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Haile Selassie I - Vita e Opere

Haile Selassie I ad Orvieto e Viterbo – 9 Novembre 1970

“La giornata di ieri, domenica, ha avuto uno spiccato carattere turistico. L’imperatore, accompagnato dal ministro degli Esteri, on. Moro, poco prima delle 11 è giunto in automobile a Orvieto, percorrendo l’Autostrada del Sole per un buon tratto. C’era molta folla ad aspettarlo a Orvieto, e le accoglienze sono state più che festose.
L’ospite ha visitato i principali monumenti della città, e quando si è affacciato a un balcone per ammirare la facciata del celebre Duomo, la folla lo ha acclamato a lungo. Ogni qualvolta la cordialità popolare travalicava i limiti posti dal cerimoniale, Haile Selassie non se ne adontava. Sorrideva anzi, e alle autorità preoccupate diceva con un sorriso: ‘ça va, ça va’.
La città di Orvieto ha fatto alcuni doni all’imperatore. Quello che egli ha apprezzato in modo particolare, per il suo significato simbolico, è un’icona etiopica. Trentacinque anni fa, mentre si aggirava tra le macerie di una chiesa bombardata nel Tembien, un ufficiale italiano, il signor Giovanni Battista De Monte, trovò quell’immagine sacra ridotta molto male. Provvide a restaurarla e al momento del suo rimpatrio in Italia dall’Etiopia, nel 1947, si portò appresso l’icona. Il De Monte risiede ora a Empoli. Quando apprese che il Negus si sarebbe recato a Orvieto, decise di fargli omaggio di quel suo ricordo di guerra.
Nella tarda mattinata il lungo corteo di automobili è arrivato a Viterbo, ha percorso a passo d’uomo le buie stradine del quartiere medievale e ha sostato davanti alla Prefettura. Anche a Viterbo molta folla, piena di curiosità e di cordialità. È seguita una colazione a Bagnaia, nella Villa Lante: quarantacinque coperti. Fu costruita, quella villa, su progetto del Vignola nel corso di un intero secolo, tra il 1477 e il 1578. I giardini all’italiana sono tra i più splendidi e armoniosi del Rinascimento: molte fontane – anche del Giambologna – cascate e giochi d’acqua a ogni passo, e ognuno più bello dell’altro, con gran dispiego di ingegnosità e di fantasia.
L’imperatore conversava in francese con l’on. Moro, spesso sorrideva ammirato. Peccato che il cielo fosse coperto, e umida l’aria, si rammaricava il ministro italiano. E l’imperatore scuoteva il capo, rispondeva: ‘ça va, ça va’.
(“La Stampa”, 9 Novembre 1970)
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Arte Visiva Haile Selassie I - Vita e Opere

Le Nozze d’Oro dell’Agnello

Francobolli per l’anniversario d’oro (50 anni) del matrimonio tra il Re e la Regina (1911-1961).

Si vedono al centro le fedi intrecciate dallo Spirito Santo sotto forma di colomba.

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Meditazioni

Il Terzo Occhio / L’Occhio della Mente

“E’ l’occhio interiore, più che il possesso della vista, che è necessario per l’acquisizione dell’educazione. L’educazione è un mezzo che alleva e coltiva il potere di osservazione, la lungimiranza e l’abilità di giudicare di ognuno. Il ritardo e la cecità della mente costituiscono la più grande afflizione dell’umanità.”

— Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I —

L‘Occhio Interiore, o Terzo Occhio, o Occhio della Mente, è il primo punto che tocchiamo quando facciamo il Segno della Croce.
In esso dimora la percezione personale della coscienza e il fondamento spirituale del corpo.
Da esso tutti i sensi e tutte le visioni fisiche si originano, e ad esso ritornano quando si sommano e sintetizzano.
Da esso parte il comando della volontà e la guida dello spirito sulla carne.
Se i due occhi fisici sono i due Piatti delle Bilance, esso è il Fulcro e l’Ago, che di due fa uno. In questo si rivela la posizione della mente libera, in equilibrio tra spirito e corpo, 5 pensieri buoni e 5 pensieri cattivi.
Conoscenza ed educazione lo vanno a nutrire e rafforzare, lo allevano come un figlio e lo coltivano come una pianta, che cresce, fiorisce e fruttifica.
Si esprime in tre poteri di visione: l’osservazione, che è il microscopico; la lungimiranza, che è il telescopico; e il giudizio, che ne è la sintesi.
Soltanto il Terzo Occhio può vedere sé stesso, nel mistero della riflessione speculare. Quando si apre, si vede solo, che tutto vede ma non è visto, se non da sé stesso.
Molti ritardano questa esperienza drammatica, e si attardano nel tempo, moltiplicando le doglie per farli venire alla luce.
L’ignoranza è il demone più tenace e resistente, poiché persino il saggio sa di esserne affetto.
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Haile Selassie I - Profezie

L’Istituto Luce Immortalò l’UNO (ONE) – 1930

Foto del 2 Novembre 1930, Incoronazione di Haile Selassie I ad Addis Abeba.

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Haile Selassie I - Profezie

L’Icona di Santa Caterina sul Monte Sinai

A sinistra l’Imperatore Haile Selassie I nel 1924 in Italia, in visita ufficiale.
A destra “Cristo Pantocratore” (dominatore di tutto) un’icona del 5° o 6° secolo dopo Cristo, scoperta da George Soteriou nel 1930 (anno dell’Incoronazione) nel Monastero Ortodosso di Santa Caterina sul Monte Sinai, lì dove Mosè vide il Volto di Dio.
L’icona riporta un’inusuale Cristo con i capelli corti – descrivendolo nel Suo carattere imperiale (pantocrator) – ed è una delle più antiche rappresentazioni artistiche esistenti del volto di Iyesus.
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Haile Selassie I - Insegnamenti

Haile Selassie I ha parlato di Dante Alighieri

“Ho desiderato celebrare la figura di Dante Alighieri perché è una figura universale illustre e ammirata dall’intero mondo. Noi proprio per questo desideriamo che tutti i lavori di Dante vengano tradotti in lingua amarica, per farli conoscere al nostro popolo.” (23 Marzo 1966, Intervista a M. Tremaglia)

“Accogliamo questa opportunità di essere presente qui oggi per inaugurare la Mostra presentata dal Governo Italiano in commemorazione del 700esimo anniversario della nascita del poeta immortale, Dante Alighieri. E’ un’occasione in cui siamo chiamati a guardare indietro su un vasto periodo di storia e dimorare per un momento sulle grandi maree di cambiamento che si sono formate e che hanno travolto il mondo nei sette secoli da quando il genio di Dante fu dato all’umanità.

Durante gli anni della vita di Dante e attraverso la sua magnifica ‘Divina Commedia’, che ha la Nostra profonda ammirazione, i primi bagliori del Rinascimento, il grande risveglio dello spirito umano che ha così tanto trasformato la natura della vita sul pianeta, si mostrarono innanzi. Dal tempo di Dante in poi le immense forze dell’intelletto e dell’immaginazione umani vennero dirette con crescente concentrazione ed effetto sulla natura dell’uomo e le sue relazioni con i suoi simili e con il mondo.

I brillanti conseguimenti realizzati durante in Rinascimento – e in verità lungo tutta la storia ricordata – portano fedele testimonianza del genio e della capacità dell’uomo. Qui in Africa, in questo stesso secolo, un’ulteriore testimonianza di queste qualità si sta dispiegando dinanzi ai nostri occhi. L’Etiopia e i suoi stati sorelle stanno ora esperendo il proprio rinascimento, ricreando dalla loro antica e gloriosa civiltà una nuova via di vita e speranza. Il grande fermento intellettuale che si è affermato di questo continente fornisce un forte parallelo moderno al grande risveglio dell’Europa che ebbe inizio in una piccola città della Toscana, così tanto tempo fa.” (11 Marzo 1966)

“La Divina Commedia di Dante, anche se Noi non l’ammirassimo, è un’opera colossale che tutto il mondo conosce ed ammira. Tuttavia, ciò che più amiamo e ricordiamo più volentieri, sono i versi : ‘non ti curar di loro ma guarda e passa’.” (1962 Intervista a Gianni Bisiach)

“Tra i poeti, Sua Maestà Imperiale preferisce Dante” (Informazioni per la Stampa, testo in italiano del governo imperiale del 1967)

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Haile Selassie I - Video

RAI – XX Secolo – L’Imperatore d’Etiopia – di Gianni Bisiach 1996

Rotocalco di Gianni Bisiach andato in onda sulla Rai nel 1996. Puntata interamente dedicata alla vita dell’Imperatore Haile Selassie I.

 

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Haile Selassie I - Video

Incontro con l’Imperatore d’Etiopia – Gianni Bisiach – 1962

Enzo Biagi introduce l’intervista di Gianni Bisiach nel 1962 con Hailé Selassié, Imperatore di Etiopia. Il racconto della storia della nazione e della vita del Neguse Neghest, Re dei Re. Nella residenza imperiale, parla dei rapporti tra Italia e Etiopia, del contributo del lavoro italiano per lo sviluppo del paese e del suo impegno per l’unità africana. Il Negus passeggia nel giardino, circondato dai nipoti e dagli animali del suo piccolo zoo privato.

Documentario della RAI andato in onda il 25 Giugno del 1962

Regia di Gianni Bisiach.

 

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Haile Selassie I - Vita e Opere

La pandemia d’Influenza Spagnola – 1918

“Dal 10 Novembre al 9 Dicembre 1918, scoppiò in Addis Abeba e in tutte le altre province dell’Etiopia un’epidemia influenzale, e nella sola città di Addis Abeba morirono più di 10000 persone. Ma io, dopo essermi ammalato gravemente, fui risparmiato dalla morte per la bontà di Dio”.
(Autobiografia di Haile Selassie I, Volume I, Capitolo 9)
La gravissima pandemia dell’Influenza Spagnola, che si dice abbia ucciso dai 50 ai 100 milioni di individui tra il 1918 e il 1920, coinvolse anche il Re.
In quell’occasione rasò la testa per ragioni igieniche, e sebbene persino il Suo medico curante sia morto per il morbo, Lui si salvò e non fu neppure debilitato, confidando nella Bontà di Dio.
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Haile Selassie I - Testimonianze Liberazione Africana

L’inchino di Miriam Makeba

La grande cantante SudAfricana Miriam Makeba si inchina solennemente dinanzi ad Haile Selassie I nel 1963.

Miriam Makeba è stata un importante attivista panafricana, ed è recentemente morta in Italia, a Castel Volturno, dopo un concerto contro la camorra e a sostegno della comunità africana oppressa.

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