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Haile Selassie I - Insegnamenti

“Il Tintinnar di Sciabole” e la Guerra Fredda

“Ci stiamo incontrando in una giuntura critica nella storia. Persino entro i confini di queste mura, il tintinnar delle sciabole delle possenti potenze risuona nelle nostre orecchie.”
Questo affermò Haile Selassie I alla Conferenza di Belgrado nel 1961, in riferimento alle ripercussioni globali della Guerra Fredda. L’espressione “il tintinnar di sciabole” sarà poi ripresa nel 1964 dall’onorevole socialista Pietro Nenni, per indicare il clima da possibile golpe militare durante la crisi del governo Moro (il cosiddetto “Piano Solo”), che inaugurò la stagione del terrorismo e degli “anni di piombo” in Italia. Essa si concluderà proprio con l’assassinio di Aldo Moro, e la successiva strage di Bologna del 1980, come una chiara proiezione della Guerra Fredda sul territorio italiano.
L’espressione “il tintinnar di sciabole” è tutt’ora ascritta a Pietro Nenni nel 1964, seppur Haile Selassie I l’abbia pronunciata tre anni prima nel 1961, in un forum internazionale di ben più alto prestigio.
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I&I Rasta

Ci sono Rasta di tutti i colori

Intervistatore: “Cosa pensi della gente bianca che segue la musica e si dichiara Rastafariana?”
Peter Tosh:Jah ha detto: ‘Sono venuto tra i miei, e non mi hanno ricevuto, così chiunque voglia può venire’. Trovo che la gente ami e rispetti me e la mia musica, e non sta a me dire chi è un vero Rasta, perché c’è tutto un mucchio di uomini neri che sono ‘ras..cal’ (mascalzoni). Tutti i miei fan, neri e bianchi, sono ‘anime’ che sto provando a vincere per Jah. Durante l’ultimo tour, un uomo bianco è venuto ad uno dei miei spettacoli, ma non aveva corpo dall’ombelico in giù – un mezzo uomo. Ma stava danzando sulle sue mani e gridando al massimo della sua voce; una fede tale l’ho vista di rado. Chi sono io per dare un giudizio su una tale persona?
Ras Peter Tosh, Intervista con Bagga Brown, 1983
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Haile Selassie I - Leggi e Governo

Il Non-Allineamento e la Conferenza di Belgrado del 1961

Nel Settembre 1961, Haile Selassie I partecipò attivamente alla Conferenza di Belgrado, che portò alla costituzione dei Paesi Non-Allineati.
Essi rifiutavano di principio la guerra fredda e qualunque influenza politica di blocco, comunista russa o capitalista statunitense, dacché rappresentava in ogni caso una forma di imperialismo militare contrario al diritto internazionale e all’ordine legale vigente, stabilito legittimamente e universalmente dalle Nazioni Unite in seguito alla vittoria sul Nazi-Fascismo con la Seconda Guerra Mondiale.
La lezione dell’Imperatore d’Etiopia, impartita in quel congresso internazionale oltre 60 anni fa, è profeticamente valida e reclama l’attenzione dei popoli e dei governi senza coscienza:
“Le nazioni che sono rappresentate qui oggi hanno risposto all’invito a presenziare alla Conferenza degli Stati Non-Allineati. Potremmo utilmente chiederci, come un primo essenziale passo per esercitare i nostri propri termini di riferimento e per formare un approccio comune ai problemi che ci siamo riuniti a considerare, cosa intendiamo con il termine ‘non-allineato’.
Potremmo dire che nessuna nazione qui si sente così pienamente entro la sfera d’influenza di uno di questi due gruppi da non poter agire indipendentemente da essi e contrariamente ad essi qualora scelga così e così dettino gli interessi della pace mondiale. Intendiamo, insomma, che noi tutti siamo, in senso ultimo, neutrali nella guerra fredda che infuria senza placarsi nel mondo oggi.” (…)
“Essere neutrali significa essere imparziali, imparziali di giudicare azioni e politiche obbiettivamente, così come le vediamo o contribuire o detrarre alla risoluzione dei problemi del mondo, la preservazione della pace e il miglioramento del livello generale delle condizioni di vita dell’uomo. Dunque, potremmo trovarci ora ad opporci, ora a supportare, ora a votare con, ora a votare contro, prima l’Est, poi l’Ovest. E’ il valore delle politiche stesse, e non la loro fonte o sponsor, che determinano la posizione di colui che è veramente neutrale.
Questa, Noi sosteniamo, è l’essenza del non-allineamento. Quelli che denuncerebbero rettamente una parte su ogni problema o questione maggiore, riservando nient’altro che lodi all’altra, non possono rivendicare di essere non allineati, e neppure coloro le cui politiche sono formate per essi altrove, e che aspettano pazientemente di essere istruiti se essere a favore o contro, possono essere chiamati non-compromessi.
Noi in Etiopia sentiamo di aver conseguito crescente successo nell’incarnare questo concetto nelle nostre relazioni internazionali. Per molti anni abbiamo portato avanti relazioni amichevoli con le nazioni dell’Ovest e dell’Est. Abbiamo ricevuto aiuto economico e assistenza tecnica da entrambi, Ovest ed Est, senza in nessun modo compromettere la nostra indipendenza nel dare un giudizio sulle questioni che sono sorte tra i due, non ci siamo mai impegnati in attacchi ingiustificati verso alcuna delle due parti, ma allo stesso tempo non abbiamo mai esitato a essere critici verso entrambe quando abbiamo sentito che le loro politiche richiedessero o meritassero criticismo.
Soltanto questa definizione di non-allineamento o, se ci piace, di neutralità, servirà nel mondo moderno se intendiamo apportare onestamente la nostra influenza sui problemi del giorno presente. E’ nell’implementazione di questo concetto che noi, le Nazioni Non-Allineate, abbiamo il nostro ruolo da svolgere, un ruolo che, a meno che non lo compromettiamo, può contribuire incommensurabilmente alle cause gemelle di giustizia mondiale e miglioramento del genere umano. Se leviamo le nostre voci contro l’ingiustizia, ovunque sia trovata, se chiediamo di fermare l’aggressione ovunque si verifichi e sotto qualunque guisa o marchio l’aggressore sia tale, e se lo facciamo su una base interamente imparziale, possiamo servire da coscienza collettiva del mondo. D’altra parte, sacrificheremo rapidamente e certamente questa posizione privilegiata se ci riveliamo faziosi da una parte o dall’altra dall’inizio, se ascoltiamo soltanto con un solo orecchio una parte soltanto, e agiamo a sprezzo del principio di imparzialità.” (…)
“L’azione di blocco implica, all’interno del gruppo, l’esercizio di pressioni sui membri recalcitranti, il compromesso delle posizioni, il sacrificio del principio per l’espediente politico, il commercio di voti per voti e l’adesione alla regola del quid pro quo. Tutte queste cose non sono coerenti con la fonte reale del nostro potere: l’elemento morale nella condotta degli affari umani. Quanto spesso noi tutti, alle Nazioni Unite, abbiamo assistito allo spiacevole spettacolo di nazioni che votavano contro la loro volontà, a volte contro i propri interessi, come parte di un blocco. E come abbiamo applaudito le occasioni in cui i membri di un gruppo, a sprezzo delle politiche e degli auspici dei leader del gruppo, hanno votato in accordo al principio e al diritto così come loro li hanno visti.” (…)
“Le Nazioni Unite forniscono la strumentalità con cui il principio della Sicurezza Collettiva, a cui Noi personalmente abbiamo votato il tempo della Nostra vita, consegue reale e tangibile esistenza e significato. Se la forza deve essere impiegata nel mondo oggi in resistenza all’aggressione e nel mantenimento della pace mondiale, certamente è preferibile che essa sia impiegata attraverso un’istituzione come le Nazioni Unite, nel perseguimento delle decisioni internazionali arrivate lì legalmente e apertamente. L’Etiopia non ha esitato a rispondere nel passato con tutte le risorse a sua disposizione alla chiamata delle Nazioni Unite in tempo di crisi, e non esiteremo a farlo di nuovo qualora la chiamata dovesse essere fatta.” (…)
“Il difetto più ovvio che osserviamo nelle Nazioni Unite oggi deriva dal fatto che questa Organizzazione, nel 1961, rimane la stessa identica entità che fu creata sedici anni fa a San Francisco. Il suo corpo di membri si è più che raddoppiato da 46 a 99 nazioni, ma la sua struttura rimane la stessa, e nessuna misura è stata presa per assicurare che adeguata rappresentanza nei suoi organi costituenti sia garantita ai popoli che hanno, sin dal 1945, preso il loro posto in questo corpo mondiale. Non ci deve essere negato e non ci verrà negato questo diritto – poiché questo è un diritto e non un privilegio.”
**********
Da oltre 60 anni siamo abituati ad assistere all’ipocrisia di una nazione allineata come l’Italia, che supporta le invasioni del suo blocco in Iraq, Afghanistan, Libia, ma condanna con lacrime e cerimonie le invasioni di un altro blocco. Offre il massimo sostegno ad operazioni puramente coloniali dall’altra parte del mondo, dagli esiti disastrosi, in territori di diversa storia, etnia, religione, e poi si straccia le vesti quando c’è uno scontro militare tra due popoli confinanti che hanno condiviso la medesima storia politica fino a pochi decenni fa. E spariscono di colpo, dalla propaganda mediatica, sia la minaccia incombente del terrorismo islamico che la malattia più tremenda della storia.
Un’aggressione è sempre un’infrazione della legge internazionale, non deve essere approvata in nessuna maniera e non rappresenta una soluzione, ma soltanto il peggioramento di ogni causa e il pianto degli innocenti. Ma per contribuire alla pace, bisogna riconoscere con giustizia che si tratta di una reazione, seppur illecita, a tutta una politica di interferenza ed oppressione altrettanto illecita da parte degli Stati Uniti, in quell’area e altrove, che deve essere anch’essa ripudiata da ogni paese libero, e terminata. Quando Cuba installò missili nucleari sovietici vicino alle coste americane, gli Stati Uniti minacciarono il conflitto mondiale ed imposero un embargo spietato ed affamante, senza alcuna autorizzazione internazionale. Oggi si pretende invece che la Russia accetti i missili americani in Ucraina, pacificamente e in silenzio.
Le politiche internazionali non devono essere determinate dal G8 ma dalle Nazioni Unite. Tutti gli eventi devono essere esaminati e giudicati legalmente dalle Nazioni Unite, e gli Occidentali non hanno alcun diritto di giudicare, intervenire militarmente o imporre sanzioni senza l’autorizzazione delle Nazioni Unite. E le Nazioni Unite devono essere pienamente potenziate: si deve rimuovere l’obsoleto potere di veto delle “potenze vincitrici”, e quello deve essere considerato l’ambiente democratico fondamentale di ogni relazione e decisione internazionale.
L’Italia è stata il campo di battaglia di questi delinquenti per tutto il periodo delle stragi e del terrorismo; è stata insanguinata e deviata per decenni dalle trame di questi eversori e cospiratori; verrà coinvolta anche questa volta dai conflitti e dalle varie ritorsioni economiche, e come sempre piangeranno e pagheranno i poveri del popolo. Forse è tempo di Non-Allineamento anche per l’Europa, per la sua stessa integrità e salute, e di studiare finalmente le lezioni politiche dei maestri giusti.
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Musica Regale

Una Musica Rivoluzionaria dal Messaggio Divino

“La vera barriera è il sistema (shit-stem). Il suono dell’heartbeat sincopato del one-drop ha il potenziale per dilagare ovunque. La musica è già buona, ma il sistema è tarato per tenere la musica reggae sotto controllo. Vedi, il reggae è spiritualmente rivoluzionario, e il messaggio è divino. Il contenuto del messaggio apre gli occhi della gente verso i mali del sistema, e così non può essere incoraggiato dal sistema, poiché dentro la musica ci sono i semi della distruzione del suddetto sistema. Ma la musica è contagiosa come un germe, così deve germinare e tutto quello che possono fare è ritardare il processo… deve accadere ! Il sistema deve esplodere per il conflitto, modificarsi per gestire la pressione, o trasformarsi in un nuovo giorno.”
Ras Peter Tosh, Intervista con Bagga Brown, 1983
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I&I Rasta

Non Dimenticare i Crimini Fascisti in Etiopia

Peter Tosh:Ho preso un libro l’altro giorno, si chiama ‘Storia dei Massacri Italiani’, qualcosa del genere, in Etiopia. Imparo questo, quando leggo quel libro mi vengono le lacrime agli occhi.
Intervistatore: “Riguarda Menelik ? O Selassie?”
Peter Tosh:Selassie I.
Intervistatore: “Allora degli anni ’30.”
Peter Tosh:Si, ’34-’37, intorno a quei tempi. Terribile, terribile. Chiunque trovassero con la foto di Sua Maestà Imperiale, via la testa ! Puoi vedere soldati, soldati Italiani, e ogni diverso genere di soldati, con la testa dei Rasta nelle loro mani, che si vantavano, si mettevano in posa – inviavano teste, dozzine di teste in cestini, per mostrarle alle loro famiglie, la testa del Rasta. Capito? E’ pieno di gente che non sa queste cose. Io ho visto delle fotografie.
Ras Peter Tosh, Mengheste Sematat
Intervista con R.Steffens and H.Holmes, 1980
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Guerra Italo-Etiopica

YESEMATAT QEN – Il Giorno dei Martiri Etiopi dell’Invasione Fascista

Nel 1937
il 19 Febbraio
la febbre fascista
stese la mano
sull’innocenza degli Etiopi
calpestò il santo suolo
le chiese e i monaci
tentò di ingannare il popolo
con artifici tecnologici
corrompere il modello
morale e culturale, i principii
degradare il suo livello
bruciare manoscritti e libri
porre madamato e bordello
sulla purezza degli sposi
violenze sul cervello
per deviarlo coi loro ismi
produrre scismi e condurlo
lontano dai pascoli erbosi,
Graziani il macellaio
scelto tra gli odiosi più razzisti
per uccidere disprezzando
i civili come insetti parassiti
gas mostarda spruzzarono
contro tutte le convenzioni
internazionali dei diritti
la croce rossa bombardarono
senza inibizioni vandalismi,
teste mozzate
appese ostentate
e quante mutilazioni
degli organi intimi
saccheggiarono tesori
d’icone d’oro e troni
corone e reliquiari
ancora si vantano
nei musei napoletani
e non li restituisci,
ovunque temevano
l’Asse dei nazisti
ma a piedi scalzi
soldati nazirei
presero le armi
floridi nei ricci,
sfidarono i marchingegni
degli scientisti
primi e veri partigiani
versarono il sangue
per cinque anni esatti
affinché tu esisti
e ricordi l’inizio
di tutti i fatti scritti,
che morìa
d’impicci
la loro memoria
corta e selettiva
è più interessata
a creare avamposti
in Palestina
che affinare i giudizi,
negazionismi
e segreti di stato
ostacolano la coscienza
ma fu profetizzato
si batteranno il petto
tutti i regni della terra
per questo
Rasta non ti rattristi,
gli spiriti dei martiri
ti sussurrano
“resisti!”
è meglio morire liberi
che vivere da schiavisti.
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Haile Selassie I - Testimonianze

Università di Cambridge – Laurea ad Honorem in Legge – 1924

Cambridge, 18 Luglio 1924
Dr. E. C. Pearce, Vice-Cancelliere dell’Università di Cambridge:
Conferendo a Sua Altezza Reale Tafari Makonnen, la laurea onoraria di Dottore in Legge.
“Il poeta Omero dice che gli Etiopi sono senza colpa. Erodoto dice che vivono a lungo, probabilmente poiché non usano vino. E’ un fatto assodato che la razza che rifiutò il tributo ai Persiani e a Cambise abbia resistito anche ad altri, una razza molto gelosa della sua libertà.  Chi non sa che la Regina di Saba, condotta dalla fama di Salomone, giunse con cammelli portando spezie, oro e gemme, per mettere alla prova il Re con indovinelli, e che tornò al suo paese per essere madre dei re, che attraverso i secoli dovrebbero vantarsi d’essere del seme di Davide ?  Chi non sa della Regina Candace e della Chiesa fondata tra gli Etiopi ? Tutto questo è storia antica, e la fama eterna lo stabilisce. Queste cose e le tradizioni degli Etiopi sono state date più tardi agli Inglesi da un uomo di Cambridge, del Christ’s College.
E’ presente con noi l’erede della Regina Giuditta che, seguendo le orme del suo saggio antenato, come lui supera in sapienza tutti i re dell’Est e dell’Egitto. Non c’è nulla di nuovo e nulla di vecchio che non lo interessi. Egli indaga le antichità Cristiane, ma è anche curioso delle novità. Ha compiuto un volo aereo, scritto libri sui suoi viaggi e su San Crisostomo, e ha tradotto in Amharico gli scritti di Sant’Isacco sull’ascetismo. Questi libri, stampati nella Tipografia di proprietà del Re, li troverete nella Biblioteca della nostra Università. Egli ha inoltre costruito scuole per l’educazione superiore dei ragazzi e del clero della sua terra.
Un così grande re, perciò, di stirpe Reale e carattere Reale, ospite e alleato del popolo Britannico, vi presento Tafari Makonnen, la speranza degli Etiopi.”
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Haile Selassie I - Testimonianze

Nelson Mandela – Presidente e Liberatore del Sud Africa

Conversazione con Richard Stengel
Riguardo al suo incontro con S.M.I. Haile Selassie I.
“Quello era un uomo impressionante, veramente impressionante. Era la prima volta che vedevo… un capo di stato che attraversava tutte le formalità… i movimenti della formalità. Questo tizio venne indossando un’uniforme, e venne e si inchinò. Ma era un inchino che non era un inchino – stava eretto, vedi, abbassò soltanto la testa… allora… prese posto sul suo seggio e si rivolse a noi, ma parlò in Amharico… Allora, alla fine della conferenza, egli vide proprio ogni delegazione… e il commilitone Oliver Tambo mi chiese di parlare per la nostra delegazione, così gli parlai e gli spiegai brevemente cosa stava succedendo in Sud Africa… Era seduto sulla sua sedia, ascoltando come un tronco… senza annuire, soltanto immobile, sai, come una statua… La volta successiva che lo vidi fu quando presenziammo ad una parata militare, e quella fu veramente impressionante, assolutamente impressionante. E lui dava dei riconoscimenti… per i soldati; tutti coloro che si erano diplomati ricevevano un certificato… Una cerimonia molto buona – un tizio veramente dignitoso – e dava anche delle medaglie. C’erano dei consiglieri militari Americani e gruppi di consiglieri militari da vari paesi… E così diede delle medaglie anche a questi tizi. Ma vedere dei bianchi andare da un Monarca Imperatore Nero e inchinarsi, fu anche molto interessante.”
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Musica Regale

Peter Tosh – Il Rasta Vive la Bibbia

Intervistatore: “Leggi la Bibbia ogni giorno?”
Peter Tosh: “No, io vivo la Bibbia ogni giorno. Ci sono persone che leggono la Bibbia ma non vivono la Bibbia. Leggere la Bibbia non salva la tua anima, perché la Bibbia è soltanto un’altra versione di una versione. E la verità è stata distorta per creare conflitti e far sì che la gente si perdesse nell’illusione. Così, per soddisfare quelli che dipingono un mondo di fantasia. Ma io conosco queste cose, e siamo anime reincarnate da quel tempo, e sappiamo chi eravamo a quel tempo. La Bibbia dice: “Cerca e troverai“. E quando cerchi di trovare te stesso, troverai te stesso; “Bussa e sarà aperto”, le porte della sapienza sono aperte. E quando prego non chiedo ricchezza. Io chiedo sapienza e conoscenza e comprensione. E protezione dai mali che sono in agguato nei luoghi oscuri. Così questo è il modo in cui devo vivere.
Vedi che la filosofia del Rastaman non è nulla di nuovo. Nulla del diciottesimo, del diciannovesimo o del ventesimo secolo. Risale all’origine della terra. Non è una religione. E’ un modo di vivere tradizionale. Come discepoli di Cristo.”
Intervista con John Swenson, 1981
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Haile Selassie I - Insegnamenti

I Principii Fondamentali delle Relazioni di Buon Vicinato

“Nei suoi rapporti internazionali, l’Etiopia ha aderito ai principii guida del non-allineamento, dell’amicizia, del mutuo rispetto e della non-interferenza negli affari interni degli altri stati. Questi principii generali che l’Etiopia segue in accordo con altri stati, abbracciano le sue relazioni con tutte le nazioni, vicine e lontane. In Africa, sotto l’ombrello di una famiglia continentale, l’Etiopia ha scrupolosamente seguito questi principii – la base delle buone relazioni di vicinato.”
– Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I –
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