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Guerra Italo-Etiopica Haile Selassie I - Insegnamenti

La Dichiarazione di S.M.I. il Giorno dell’Invasione Italiana (3 Ottobre 1935)

“Combattenti dell’Etiopia !

Non lamentatevi e non perdete speranza quando vedete un leader rispettato e amato cadere sul campo di battaglia per la causa della Nostra libertà. Invece, dovreste realizzare che chiunque muoia per il suo paese è in effetti fortunato. La morte giunge a tutti sia in tempo di pace che di guerra, e prende quelli che sceglie. E’ meglio morire con la libertà che senza di essa.

I nostri avi hanno preservato l’indipendenza del Nostro paese attraverso il sacrificio delle proprie vite. Che essi siano la vostra ispirazione !

Soldati ! Uomini d’affari ! Agricoltori ! Giovani e vecchi, uomini e donne ! Unitevi ! Combattete insieme per la difesa del vostro paese ! Come è sempre stato nella nostra tradizione, anche le donne devo levarsi per difendere il proprio paese, incoraggiando i soldati e curando i feriti. Non importa quanto duramente l’Italia provi a dividerci, Cristiani o Musulmani, tutti staranno uniti.

Dio è la Nostra fortezza e la Nostra difesa. Non lasciate che le nuove armi dell’aggressore vi distolgano dal combattere per la difesa del vostro paese e dei vostri nobili ideali !

Anche il vostro Imperatore, che vi parla adesso, sarà in mezzo a voi in quel tempo ed è pronto a versare il suo sangue per la libertà del suo paese.”

– Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I –

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Guerra Italo-Etiopica

La Più Grande Impresa Coloniale della Storia

SAPEVI CHE l’invasione dell’Etiopia da parte delle forze fasciste, nel 1935, considerando le risorse finanziarie e militari (circa 250.000 uomini) impiegate, fu la più grande impresa coloniale della storia ? Fu dunque l’apice del processo coloniale, che ne segnò poi la rovina.
Essendo l’unica nazione africana rimasta libera, la conquista dell’Etiopia rappresentava per Mussolini l’atto di coronamento definitivo del trionfo coloniale in Africa – la vittoria finale sull’antica Corona Imperiale Nera che nessuno era riuscito mai a piegare – che avrebbe restaurato così l’onore internazionale dell’Italia dinanzi alle potenze coloniali straniere, e recuperato il ritardo dell’Italia nella corsa allo sfruttamento dell’Africa.
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Guerra Italo-Etiopica

La Dichiarazione del Re dopo le Dimissioni di Mussolini (1943)

LA DICHIARAZIONE DI HAILE SELASSIE I DOPO LE DIMISSIONI DI MUSSOLINI DA PRIMO MINISTRO DELL’ITALIA (25 Luglio 1943)

“Qui in Etiopia la notizia delle dimissioni di Benito Mussolini è stata ricevuta con grande soddisfazione.

Essa segna il completo collasso di tutte le sue speranze come leader del Fascismo vittorioso. Sta già sollevando le speranze degli uomini nei territori occupati dal nemico, e potrebbe essere il primo segno di un rapido deterioramento nel morale delle forze dell’Asse ovunque.

I crimini del Duce sono stati molti e seri. Essendo stata una delle sue vittime, l’Etiopia vede nel superamento di Mussolini l’inizio della rivendicazione di quelle forze di giustizia e umanità che egli ha sfidato così brutalmente per 21 anni. Egli porta una pesante responsabilità per i molti crimini commessi sotto i suoi ordini sia in Etiopia che in Italia che al di fuori del suo paese.

Mussolini fu il primo ad introdurre metodi di banditismo nelle politiche Europee del giorno presente. I suoi crimini sono pesanti quanto quelli di Hitler. A Mussolini, che non ha esitato ad utilizzare il gas venefico attraverso Badoglio (il Maresciallo Pietro Badoglio, leader della conquista Italiana dell’Etiopia e successore di Mussolini come Premier Italiano) contro un popolo indifeso e ad ordinare il massacro su larga scala di una popolazione innocente, certamente non dovrebbe essere permesso di finire i suoi giorni in sicuro ritiro.

Mi è stato chiesto se nella corte criminale internazionale post-bellica, l’Etiopia chiederà il permesso di punire Mussolini. La mia risposta è che per quanto sia importante che Mussolini sia punito, questo è soltanto l’aspetto negativo del ristabilimento dei principi di giustizia internazionale. L’Etiopia è meno interessata alla vendetta per il passato di quanto non lo sia alla giustizia per il futuro.

E’ molto importante che si dia all’Etiopia l’opportunità di partecipare alla costruzione e al mantenimento di istituzioni internazionali che prevengano l’insorgenza di bulli politici che calpestino i diritti delle piccole nazioni. Abbiamo sofferto troppo per non essere consapevoli di quanto sia necessario cooperare nelle politiche che disporranno il rispetto della regola della legge in mezzo alle nazioni.

La caduta di Mussolini spiana soltanto il sentiero alle forze della giustizia affinché emergano. In sé stessa non è garanzia che la giustizia abbia trionfato. E’ un’opportunità, proprio come la caduta di Hitler e dell’imperialismo Giapponese ne fornirà una ancor maggiore, di rimodellare il fondamento della nostra società con giustizia.” #QHS

Nell’immagine in allegato, una caricatura di Arthur Szyk del 1941.

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Guerra Italo-Etiopica L'Imperatrice Menen

Discorso alla Vigilia della Guerra con l’Italia – 11 Settembre 1935

GLI INSEGNAMENTI DELL’IMPERATRICE

NEW YORK TIMES
11 Settembre 1935, pochi giorni prima dell’invasione fascista.

“Potenti eserciti si stanno preparando ad invadere il nostro paese col pretesto fallace di portare civiltà al nostro popolo pastorale, pacifico, che vive vicino alla natura e in comunione con Dio.

Possa il cielo salvarci da una tale civiltà. Sotto le gravi, dolorose circostanze in cui viviamo e in presenza della minaccia di guerra che pesa su di noi, pensiamo che le donne in tutto il mondo abbiano il dovere imperativo di far udire le proprie voci, esprimendo i propri sentimenti.

A tutte le latitudini, in ogni clima e paese le donne sono ispirate dallo stesso spirito, l’amore per la pace. La guerra è sempre stata il più grande dei mali che schiacciano l’umanità. Qualunque sia la loro terra nativa, le donne dovrebbero rimproverare la forza bruta e detestare la guerra che distrugge le case ed ha come risultato l’uccisione di mariti, fratelli e figli.

Le donne Italiane, che sono madri come quelle Etiopi, soffrono al pensiero del male infinito, irreparabile che farà sorgere la guerra. Tutte le donne dell’universo dovrebbero perciò unire le proprie voci per chiedere fermamente che siano evitati gli orrori dell’inutile spargimento di sangue e della rovina accumulata.

L’Etiopia non è animata da alcuno spirito di violenza. Ella aspira soltanto alla pace. Nella lite che ci è stata imposta, la coscienza Etiope è pura e indisturbata. Gli Etiopi hanno sempre riservato un’accoglienza fraterna agli stranieri che sono venuti qui per faticare onestamente.

L’ambizione imperialistica è sorta presso uno dei nostri vicini, con cui noi auspichiamo soltanto di vivere pacificamente e senza desiderio di conquista. Non osiamo dubitare che il desiderio della pace, che guida l’Associazione Internazionale delle Donne, eserciti un’influenza su tutti quei destini che presiedono sull’umanità. Preghiamo fervidamente Dio che possa assisterle nel loro difficile compito. Desideriamo credere ancora nell’efficacia e nel successo dei loro sforzi per questo fine, e spereremo nel mantenimento della pace.

Ma se, nonostante le nostre preghiere, la guerra scoppiasse, noi donne sapremo come realizzare il doloroso, nobile compito di medicare le ferite ed alleviare, tanto quanto è possibile, i crudeli mali che genera la guerra. E’ confortante pensare che le donne del mondo intero saranno al nostro fianco così come lo sono oggi.

Donne del mondo, unite alle nostre le vostre preghiere all’Onnipotente, affinché Egli impedisca il crimine della guerra ! Chiedete all’Onnipotente di ispirare le parole e gli atti degli statisti, così che giustizia e pace possano regnare fino alle estremità del mondo!”.

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Guerra Italo-Etiopica

Messaggio di S.M.I. Haile Selassie I agli Anti-Fascisti Italiani

Messaggio di Sua Maestà Haile Selassie I, pubblicato da Sergio Ala, un giornalista italiano anti-fascista.
Ginevra, 1938.

“Sono lieto di incontrare uno degli Italiani che sono contro l’aggressione dell’Italia e che combattono contro la guerra.
Vi prego di inviare, a mio nome, saluti a tutti gli anti-fascisti.
So bene che la maggioranza del popolo Italiano non desiderava la guerra, e che la maggioranza del popolo non prova alcun odio verso gli Etiopi.
Gli Italiani sono stati o ingannati, o forzati alla guerra.
Non ho alcun sentimento d’odio verso il popolo Italiano.
Ho personalmente parlato con molti Italiani fatti prigionieri dall’esercito Etiope. Ho dato ordini affinché siano trattati umanamente, come uomini, non come nemici.
Tutti hanno dichiarato di non essere fascisti, e che le autorità li hanno ingannati, dicendo loro che sarebbero stati ricevuti in Etiopia come amici e liberatori, e che avrebbero trovato lì ricchezze e riposo – non guerra.
Per distruggere l’indipendenza dell’Etiopia, il fascismo ha impiegato gli stessi metodi violenti che ha usato, ed ancora usa, per distruggere le libertà dell’Italia.
Continueremo a combattere – per la nostra indipendenza – a tutti i costi, a dispetto delle difficoltà, dei tradimenti e dell’indifferenza.”

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Guerra Italo-Etiopica

Residui Coloniali Alla Stazione di Milano

Basta recarsi alla Stazione Centrale di Milano per capire che questa Nazione non ha mai fatto i conti onestamente con il suo passato.

Una targa commemorativa dei martiri della “Guerra Italo-Etiopica“, morti per “il supremo ideale” di un’invasione immorale, illegale, sciagurata, fallimentare, inutile, abominio di ignoranza e inciviltà.

Abbiamo decine di queste carcasse sparse per il territorio, anche in punti d’importanza politica e di grande esposizione, ed è arrivato il tempo che gli Italiani conoscano la verità, e che tutto questo venga ufficialmente rettificato.

E sarebbe un’opera concretamente anti-fascista.

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Guerra Italo-Etiopica

L’Imperatore ha Personalmente Combattuto sul Campo

Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I fu l’unico capo di stato a combattere sul campo di battaglia come soldato durante la Seconda Guerra Mondiale.
Diversamente da Mussolini, che non toccò mai il suolo Etiope né mai partecipò direttamente ad attività belliche, Egli fu continuamente presente al fianco dei Suoi soldati per i sette mesi dell’Invasione Fascista nel 1935-36, e condusse in prima linea la campagna di liberazione nel 1940-41.
La Sua condotta militare esemplare ed impavida fu testimoniata da molti osservatori esterni e giornalisti: fu continuamente esposto al fuoco nemico (che tuttavia non riuscì mai a toccarLo), e più volte imbracciò personalmente l’artiglieria pesante per respingere l’aggressore (così come vediamo in diverse foto), con cui abbatté ufficialmente un bombardiere Italiano.
Si realizzava così la parola profetica della Scrittura: “Il Signore è prode in guerra” (Esodo 15,3)
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Guerra Italo-Etiopica

YESEMATAT QEN – Il Giorno dei Martiri Etiopi dell’Invasione Fascista

Nel 1937
il 19 Febbraio
la febbre fascista
stese la mano
sull’innocenza degli Etiopi
calpestò il santo suolo
le chiese e i monaci
tentò di ingannare il popolo
con artifici tecnologici
corrompere il modello
morale e culturale, i principii
degradare il suo livello
bruciare manoscritti e libri
porre madamato e bordello
sulla purezza degli sposi
violenze sul cervello
per deviarlo coi loro ismi
produrre scismi e condurlo
lontano dai pascoli erbosi,
Graziani il macellaio
scelto tra gli odiosi più razzisti
per uccidere disprezzando
i civili come insetti parassiti
gas mostarda spruzzarono
contro tutte le convenzioni
internazionali dei diritti
la croce rossa bombardarono
senza inibizioni vandalismi,
teste mozzate
appese ostentate
e quante mutilazioni
degli organi intimi
saccheggiarono tesori
d’icone d’oro e troni
corone e reliquiari
ancora si vantano
nei musei napoletani
e non li restituisci,
ovunque temevano
l’Asse dei nazisti
ma a piedi scalzi
soldati nazirei
presero le armi
floridi nei ricci,
sfidarono i marchingegni
degli scientisti
primi e veri partigiani
versarono il sangue
per cinque anni esatti
affinché tu esisti
e ricordi l’inizio
di tutti i fatti scritti,
che morìa
d’impicci
la loro memoria
corta e selettiva
è più interessata
a creare avamposti
in Palestina
che affinare i giudizi,
negazionismi
e segreti di stato
ostacolano la coscienza
ma fu profetizzato
si batteranno il petto
tutti i regni della terra
per questo
Rasta non ti rattristi,
gli spiriti dei martiri
ti sussurrano
“resisti!”
è meglio morire liberi
che vivere da schiavisti.
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Guerra Italo-Etiopica

I Dreadlocks della Resistenza Etiope

Durante l’occupazione italiana, alcuni soldati della resistenza etiopica facevano voto di non tagliare né pettinare i capelli per tutta la durata della guerra, e così apparvero ai riflettori del mondo i primi “dreadlocks”, prima ancora dei Mau Mau in Kenya e dei Rasta nei caraibi.
Questa pratica si rifà all’insegnamento biblico contenuto nel libro dei Numeri al capitolo 6, ove si parla del voto più importante che un uomo possa fare per ricevere forza e potere speciali – chiamato “Nazireato” (Nazrawi) – che implica l’astensione dal rasoio e dal pettine.
Proprio come il celebre Sansone fu Nazireo dalle lunghe trecce per distruggere in guerra i Filistei e liberare il popolo dalla loro oppressione, così ancora questi soldati vittoriosi custodivano le antiche tradizioni della Bibbia scomparse altrove, ed evocavano poteri ancestrali.
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Guerra Italo-Etiopica

Le Ignobili Vignette Fasciste

Ecco una raccolta di deliziose vignette “umoristiche” sulla guerra d’Etiopia, pubblicate dalla propaganda fascista durante il conflitto, dal 1935 in poi.

Un concentrato di viltà, slealtà, malvagità, disprezzo della vita umana e dell’onore: falsi cristiani che desideravano sterminare gli uomini come insetti, e violare le loro donne come prostitute, nonostante gli Etiopi fossero anche di fede cristiana e di tradizione ben più antica di quella di Roma.

La “bella abissina” doveva essere una concubina del madamato fascista, e l’abissino maschio il suo animale da soma. E tutto questo avveniva con il sostegno attivo dell’opinione pubblica e della Chiesa Cattolica.

Da mostrare a tutti quelli che ancora usano la retorica: “fino alle leggi razziali Mussolini ha fatto bene”. Qui siamo nel 1935, ed è pura barbarie di cui il popolo italiano deve prendere atto e da cui deve redimersi.

 

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