

Donna come danno
diceva il goliardo
sorride lo sguardo
verità sullo sfondo
come Dan odo
serpente immondo
che si legò
a te nel simbolo
dell’oltraggio,
è dannato
in principio
il dolore che infondo
sul debole orgoglio
dell’uomo maschio
lo rendi schiavo
col peggior laccio
esaltato un giorno
miserabile l’altro,
muta nel corso
come luna in vorticoso
frenetico passaggio
copro e scopro
il tuo volto corposo
lo avvolgo e soffro
nel desiderio
di un abbraccio,
mille a contenderlo
scoppiano in conflitto
armato
la gelosia d’un tesoro
caverna d’oro
ti chiama nell’antro
tetro, buio pozzo
e forse vi cado
dentro, pazzo.
Donna come danno
la vita, il cibo, il grembo
istinto generoso
adotta l’orfano
lascia succhiare il seno
e consola il disperato
apre la porta
al diseredato
anche a quello
che non voglio,
e perdo il senno
e perdo il sonno
nel ricordo
del tuo dono
quanto ti amo
quanto amore ricevo
e perdòno,
più dell’Otto di Marzo
la tua festa è ogni giorno
in cui viene al mondo
un uomo solo
che non può
fare a meno
del tuo bacio
del tuo braccio
l’invisibile osso
del tuo coraggio.
Donna come danno
sei tu che schiacci
la testa del malvagio
che lo spedisci
nel Siòl
col calcagno
senza nemmeno guardarlo
Maryam e Menen chiamo
misericordia e giudizio
riposano
sul Loro palmo,
passa il tempo
e mi rendo conto
con contegno alto
è Lei l’ultimo passo
che Jah ha creato,
il definitivo compimento
glorioso coronamento
del cosmo santo
come l’ha disegnato.
“Il timore del Signore è il principio della sapienza” (Proverbi 1, 7)
Senti timore
quando le cose
si fanno serie
e scorre la vibrazione
l’adrenalina
dread
come la paura
nel tremore
cominci a capire,
la tua vita
è appesa a un filo
che non puoi vedere
un respiro troppo forte
ti può seppellire
la volontà di Dio
è imprevedibile
e letale
può sempre colpire
senza rumore,
ti stai giocando
l’opportunità
dell’eterno piacere
ed eterno patire
c’è un mortale tribunale
a giudicare
con l’accusatore
infernale
pronto a trascinarti
in prigione
a marcire,
allora smetti
di vaneggiare
e scherzare
ti accorgi che tutto
è stupidità
senza valore
che le tue scarpe nuove
non ti faranno resuscitare
né riuscire,
che prima o poi
dovrai lasciare
tutto alle spalle
e tornare
nudo come sei arrivato
dal ventre
della genitrice,
tutto è destinato
ad essere
perduto
almeno
per un istante
solo Uno ha senso
è il principio basilare
per costruire,
e non disperdere
non poggiare
sul labile
fondamento
che svanisce
ma coronare
la solidità
dell’origine
imparando a dirigere
il sentire,
non più tremare
ma danzare
nel ritmo
del canto universale
invisibile
divenire
tu stesso parte
di quel Mistero
Terribile
che lo stolto
non osa pensare
né dire.