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Haile Selassie I - Leggi e Governo

Etiopia: 13 Mesi di Sole

Una famosa fotografia turistica dell’Etiopia Imperiale, ritraente un bahatawi, un nazireo (dreadlocks) monaco, nella città santa di Aksum.

Possiamo notare nella parte della locandina “Ethiopia: 13 months of sunshine” (Etiopia: 13 mesi di sole): era un motto ufficiale del governo imperiale, ideato dal ministro Hapte-Selassie Tafesse, per descrivere il clima unico del paese, specialmente piacevole e salubre, ideale per l’uomo tanto quanto il Paradiso lo è per Adamo. Per tutto l’anno una temperatura equatoriale uniforme calda e soleggiata, e tuttavia ben rinfrescata e ventilata dall’altitudine dell’altopiano etiopico (2500m in media), che permette coltivazione e libertà di movimento continue.

Allo stesso tempo, la sentenza mostra un intelligente riferimento alla particolare antichità e vitalità culturale della nazione, dotata di un peculiare calendario composto da 13 mesi (12 mesi di 30 giorni + Pagumiè mese breve di 5/6 giorni).

Profeticamente, il motto richiamava le parole di San Giovanni riguardo al Regno di Cristo:

“La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna: la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello. E nazioni cammineranno alla sua luce, e i re della terra a lei porteranno il loro splendore. Le sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno, perché non vi sarà più notte.” (Apocalisse 21, 23-25)

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Haile Selassie I - Insegnamenti

Il Progresso deve essere in Armonia con la Fede

“E’ necessario che il progresso che l’Etiopia compie sia in armonia con la sua Fede. Dove non c’è fede in una civiltà, ma soltanto potere, quella civiltà è attorniata da dubbio e timore e il suo potere si esprime nella brutalità”.

— Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I —

 

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Haile Selassie I - Insegnamenti

Le Ricchezze della Conoscenza

“Negli anni recenti, abbiamo molto sentito parlare delle ricchezze economiche del nostro continente e del beneficio per noi stessi e per il mondo che risulterebbe dal loro sfruttamento e sviluppo. Abbiamo qui, tuttavia, un’altra potenziale fonte di ricchezza che non deve essere trascurata – il beneficio che noi e il mondo matureremo se ai nostri figli saranno garantiti gli strumenti della conoscenza, e se saranno resi in grado di acquisire la perizia che può derivare dall’educazione. Questi strumenti e queste perizie li aiuteranno a realizzare come individui la loro piena statura intellettuale, morale e culturale, e dunque li renderanno in grado, come membri di una società, di contribuire degnamente alla costruzione della nostra civiltà umana. L’uomo è stato dotato dell’innato desiderio e dell’abilità di acquisire sapienza e apprendimento, ed è dovere dei leader ispirare e guidare i nostri popoli in questa impresa.”

– Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I –

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Haile Selassie I - Insegnamenti

Staccarsi dai Desideri Mondani

“Le parole della Santa Bibbia, ‘Dai e ti sarà dato’, sono degne d’essere osservate nelle vostre vite quotidiane. Questo importantissimo evento dovrebbe essere un tempo in cui riflettere e porre a voi stessi le domande: ‘Che genere di servizio stiamo andando a rendere al nostro paese, e cosa intendiamo compiere nella vita?’ Crediamo fermamente che se farete a meno dell’amor proprio e dell’indulgenza verso voi stessi, e vi staccherete dai desideri mondani, sarete in grado di rendere grandi contributi alla vostra famiglia, alla vostra comunità e al vostro paese.”

– Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I –

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Haile Selassie I - Insegnamenti

La Moralità Fisica

“La buona salute non è soltanto necessaria al benessere e alla felicità dell’uomo, ma è anche un prerequisito fondamentale per il progresso e la prosperità di una nazione. Proprio come l’educazione assicura la promozione della conoscenza dell’uomo in tutti i campi del suo impegno, così la cura medica appropriata aiuta a salvaguardare e promuovere la sua crescita fisica e mentale. ‘La preservazione della salute è un dovere. Pochi sembrano coscienti che esista una cosa come la moralità fisica’, sono parole sagaci, qui degne di nota.”

Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I

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Haile Selassie I - Insegnamenti

Essere Determinati a Lavorare oltre che a Parlare

“Una persona affamata non può essere placata dal mero racconto della sua fame; similmente, quello di cui l’Etiopia ha bisogno non è una persona che possa parlare dei suoi problemi, ma qualcuno che sia determinato a servirla con entusiasmo, re-ispirato dalla sua gloriosa e lunga storia e spronato dalle lacune presenti. Ciò può essere meglio manifestato nelle opere piuttosto che nelle parole. La vostra convinzione ad aiutare il paese deve essere dimostrata nella vostra determinazione a lavorare. Per farlo, dovete, invece che lavorare per fini personali, travagliare per la comunità e per risultati comuni. Questo, a sua volta, chiamerà alla dedizione a vivere, lavorare e servire nelle aree rurali, dove è meno confortevole. Ancora, questo si vedrà nei frutti delle vostre imprese, e non in ciò che altri dicono riguardo ad esse o vedono in esse.”

–  Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I –

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Haile Selassie I - Testimonianze

Università di Montreal, Canada – 1954

Olivier Maurault, Rettore dell’Università di Montreal, Canada.
Montreal, 4 Giugno 1954
Vostra Maestà,
la Vostra visita è un grande onore per noi. Diamo il benvenuto e salutiamo la Vostra maestà con sincera gioia.
Stiamo rendendo omaggio al supremo governante che regna sul più antico trono della Cristianità, al capo dell’Etiopia millenaria, il figlio dell’illustre padre, il coraggioso e saggio Principe Imperiale ras Makonnen, il più eccezionale statista del rigenerato regno di Menelik e Saba.
Il vostro regno, più grande della Francia, enorme blocco di montagne d’alta altitudine che emerge dai bassipiani tropicali tra il Nilo e il Mar Rosso, immenso altopiano tagliato da bruschi canyon in cui spesso scorrono fiumi torrenziali, il vostro regno è stato chiamato il bastione dell’Africa. A nord c’è Aksum, la vostra città sacra, che esisteva già mille anni prima di Cristo; a sud c’è Harar, la vostra città natale; al centro Addis Abeba, la vostra capitale. Essendo uno dei paesi più pittoreschi del mondo, l’Etiopia possiede questa caratteristica unica: è un regno Cristiano che esisteva al tempo dell’imperatore Romano Costantino, ‘un’enclave di Cristianità, isolata e preservata, in mezzo all’Islam’. Le conquiste islamiche hanno inondato le terre Mediterranee 13 secoli fa. Hanno immerso l’Egitto, la Siria, la Tripolitania, il Maghreb, la costa orientale dell’Africa, fino a Zanzibar. Questa ondata, irresistibile per altri paesi, non ha potuto conquistare l’Etiopia. Voi siete il governante di questo paese.
Stiamo salutando in voi, Maestà, l’uomo di pace e legge. Persino da giovane, vi fu dato il governo di una provincia distante e difficile. L’avete governata con sapienza. Più tardi, la Provvidenza volle affidarvi responsabilità maggiori: vorrei menzionare qui la Reggenza del regno, di cui vi siete assunto il compito dal 1916. Avete portato questo carico con coraggio inflessibile, con umiltà e carità. Nei giorni infelici di commozione interna che seguirono la morte del vostro famoso predecessore, l’Imperatore Menelik II, voi supportaste la causa della Santa Croce, come in passato il grande imperatore Romano Costantino, e come lui, spesso posto da solo contro potenze più forti, avete vinto. Ma, meglio di lui, nel tempo del vostro trionfo, siete rimasto giusto e misericordioso verso i vostri nemici. Ne seguì un difficile periodo di transizione che avete padroneggiato con abilità. Al tempo del vostro accesso al trono di Salomone e dei vostri avi, nel 1930, una nuova epoca iniziò per il vostro Impero. L’adattamento dello Stato alle moderne correnti fu incoraggiato da Vostra Maestà; voi lo faceste ammettere alla Società delle Nazioni nel 1923, voi gli deste un Parlamento. Poco dopo questo successo, fu volontà di Dio Onnipotente mettere alla prova voi e il vostro popolo con la piaga della guerra, dell’invasione e dell’esilio.
Al vostro ritorno nella vostra capitale alla testa di un esercito, nel 1941, vi siete affermato, senza amarezza e evitando la vendetta, come capo dell’Etiopia. In ogni materia, grande o piccola, il vostro paese ha ricevuto la vostra guida e il vostro incoraggiamento.
Le grandi menti spesso si rivelano nelle piccole cose. Come posso dimenticare che Vostra Maestà, non molto tempo fa, ha onorato la nostra Università con un prezioso dono di libri Etiopi ? Nel mezzo dei problemi di Stato avete trovato tempo e modo per spargere la mostra munificenza verso il nostro centro culturale, così distante e così nuovo per voi.
Nella vita di un uomo ci sono poche cose più felici del rievocare le disavventure passate. Diciotto anni fa, eroe di una causa che sembrava persa, avete parlato dinanzi ad un’assemblea internazionale, indifferente, sgradevole, ostile, e vi siete appellati al giudizio di Dio e della storia.
Noi tutti temiamo il Dio della Giustizia, ma la storia, la grande custode della volontà di Dio sulla terra, vi ha reso giustizia: avete sopportato la durezza con pazienza e il vostro trionfo fu una vittoria dell’uomo franco che ha portato avanti il combattimento del Signore.
Signori: la comunità delle idee non conosce confini o divisioni. Il trionfo di uno è il trionfo di tutti. Nel riconoscimento di ciò, ho l’onore di conferire la laurea di Dottore dell’Università di Montreal a Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I, Eletto di Dio, Leone Conquistatore della Tribù di Giuda.”
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Haile Selassie I - Insegnamenti

Il Messaggio del Re per la Comunità Afro-Americana – 1963

“Non potremmo mai dimenticare l’aiuto che l’Etiopia ha ricevuto da parte dei Neri Americani durante la terribile crisi del 1935.
I Neri Americani hanno mostrato grande solidarietà per la nostra causa e ci hanno teso una mano di fratellanza. Quella fu la nostra grande ora di bisogno. Mi commosse sapere che gli Americani di discendenza Africana non abbandonavano i loro fratelli in battaglia, ma stavano dalla nostra parte. I legami che legano gli Etiopi ai Neri Americani sono storici e forti. Spero che questi legami persistano e siano rafforzati per il nostro vantaggio reciproco.
Seguiamo con il più grande interesse la lotta del popolo di colore degli Stati Uniti per conseguire uguali diritti e dignità umana, e continueremo a seguire il progresso di questa lotta con intensa pena e intenso piacere.
Pena perché il popolo di colore in America fa esperienza di disuguaglianza e persecuzione; piacere a motivo degli sforzi che adesso vengono compiuti negli Stati Uniti dai Neri stessi e dal governo per restaurare la libertà, i diritti e i privilegi della gente di colore, a cui sono stati così a lungo negati. Speriamo – e continueremo a lavorare per questo – nella veloce e soddisfacente soluzione del problema razziale negli Stati Uniti. Vogliamo che i nostri fratelli di colore in America sappiano che siamo con loro nella loro grande lotta per la giustizia.
Noi in Africa desideriamo il successo di questa lotta. Riaffermo personalmente la nostra basilare unità di proposito. Quello che noi Africani e gli Americani di colore cercano è identico. Entrambi desideriamo dignità e libertà e una fine all’oppressione e discriminazione basata sul colore.
La discriminazione viola i diritti umani fondamentali, viola le leggi di Dio e anche le leggi dell’uomo. Non posso enfatizzare troppo fortemente l’importanza che questo problema della discriminazione razziale ha nella mia mente. Io credo che sia i paesi dell’Ovest che i paesi dell’Est dovranno collaborare per rimuovere questo problema che è il flagello del genere umano.
Sono compiaciuto di notare che il Presidente Kennedy e il suo governo stanno facendo grandi sforzi per risolvere il problema razziale.
Vorremmo vedere più Americani di colore venire in Etiopia per lavorare ed aiutare il nostro popolo a sviluppare il nostro paese e migliorare gli standard di vita della nostra popolazione. Essi possono rendere una valida assistenza. Le nostre porte sono aperte. Sfortunatamente, pochi Afroamericani sono venuti sino ad ora, ma saranno calorosamente accolti.”
– Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I –
Intervista per la Rivista Statunitense Ebony
Dicembre 1963
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Haile Selassie I - Testimonianze

“Ebony” – Rivista Statunitense della Comunità Afro-Americana – 1963

Allan Morrison, Giornalista di “Ebony”, Rivista Statunitense della Comunità Afroamericana
Chicago, Usa
Dicembre 1963
L’Imperatore Haile Selassie è anche chiamato Re dei Re, Leone Conquistatore di Giuda, Eletto di Dio e Difensore della Fede. Un giornalista che ha incontrato l’Imperatore in Africa una volta osservò: ‘Quando volge quegli occhi su di te, hai una sensazione divertente come se ti stessi squagliando.’
(…)
‘Se esiste qualcosa come <<un’aria regale>>, l’Imperatore ce l’ha’, osservò un importante ufficiale del Dipartimento di Stato Statunitense, che accompagnò il monarca di un metro e sessanta nella sua visita di otto giorni negli USA.
(…)
In un fresco mattino d’Ottobre, l’Imperatore Haile Selassie ha compiuto in parte la profezia biblica che l’Etiopia avrebbe un giorno ‘steso le sue mani’. In quell’occasione, il piccolo uomo che per una sola drammatica ora nel 1936 divenne la coscienza del mondo, ha teso la mano della fratellanza a 20 milioni di Americani di discendenza Africana, incitandoli ad avere fede nel loro futuro come uomini liberi, e ad andare avanti con la loro corrente lotta per la libertà fino alla vittoria. Egli ha anche incitato i Neri Americani a riconoscere il loro coinvolgimento nella lotta dell’Africa contro il colonialismo.
La visita di stato di otto giorni dell’Imperatore (la sua seconda) agli Stati Uniti ha risvegliato immagini che ancora persistono dopo 27 anni, immagini di un monarca barbuto in groppa ad uno stallone bianco, alla guida di Etiopi scalzi contro l’esercito Italiano invasore. Lance Etiopi che duellano contro mitragliatrici Italiane. Pietre che sfidano il bombardamento aereo. Ardente patriottismo contro gas venefici. E l’Imperatore Haile Selassie che si appella alla Società delle Nazioni per aiuto, e che predice accuratamente che la caduta dell’Etiopia avrebbe fatto risuonare la campana della morte della Società.
Questo fu il mio secondo incontro con il leggendario Re dei Re. Il primo confronto ebbe luogo nel 1961 nello studio riccamente ornato del suo palazzo dorato ad Addis Ababa.
(…)
Il mio secondo incontro fu più breve. L’Imperatore Haile Selassie mostrò una rimarchevole compostezza sotto le domande a raffica, ed era pronto a continuare l’intervista a tempo indeterminato se i suoi impegni l’avessero permesso. Si scusò per la chiusura dell’intervista, spiegando che la città di New York aveva organizzato una parata per dargli il benvenuto, e doveva esserci. (…)
“L’Imperatore Haile Selassie è il 225° capo del più vecchio stato indipendente del mondo, una nazione di 3000 anni che, come è stato osservato, ‘è emersa quando l’Inghilterra e la Francia non erano state concepite, e gli Stati Uniti erano inconcepibili’. Ma mentre contempla l’esteso passato della sua nazione, il monarca di 72 anni non perde di vista il presente.”
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Haile Selassie I - Insegnamenti

L’Armoniosa Saldatura di Vecchio e Nuovo

“E’ un ovvietà che l’uomo sia mortale, ma i suoi conseguimenti durante il suo breve soggiorno sono vitali sia per la storia che lascia dietro di sé che per i benefici che ne trae la posterità.
Ciò è illustrato dal fatto che siamo in grado di soddisfare i requisiti del nostro tempo primariamente a motivo dei nostri antenati, che oltre a trasmetterci i benefici della tradizione, hanno versato il proprio sangue per salvaguardare l’indipendenza e l’integrità territoriale della nostra nazione.
In questa era, metodi, pensieri e idee moderne hanno soppiantato i vecchi modi; ma a motivo della nostra tradizione siamo stati in grado di muoverci con il ritmo dei tempi, e di mantenere ancora il nostro senso della proporzione. Sebbene molto sia stato votato all’ottenimento di un’armoniosa saldatura di vecchio e nuovo, in una maniera accettabile per tutti – la vecchia, la giovane e le future generazioni – rimane ancora molto da conseguire. A chi non piacerebbe vedere il suo neonato come un giovanotto di 5 o 10 anni ? Ma questo è contrario al piano della natura.”
– Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I –
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