SAN NICOLA IL NERO
San Nicola di Mira, in Turchia, detto Niccolò nella forma più antica (come ad esempio nella Divina Commedia), è un santo nato alla fine del IV secolo d.C., universalmente venerato nella Chiesa Cristiana d’origine apostolica, dai Cattolici Romani, dagli Ortodossi Greci e Russi, dagli Ortodossi Etiopi ed Egiziani. A Bari, dove sono custodite le sue reliquie, c’è una sua statua nera “miracolosa” molto venerata (nella foto allegata, seppur gli ortodossi rifiutino la venerazione delle statue), che ne ricorda le origini orientali e semitiche.
San Nicola è un santo “miroblita”, ovvero le sue spoglie secernono continuamente un olio profumato, detto manna. Viene contato nei 318 santi padri ortodossi apostolici che condannarono l’eresia ariana al Concilio di Nicea, e addirittura si ricorda di quando prese fisicamente a schiaffi l’eresiarca Ario, perdendo così temporaneamente la cattedra episcopale per punizione disciplinare.
Secondo la tradizione agiografica, egli compì moltissimi miracoli ed opere filantropiche: è celebre la storia delle tre palle d’oro – presenti anche nell’iconografia – che lanciò furtivamente a mezzanotte nell’abitazione di tre fanciulle povere, le quali senza dote non riuscivano a sposarsi ed erano destinate alla prostituzione. Un’altra famosa narrazione agiografica ricorda di quando resuscitò tre bambini uccisi.
Dall’idea del protettore dei bambini e dispensatore di doni, fu elaborato il personaggio favolistico di “Babbo Natale”, Santa Klaus (Ni-klaus) o Saint Nick, che porta doni ai bambini come un ladro nella notte. Questo evidenzia il peso e la diffusione del culto del santo nel mondo. Ma allo stesso tempo ci mostra il lavoro sporco di falsificazione che è stato operato sulla cultura spirituale, nel tentativo di “sbiancare” la fede biblica e adattarla agli interessi coloniali di Roma e degli Europei, che hanno trasformato un monaco turco seppellito a Bari nel “bianco natale” consumistico della Lapponia.