà e dei diritti umani, che denuncia l’ambiguità e debolezza morale del papa di Roma suo contemporaneo, che invece sosteneva la guerra e il regime irrazionale di Mussolini per gli interessi politici del Vaticano e per paura di ritorsioni.