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Marcus Garvey

L’Antica Gloria dell’Uomo Nero

“Ma quando giungiamo a considerare la storia dell’uomo, non era il Negro una potenza, non era grande una volta ? Si, onesti studenti di storia possono richiamare il giorno in cui Egitto, Etiopia e Timbuctù svettavano nelle loro civiltà, svettavano al di sopra dell’Europa, svettavano al di sopra dell’Asia. Quando l’Europa era abitata da una razza di cannibali, una razza di selvaggi, uomini nudi, pagani, l’Africa era popolata da una razza di uomini neri acculturati, che erano maestri nell’arte, nella scienza e nella letteratura; uomini che erano acculturati e raffinati; uomini che, si è detto, erano come dei. Persino i grandi poeti dell’antichità cantarono in bellissimi sonetti del diletto che dava agli dei essere in compagnia degli Etiopi. Perché, allora, dovremmo perdere speranza ? Uomini neri, voi eravate grandi una volta; voi sarete grandi di nuovo. Non perdete coraggio, non perdete fede, andate avanti. La cosa da fare è organizzarsi; mantenetevi separati e sarete sfruttati, sarete derubati, sarete uccisi. Organizzatevi e imporrete al mondo di rispettarvi. Se il mondo manca di darvi considerazione, perché siete uomini neri, perché siete Negri, quattrocento milioni di voi, attraverso l’organizzazione, scuoteranno i pilastri dell’universo e butteranno giù la creazione, proprio come Sansone ha buttato giù il tempio sulla sua testa e sulle teste dei Filistei.”
Hon. Marcus Garvey
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Haile Selassie I - Insegnamenti

Governare i desideri

“L’uomo desidera molte cose, ma è dovere e responsabilità individuale desiderare le cose appropriate”.
— Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I —
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I&I Rasta

Il Rasta è Vero Etiope

“Gli Etiopi camminano
sulla retta via di Jah
la retta via di Jah
è vegliare e pregare”
Questo è uno dei canti tradizionali con cui I&I Rasta riconosciamo nell’Etiopia la custode dell’Alleanza Divina, e la tradizione da seguire ed emulare per la santificazione della vita umana. Il nostro Dio è un Etiope, Haile Selassie I, il nostro nome “Rasta” è una parola etiope: l’Etiopia è la dimora originale dell’uomo, lì dove comprendiamo la natura dell’uomo che da lì è migrato, si è sparso e diversificato, e all’Etiopia torna per unificarsi ancora e redimersi.
Il Rasta è il “Nuovo Etiope”, perfezionato dall’insegnamento di RasTafari e introdotto nella modernità di questi ultimissimi tempi dello Spirito, in cui il Regno di Dio è sceso sulla terra e il Creatore si è rivelato nella piena visibilità e tangibilità del volto del Re. E’ una fase nuova della rivelazione che supera la precedente Cristianità, e la evolve in un modello regale ancora più perfetto in tutte le cose che riguardano la carne, la società, la politica.
Ma pur vivendo una fase nuova e di rinnovamento, il Rasta resta un Etiope come il Dio che l’ha creato a Sua Immagine. E’ il Re stesso che ci raccomanda la massima continuità teologica, culturale e profetica con la tradizione passata della Nazione Santa, ed è triste vedere la nostra cultura deformata da individui che non hanno né cognizione né rispetto per l’Etiopia, che non sanno da dove vengono e non sanno dove vanno.
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Haile Selassie I - Vita e Opere

Il Sigillo Davidico che il Re forma con le Sue Mani

Il gesto che il Re riproduce con le mani è molto importante per la livity del Rasta, e per questo viene emulato da I&I nei momenti più sacrali.
Congiungendo le dita in quella maniera, il Re segna 6 punti sulle estremità delle Sue mani ad immagine della Stella di Davide, che si ottiene dall’intrecciarsi di due triangoli di verso opposto.
Il triangolo con la punta verso l’alto rappresenta il genitale maschile e dunque la parte spirituale e celeste, secondo la geometria tracciata da Cristo Sacerdote, quando insegnò a pregare a braccia aperte e rivolti verso l’alto. Ma il Re, nella Sua Nuova Missione regale, mette in primo piano, incarnato nelle Sue mani, il triangolo con la punta verso il basso, che rappresenta il genitale femminile e l’elemento terrestre e materiale, e in tal maniera il Cristo Re ci ha insegnato a comunicare la nostra vibrazione alla terra, per esercitare la regalità. Egli reclama anche la nostra attenzione simbolica per riconoscere in Lui la Seconda Venuta di Gesù nella gloria della carne.
Nella tradizione indiana, questa particolare postura non viene ignorata tra le applicazioni manuali dello yoga, al fine di sprigionare un potere energetico speciale: una molto simile viene chiamata “Yoni Mudra”, ovvero Mudra (sigillo) dell’Utero (Yoni) nel senso di Dimora Fisica Originale e Materna. Qui c’è tutta la simbologia di Rimpatrio e Regno Fisico che RastafarI rappresenta, come ritorno mater-reale all’Origine Etiopica, Eden Paradiso.
Ecco che dunque che il Re purifica una fisionomia interpretata volgarmente da molti, affinché abbiamo un corretto intendimento della carne senza falsi scandali.
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Chiesa Ortodossa Etiope

Il Libro di Enok – Primo Libro della Bibbia e della Storia

Il Libro di Enok è il primo libro biblico dato da Dio all’uomo nella storia, prima del diluvio universale. E’ scritto che Noè portò con sé questo libro nell’Arca.
E la tradizione etiopica ci dice anche che questo è il primo libro della storia in assoluto, poiché Enok, scriba di Dio che scrive sul Libro della Vita, fu il primo a conoscere i misteri della Scrittura, e il Signore lo portò nei cieli per contemplare la forma delle lettere: prima di allora, infatti, esse venivano soltanto pronunciate, e la tradizione profetica si tramandava soltanto oralmente.
In questa veste, Enok è conosciuto presso gli Egiziani come Toth (L’Ibis che ha il becco come una penna) o Ermete Trismegisto presso i Greci, da cui poi uscirà il nome Idrissa (tris), con cui è descritto nel Corano. Egli era Etiope, 7° discendente di Adamo l’Etiope, così come tutti i padri primordiali sino a Noè.
Sebbene gli Occidentali abbiano completamente rimosso questo testo dal loro canone biblico, ancora lo troviamo citato esplicitamente nella lettera di Giuda: “Profetò anche per loro Enok, settimo dopo Adamo, dicendo: ‘Ecco, il Signore è venuto con migliaia e migliaia dei suoi angeli per sottoporre tutti a giudizio, e per dimostrare la colpa di tutti riguardo a tutte le opere malvagie che hanno commesso e a tutti gli insulti che, da empi peccatori, hanno lanciato contro di lui’.” (Giuda 1, 14-15). Se dunque gli apostoli leggevano questo testo con autorità profetica, com’è possibile che sia scomparso dalla Bibbia delle Chiese Apostoliche ?
In verità, questo testo fondamentale (cronologicamente il primo della Bibbia) è custodito dalla sola Chiesa Etiope, e lo conosciamo integralmente soltanto in lingua Etiope. Per questa ragione, la Bibbia Etiope si rivela l’unica Bibbia completa del mondo, oltre che la più antica.
Il testo, citato abbondantemente nell’escatologia neotestamentaria, è fondamentale per comprendere la teologia messianica regale e l’idea di un regno di libertà (millenarismo) governato personalmente da Cristo sulla terra.
Molti padri apostolici e molti esponenti delle comunità cristiane dei primi secoli parlano del Libro di Enok e testimoniano a favore della sua canonicità. Fu perciò rimosso e occultato successivamente, poiché considerato pericoloso per il sistema politico filo-imperiale della chiesa romanizzata, e per la sua falsificazione spiritualistica ed eurocentrica della fede.
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Haile Selassie I - Vita e Opere

L’Architetto Imperiale Arturo Mezzedimi

His Majesty con Arturo Mezzedimi, eccezionale architetto italiano che costruì la sua brillante carriera in Etiopia al fianco del Re, per la realizzazione dei più importanti edifici dell’Impero, tra cui l’Africa Hall (Sede dell’Unione Africana e dell’ O.N.U.), il Palazzo del Giubileo (Residenza personale dell’Imperatore), il Municipio di Addis Abeba e varie altre sedi istituzionali.
Una personalità cruciale per comprendere il ruolo di grande dignità che gli italiani ebbero nel Regno di Haile Selassie I, grazie alla Sua divina misericordia e intelligenza, e di cui potremmo essere orgogliosi eredi.
Informazioni dettagliate sulla sua vita e sulle sue opere, con molte fotografie degli edifici da lui ideati e sue personali, potete trovarle sul sito ufficiale dell’architetto:
www.arturomezzedimi.it
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Babilonia

Cristoforo Colon-mbo

“You teach the youths about Christopher Columbus
And you said he was a very great man
So you can’t blame the youths of today
You can’t fool the youths” (Peter Tosh)
(“Insegni ai giovani riguardo a Cristoforo Colombo
E dici che era veramente un grande uomo
Così non puoi prendertela con i giovani di oggi
Non puoi prendere in giro i giovani”)
Cristoforo Colombo rivela la sua piena natura nella traduzione spagnola del Suo Nome, che probabilmente coglie meglio il senso storico della sua impresa per conto della corona spagnola: Cristobal Colòn. Colon-mbo. E’ semplicemente l’iniziatore di quel fenomeno eticamente mostruoso che è il colonialismo, di cui tutte le problematiche politiche e sociali della modernità, inclusi i conflitti mondiali, furono manifestazioni dirette o indirette, e che ancora oggi condiziona l’ordine mondiale ostacolando la liberazione dell’uomo. Ricordiamoci che i loro storici più dotti indicano proprio in questo 1492 la fine del Medioevo e il principio dell’Epoca Moderna che tutt’ora stiamo vivendo.
Partì per cercare una via più breve alle ricchezze esotiche delle Indie, e inciampò nelle Americhe nella piena ignoranza. Gli “indiani” d’America, che con l’India non c’entrano niente, sono stati vittimizzati dalle sue categorie fallimentari. E non soltanto da quelle, dato che le loro civiltà furono cancellate.
Fece una scoperta, quella dell’America, che è tale soltanto in un’ottusa prospettiva euro-centrica di cui era rappresentante, ma che potrebbe essere simile a quella “dell’acqua calda” se consideriamo che in America c’erano 50 nazioni dalla storia millenaria, che tuttavia furono calpestate con una simile leggerezza analitica.
Alla base di tutto c’è il talento dell’uomo bianco – proprio come Yafet suo antenato biblico – da marinaio e bucaniere: che ama vagare per i luoghi lontani, che sviluppa una scienza tecnica per la navigazione dei mari e delle comunicazioni (il bianco è l’elemento dell’acqua, il colore del ghiaccio) e per dominare le acque di riflessione della mente con l’immaginazione, la propaganda e l’illusione. E con cuore e umanità annacquati, schiavizzare tutte le altre razze in un disegno di sfruttamento globale, in cui pretende la superiorità di disporre liberamente di territori migliaia di miglia lontani dal suo, ignorando completamente i diritti e la dignità degli altri popoli, siano essi rossi, gialli, ebrei, arabi, marroni o terroni.
E’ l’archetipo delle navi negriere che strapperanno milioni di Africani alla madre-terra, e costruiranno con il loro dolore e sangue il benessere bancario dell’Occidente. E’ l’archetipo dell’invasione coloniale brutale e subdola, di aquile spietate travestite da colombi, e di lupi travestiti d’agnello, che partono dolci e convincenti con diplomazia e calumet della pace, ma finiscono nel disprezzo, nel tradimento e nell’abuso senza scrupoli.
Ma siano essi colombi o vespucce, i grandi viaggiatori in questione, il nome italiano dell’America ci riporta ancora alla radice romana degli Stati Uniti, che da Roma, progenitrice della civiltà occidentale, presero lo stile architettonico, il Campidoglio, il latino delle banconote così come la mentalità imperialista e il vizio d’oppressione.
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Chiesa Ortodossa Etiope

La Beghenà – Lo Strumento Musicale di Re Davide

L’Etiopia custodisce nella purezza tutta la cultura biblica giudeo-cristiana, e dunque anche la sua originale tradizione musicale e gli strumenti antichi utilizzati dai padri e dai profeti, menzionati nelle Sante Scritture.

La Beghenà በገና è l’arpa con cui Re Davide cantava i suoi salmi, detta in occidente “Salterio”, e in etiopico antico “Mezmur” መዝሙር, una parola che indica allo stesso tempo lo strumento e il relativo componimento artistico. E’ un arpa a 10 corde, secondo quanto testimoniato dallo stesso Davide nel Salmo 31/32, 2 :

“Con il salterio di dieci corde cantate a Lui”

Soltanto l’Etiopia possiede quest’arpa a 10 corde, e la usa ancora per la musica religiosa. Gli ebrei europei, che spesso consideriamo come un punto di riferimento per la ricostruzione dell’antica cultura ebraica, non possiedono tradizionalmente alcun’arpa a 10 corde, dimostrando di aver smarrito una parte fondamentale della loro eredità attraverso la schiavitù e deportazione romana.

L’Etiopia, invece, dimostra ancora una volta di essere il vero Israele biblico, il luogo in cui i Giudei sono da millenni sovrani e liberi da ogni contaminazione o interferenza esterna, e custodi dell’Alleanza di Dio.

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Etiopia - Storia, Costumi e Territorio

La Statua di Menelik II – Addis Abeba

La statua equestre di Menelik II, vincitore di Adwa, fatta erigere da Haile Selassie I e da Lui inaugurata nel 1930, in occasione della Sua Incoronazione.

Si trova proprio dinanzi alla Chiesa di San Giorgio in cui Haile Selassie I fu incoronato.

 

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Etiopia - Storia, Costumi e Territorio

“13 Mesi di Sole”

Dato che il Calendario Etiope è fatto di 13 mesi (12 mesi da 30 giorni più un mese minore, detto Pagumiè, di 5 o 6 giorni) il motto turistico dell’epoca imperiale era: “Etiopia, 13 mesi di sole.” Una frase che si accorda bene alle suggestioni spirituali del tradizionale nyabinghi Rastafari “No Night in Zion”. 
13 mesi di clima piacevole e uniforme, senza gli inverni “inferni” dell’Occidente, e con una produzione agricola eccellente e continua.
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