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Haile Selassie I - Testimonianze

G. Sommi Picenardi – L’Illustrazione Italiana – 1930

“…proclamarono imperatrice la principessa Zauditù, ed elessero erede della corona Ras Tafari, figlio del grande Maconnen e cugino di Zauditù, ‘leone d’Etiopia e spada di Salomone’, noto per la sua saggezza politica, il suo valore militare e dai Lazzaristi francesi, che l’ebbero allievo, educato a un vibrante interesse per le cose europee. Anche in quella occasione, mentre si poteva già considerare arbitro del paese, Tafari diede prova d’ingegno sottile e di diplomatica finezza, volendo che il trono, offertogli dai suoi partigiani, venisse invece occupato dall’ultima superstite della famiglia di Menelik, che era appunto Zauditù … (…)

Da allora in poi (…) il Reggente Tafari esercitò continuamente quelle funzioni sovrane che oggi gli vengono di pien diritto attribuite, in seguito alla morte di Zauditù, assieme alla corona imperiale e al titolo di Negus Neghesti, ossia di Re dei Re.

L’opera di governo esercitata fin qui da Tafari può dirsi che proceda per tappe di continua civilizzazione del paese, nonostante le difficoltà create ad un rapido progresso dalla configurazione fisica del territorio e dagli immensi dislivelli culturali e psicologici di una popolazione che comprende il fastoso feudatario, superbo nella sua antichissima nobilità, e il selvaggio ignudo che vive nella macchia impenetrabile. Così si spiegano le molteplici difficoltà incontrate da Tafari nella sua lotta contro la perdurante vergogna della schiavitù. Tuttavia, il passato recente dà agio a bene sperare dell’avvenire dell’Abissinia sotto il nuovo Sovrano…” (…)

“L’Illustrazione Italiana”, 13 Aprile 1930, p.601 – Articolo di G. Sommi Picenardi

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