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Haile Selassie I - Testimonianze

L.B. Johnson – Presidente degli Stati Uniti – 1967

Il Presidente degli Stati Uniti L.B. Johnson – 14 Febbraio 1967:

Vostra Maestà Imperiale, Sig. Vice Presidente, Sig. Giudice Capo, distinti ospiti, signore e signori:

E’ un alto privilegio questa notte onorare uno dei più coraggiosi, lungimiranti e rispettati statisti di questo secolo, che ha guadagnato un posto indelebile nel cuore degli uomini ovunque.

Monarca del regno Cristiano più vecchio e di un’antica civiltà, voi, Vostra Maestà, personificate per noi lo spirito eterno di devozione alla libertà e all’indipendenza del vostro popolo Etiope.

L’essenza del carattere Etiope fu riposta nelle vostre toccanti parole molti anni fa: “Con l’aiuto di Dio, siamo sempre stati fieri e liberi sulle nostre montagne native”.

E’ difficile per me esprimervi questa notte il posto veramente speciale che voi occupate nella nostra tradizione.

In vero, nella tradizione di tutto il genere umano.

Molti di noi in questa stanza stanotte richiamano alla mente la notte del 28 Giugno 1936, quando l’Imperatore d’Etiopia fece un appello alla Società delle Nazioni.

Un appello per il suo popolo sofferente che fu anche un appello veramente commovente alla coscienza dell’umanità.

La domanda finale di Vostra Maestà alla Società è riecheggiata per molti anni con impatto profetico:

“Chiedo alle 52 nazioni che hanno dato al popolo Etiope la promessa di aiutarlo nella sua resistenza all’aggressore, cosa vogliono fare per l’Etiopia? “

“E alle grandi potenze che hanno promesso di garantire la sicurezza collettiva ai piccoli stati su cui pesa la minaccia di subire un giorno il fato dell’Etiopia, io chiedo, che misure intendente prendere ?”

“Rappresentanti del mondo, sono venuto a Ginevra per assolvere in mezzo a voi il più doloroso dei doveri di un capo di stato.”

“Che risposta dovrò portare indietro al mio popolo?”

Noi tutti conosciamo – per la nostra vergogna – la risposta che Vostra Maestà ha ricevuto..

Il tradimento dell’Etiopia fu in verità il punto di svolta sulla strada verso l’aggressione e la guerra.

La sua lezione è stata incisa nella nostra memoria e ci ha spronato a costruire un mondo dove i solidi impegni a resistere all’oppressione non sono più soltanto pezzi di carta.

Vostra Maestà, richiamiamo con grande piacere anche il vostro ritorno trionfale ad Addis Abeba. E la vostra rimarchevole ricostruzione della vostra nazione quando avete posto in atto i vostri ideali di modernizzazione a lungo sostenuti e a lungo frustrati:

— costruendo scuole, una bella università, ospedali, dighe, aeroporti, fabbriche;

— volgendo Addis Abeba in una città moderna, bellissima, dinamica;

–proclamando una costituzione riveduta e un sistema legale;

–addestrando i giovani Etiopi ai compiti del futuro nel 20° secolo. Vostra Maestà, non avete confinato il vostro concernimento soltanto al vostro popolo.

Abbiamo tutti assistito, e possiamo testimoniare a riguardo con ammirazione, alla vostra impressionante performance come leader dei molti e diversi popoli dell’Africa – e come mediatore nei confronti potenzialmente esplosivi tra i vari stati Africani.

L’Organizzazione dell’Unità Africana – che la vostra iniziativa nel 1963 ha contribuito a creare – è una delle istituzioni più promettenti nel movimento verso pace, ragione e unità nel grande Continente dell’Africa.

E’ stato sempre un privilegio e piacere unico per me avere un’opportunità di scambiare vedute sugli affari internazionali con uno di coloro che io considero uno dei più grandi statisti anziani del mondo.

Oggi, come nel 1963 quando parlammo l’ultima volta, abbiamo avuto un immediato senso della grande comprensione e rispetto reciproci che i nostri popoli nutrono uno per l’altro.

Vostra Maestà, noi facciamo profondamente tesoro di questa relazione. E’ la mia più genuina e sincera speranza che le successive generazioni dei nostri popoli continuino a rinforzare il solido edificio della cordialità e della comprensione Etio-Americana.

In questa felice occasione, qui questa notte nella prima casa di questa terra, la Sig.ra Johnson e io, a nome dei nostri distinti ospiti, di tutti quelli che hanno avuto il privilegio di venire qui ed essere insieme questa notte, e certamente a nome di tutto il popolo Americano, proponiamo un brindisi a Vostra Maestà – statista rispettato, costruttore di pace nel mondo, e onoratissimo e fidatissimo amico.

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Haile Selassie I - Testimonianze

Presidente USA D. D. Eisenhower – 1954

Casa Bianca, Washington, USA
26 Maggio 1954
“Vostra Maestà, signore e signori:
Durante il passato secolo e mezzo, molti individui di distinzione si sono intrattenuti tra queste mura – alcuni del nostro proprio paese, altri in visita presso di noi dall’estero. Penso di poter dire con sicurezza che mai alcuna compagnia qui riunita sia stata onorata dalla presenza nel suo ospite d’onore di un individuo più noto per la sua fiera difesa della libertà, e per il suo coraggio nel difendere l’indipendenza del proprio popolo, dell’ospite d’onore di questo pomeriggio.
Ho letto una volta che non si può sapere di alcun individuo se abbia grandezza fin quando non sia stato testato nell’avversità. Per mezzo di questo test, il nostro ospite d’onore ha stabilito nuovi standard nel mondo. In 5 anni di avversità, con il suo paese invaso ma mai conquistato, egli non ha mai perso per un solo singolo secondo la sua dignità. Egli non ha mai perso la sua fede in sé stesso, nel suo popolo, nel suo Dio.
Considero un grandissimo privilegio, signore e signori, chiedervi di alzarvi e fare con me un brindisi a Sua Maestà Imperiale, l’Imperatore d’Etiopia.”
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Haile Selassie I - Testimonianze

“Ebony” – Rivista Statunitense della Comunità Afro-Americana – 1963

Allan Morrison, Giornalista di “Ebony”, Rivista Statunitense della Comunità Afroamericana
Chicago, Usa
Dicembre 1963
L’Imperatore Haile Selassie è anche chiamato Re dei Re, Leone Conquistatore di Giuda, Eletto di Dio e Difensore della Fede. Un giornalista che ha incontrato l’Imperatore in Africa una volta osservò: ‘Quando volge quegli occhi su di te, hai una sensazione divertente come se ti stessi squagliando.’
(…)
‘Se esiste qualcosa come <<un’aria regale>>, l’Imperatore ce l’ha’, osservò un importante ufficiale del Dipartimento di Stato Statunitense, che accompagnò il monarca di un metro e sessanta nella sua visita di otto giorni negli USA.
(…)
In un fresco mattino d’Ottobre, l’Imperatore Haile Selassie ha compiuto in parte la profezia biblica che l’Etiopia avrebbe un giorno ‘steso le sue mani’. In quell’occasione, il piccolo uomo che per una sola drammatica ora nel 1936 divenne la coscienza del mondo, ha teso la mano della fratellanza a 20 milioni di Americani di discendenza Africana, incitandoli ad avere fede nel loro futuro come uomini liberi, e ad andare avanti con la loro corrente lotta per la libertà fino alla vittoria. Egli ha anche incitato i Neri Americani a riconoscere il loro coinvolgimento nella lotta dell’Africa contro il colonialismo.
La visita di stato di otto giorni dell’Imperatore (la sua seconda) agli Stati Uniti ha risvegliato immagini che ancora persistono dopo 27 anni, immagini di un monarca barbuto in groppa ad uno stallone bianco, alla guida di Etiopi scalzi contro l’esercito Italiano invasore. Lance Etiopi che duellano contro mitragliatrici Italiane. Pietre che sfidano il bombardamento aereo. Ardente patriottismo contro gas venefici. E l’Imperatore Haile Selassie che si appella alla Società delle Nazioni per aiuto, e che predice accuratamente che la caduta dell’Etiopia avrebbe fatto risuonare la campana della morte della Società.
Questo fu il mio secondo incontro con il leggendario Re dei Re. Il primo confronto ebbe luogo nel 1961 nello studio riccamente ornato del suo palazzo dorato ad Addis Ababa.
(…)
Il mio secondo incontro fu più breve. L’Imperatore Haile Selassie mostrò una rimarchevole compostezza sotto le domande a raffica, ed era pronto a continuare l’intervista a tempo indeterminato se i suoi impegni l’avessero permesso. Si scusò per la chiusura dell’intervista, spiegando che la città di New York aveva organizzato una parata per dargli il benvenuto, e doveva esserci. (…)
“L’Imperatore Haile Selassie è il 225° capo del più vecchio stato indipendente del mondo, una nazione di 3000 anni che, come è stato osservato, ‘è emersa quando l’Inghilterra e la Francia non erano state concepite, e gli Stati Uniti erano inconcepibili’. Ma mentre contempla l’esteso passato della sua nazione, il monarca di 72 anni non perde di vista il presente.”
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