Franco Battiato una volta celebrò la Pasqua Etiope in una delle sue canzoni, e certamente si tratta di un argomento che merita di essere conosciuto ed approfondito, dacché è in grado di restituirci il senso spirituale originale di quello che qui è ormai smarrito in una consuetudine incosciente e morente.
In Etiopia, il tempo pasquale è introdotto dall’A’by Tzom (ዐብይ ጾም) ovvero il “grande digiuno” che precede la commemorazione della Passione e Resurrezione del Signore. Esso è uno dei 7 periodi di digiuno fondamentali comandati dalla tradizione: con i suoi 56 giorni di astinenza, si presenta come il più lungo digiuno nella storia di ogni religione, persino più lungo del Ramadan e delle altre Quaresime cristiane.
L’Aby Tzom è scandito in 8 settimane, a loro volta suddivise in 3 fasi distinte:
1) Nella prima settimana c’è il periodo preparatorio dello Tzome Herqal, ovvero la commemorazione dell’Imperatore cristiano Eraclio di Bisanzio, vincitore contro i Persiani che avevano trafugato la Croce di Cristo in Gerusalemme.
2) 6 settimane di Tzome Arba, ovvero la Quaresima, il periodo di 40 giorni che il Cristo compì nel deserto di Qorontos, vicino Gerico, ad immagine dei 40 giorni di digiuno compiuti da Mosè sul Sinai, per ricevere la Legge.
3) la Settimana dei Dolori (Semune Hemamat), ovvero quella in cui il Signore patì e morì.
Il digiuno etiopico impone astinenza completa da acqua e cibo dalla mezzanotte fino alle 15:00, o anche fino al tramonto in forma più rigorosa. E’ concesso un solo pasto, ma carne pesce e derivati animali sono vietati, così come i dolciumi più raffinati. Idealmente, colui che digiuna dovrebbe rinunciare anche alla sessualità, al fumo e alla musica (è concesso soltanto l’ascolto della beghenà e di canti spirituali dal tono doloroso).
Il Digiuno non è soltanto della lingua (non mangiare e non parlare carnalmente), ma anche dell’occhio (non guardare o immaginare cose carnali) e dell’orecchio (non ascoltare cose carnali).
Le 7 settimane della Quaresima Etiope sono caratterizzate da 7 differenti meditazioni spirituali, la loro domenica di inizio ha un nome specifico e sono legate ad aspetti ed eventi della vita del Signore.
1. Zewerede – ዘወረደ (7 Marzo): “Colui che scese”. E’ la fase preparatoria, e si medita sull’umile discesa di Dio sulla terra, sul Suo abbassamento al livello umano per la nostra salvezza, attraverso la Sua Incarnazione nel Ventre di Maryam.
2. Qeddest – ቅድስት (14 Marzo): “Santa”. Si medita sulla santità della vita e sulla dedizione ai valori spirituali, che il Signore insegnò nel Suo discorso della Montagna (Matteo 5) dopo essere entrato nel deserto ed essere stato tentato lì dal diavolo (Matteo 4). Egli ha praticato il digiuno come strumento di santificazione, dacché Adamo ed Eva caddero proprio per un cibo, e tramite il digiuno noi possiamo esercitare il controllo delle passioni carnali e riscattarci.
3. Mekwerab – ምኵራብ (21 Marzo): “Sinagoga”. Si ricorda quando, dopo il Suo miracolo alle nozze di Cana, il Signore andò nel Tempio di Gerusalemme e rimproverò violentemente i Giudei, secondo quanto narrato in Giovanni 2. Si medita sulla necessità di custodire pulito e ordinato il nostro Tempio corporale e mentale, discernere spirito e materia senza mescolarle indebitamente, e stabilire un equilibrio morale.
4. Medzagwe – መፃጕዕ (28 Marzo): “Paralitico”. Si ricorda quando il Signore guarì il Paralitico, che fu poi in grado di sollevare il suo lettino e andare via agilmente con esso, secondo quanto narrato in Giovanni 5. Si medita sulla radice spirituale di ogni malattia fisica, e la possibilità di guarire effettivamente attraverso la preghiera e l’esercizio della fede.
5. Debre Zeyt – ደብረ ዘይት (4 Aprile): “Monte degli Ulivi”. E’ uno dei titoli con cui viene definita la Seconda Venuta di Cristo, dacché Egli insegnò riguardo ad essa in quell’area di Gerusalemme, secondo la narrazione di Matteo 24. Il Cristo deve tornare una seconda volta nella Potenza della Resurrezione, sconfiggere l’Anticristo e regnare corporalmente sul mondo per 1000 anni: alla fine di questo periodo, proclamerà la resurrezione universale e giudicherà definitivamente l’umanità.
6. Gebr Hier – ገብር ኄር (11 Aprile): “Servo Buono”. Si riferisce alla parabola narrata dal Signore in Matteo 25, in cui il buon servo, che ha amministrato saggiamente i talenti donatigli dal Padrone, li fa fruttare e restituisce con l’interesse, ricevendo la Sua lode. La parsimoniosa e produttiva amministrazione del nostro “capitale” spirituale e materiale è al centro di questa meditazione.
7. Niqodimos – ኒቆዲሞስ (18 Aprile): “Nicodemo”. Si fa riferimento a quando Nicodemo, uno dei capi dei farisei, andò di notte, di nascosto, ad interrogare il Cristo riguardo ai misteri spirituali, secondo quanto narrato in Giovanni 3. Il Cristo rimprovererà la carnalità del suo pensiero e lo istruirà riguardo alla necessità della rinascita battesimale per ottenere la salvezza. Battesimo che è la partecipazione spirituale alla morte e resurrezione del Cristo che si andrà a celebrare nella settimana successiva e finale.