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Chiesa Ortodossa Etiope

Il Libro di Enok – Primo Libro della Bibbia e della Storia

Il Libro di Enok è il primo libro biblico dato da Dio all’uomo nella storia, prima del diluvio universale. E’ scritto che Noè portò con sé questo libro nell’Arca.
E la tradizione etiopica ci dice anche che questo è il primo libro della storia in assoluto, poiché Enok, scriba di Dio che scrive sul Libro della Vita, fu il primo a conoscere i misteri della Scrittura, e il Signore lo portò nei cieli per contemplare la forma delle lettere: prima di allora, infatti, esse venivano soltanto pronunciate, e la tradizione profetica si tramandava soltanto oralmente.
In questa veste, Enok è conosciuto presso gli Egiziani come Toth (L’Ibis che ha il becco come una penna) o Ermete Trismegisto presso i Greci, da cui poi uscirà il nome Idrissa (tris), con cui è descritto nel Corano. Egli era Etiope, 7° discendente di Adamo l’Etiope, così come tutti i padri primordiali sino a Noè.
Sebbene gli Occidentali abbiano completamente rimosso questo testo dal loro canone biblico, ancora lo troviamo citato esplicitamente nella lettera di Giuda: “Profetò anche per loro Enok, settimo dopo Adamo, dicendo: ‘Ecco, il Signore è venuto con migliaia e migliaia dei suoi angeli per sottoporre tutti a giudizio, e per dimostrare la colpa di tutti riguardo a tutte le opere malvagie che hanno commesso e a tutti gli insulti che, da empi peccatori, hanno lanciato contro di lui’.” (Giuda 1, 14-15). Se dunque gli apostoli leggevano questo testo con autorità profetica, com’è possibile che sia scomparso dalla Bibbia delle Chiese Apostoliche ?
In verità, questo testo fondamentale (cronologicamente il primo della Bibbia) è custodito dalla sola Chiesa Etiope, e lo conosciamo integralmente soltanto in lingua Etiope. Per questa ragione, la Bibbia Etiope si rivela l’unica Bibbia completa del mondo, oltre che la più antica.
Il testo, citato abbondantemente nell’escatologia neotestamentaria, è fondamentale per comprendere la teologia messianica regale e l’idea di un regno di libertà (millenarismo) governato personalmente da Cristo sulla terra.
Molti padri apostolici e molti esponenti delle comunità cristiane dei primi secoli parlano del Libro di Enok e testimoniano a favore della sua canonicità. Fu perciò rimosso e occultato successivamente, poiché considerato pericoloso per il sistema politico filo-imperiale della chiesa romanizzata, e per la sua falsificazione spiritualistica ed eurocentrica della fede.
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Radici Africane

La Madonna Etiope di Tindari – Nigra Sum Sed Formosa

Madonna Nera con Cristo Nero nel Santuario Cattolico di Tindari, Sicilia.
Sotto i piedi della Vergine, la scritta: NIGRA SUM SED FORMOSA.
E’ una citazione della Bibbia in latino, precisamente dal Cantico dei Cantici di Salomone 1,5. “Io sono nera e bella” c’è scritto nell’originale etiopico e greco; il latino di Gerolamo sostituisce la congiunzione “e” con “ma” (SED), a riflesso della tipica mentalità razzista di Roma.
La persona che parla nel Cantico dei Cantici è la Regina Makeda di Saba ed Etiopia, e l’intero cantico è dedicato alla descrizione dell’amore tra Salomone e Makeda. Tradizionalmente, viene anche interpretato come un allegoria dell’amore tra Cristo e Sua Madre, che viene dunque identificata con l’Etiope, Etiope proprio come la moglie di Mosè e come la Terra Originale nostra madre.
E come vediamo rappresentato nella statua, Etiope sarà anche il figlio che da Lei uscirà.
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Meditazioni

La Creatura più Eloquente

La tradizione ci insegna che, nel primo giorno, il Signore fece le prime 7 opere della creazione in silenzio, fino alla luce, quando parlò e la sua voce emerse dalle tenebre del silenzio, e creò la luce come ottava creazione del primo giorno.
Questo ci ricorda che il silenzio precede la parola e la prepara, e che soltanto chi padroneggia il silenzio, imparando ad ascoltare, può diventare pienamente padrone della parola e maneggiarla con autorità.
Nel primo giorno Egli dunque creò gli esseri parlanti, gli angeli, senza parlare Egli Stesso.
Invece, nei giorni successivi avrebbe creato molti esseri non parlanti o privi di parola razionale, come i vegetali e le rocce e gli animali, parlando Egli Stesso.
Fino al Venerdì. Quando creò l’uomo come un essere parlante e razionale, parlando Egli Stesso.
E’ per questo che l’uomo è la creatura eloquente di Dio, quella che parla più di tutte.
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Babilonia

Il Mosè “Cornuto” a Roma

Sapevate che la chiesa cattolica ha per lungo tempo, in accordo alla tradizione latina, raffigurato Mosè con corna di diavolo ?
Guardate il dettaglio del celebre “Mosè” di Michelangelo. Ovviamente, si tratta di una rappresentazione anti-biblica e falsificata, ma la storia di questa curiosa interpretazione è molto illuminante riguardo alla stessa natura della Chiesa Cattolica e della sua fede.
La causa è nella traduzione latina della Bibbia fatta dal celebre Gerolamo, la cosiddetta “Vulgata” , che presenta un gravissimo fraintendimento. In Esodo 34:29, laddove la Bibbia Etiopica, così come tutte le altre versioni antiche, riporta:
“Quando Mosè scese dal monte Sinai con le due tavole nelle sue mani, non sapeva che il colore del suo volto fosse stato glorificato mentre parlava con Dio.”
Gerolamo invece dice:
“Cumque descenderet Moyses de monte Sinai, tenebat duas tabulas testimonii, et ignorabat, quod CORNUTA ESSET FACIES SUA ex consortio sermonis Domini”.
Ha detto, perciò, che la faccia di Mosè era diventata “cornuta” mentre parlava con Dio. Perché l’abbia fatto è oggetto di supposizione, probabilmente un fraintendimento dall’ebraico “qaran” che significa “raggiante” ma richiama nella radice “qern”, corno. Tuttavia, gli Ebrei non hanno mai interpretato l’iconografia di Mosè in questo modo, e la traduzione greca della Septuaginta è totalmente priva di tali riferimenti.
Ecco, un esempio perfetto per comprendere che la loro traduzione, così come la loro tradizione, è un tradimento (stessa parola).
E mettono le corna allo Spirito di Dio, e rendono i profeti diavoli. Specialmente nel caso della Chiesa Romana, che ha completamente dimenticato tutte le prescrizioni di Mosè e che mangia porco con entusiasmo e passione, il fenomeno sembra pieno di senso culturale.
Ed è “il colore del volto di Mosè” la radice letteraria di tutto questo, a denunciare simbolicamente la falsificazione del volto di Cristo e dei profeti, e l’artificiale “romanizzazione” e “sbiancamento” di una cultura afro-orientale.
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