Tratto dalla sua autobiografia “Il lungo cammino verso la libertà” (1995)
“L’Etiopia ha sempre avuto un posto speciale nella mia immaginazione, e la prospettiva di visitare l’Etiopia mi attraeva molto di più che un viaggio in Francia, Inghilterra e America insieme. Sentivo di visitare la mia propria genesi, dissotterrando le radici di ciò che mi rende un Africano. Incontrare Sua Altezza, l’Imperatore Haile Selassie d’Etiopia, sarebbe stato come stringere la mano alla storia.” (…)
“Qui, per la prima volta nella mia vita, stavo assistendo a dei soldati neri comandati da generali neri, applauditi da leader neri che erano tutti ospiti di un capo di stato nero. Fu un momento inebriante. Sperai soltanto che fosse una visione di quello che si trovava nel futuro del mio proprio paese.” (…)
“La conferenza fu ufficialmente aperta da colui che ci ospitava, Sua Maestà Imperiale, che era vestito con un’elaborata uniforme militare broccata. Fui sorpreso di quanto l’imperatore apparisse piccolo, ma la sua dignità e confidenza lo facevano sembrare come il gigante Africano che era. Era la prima volta che assistevo all’opera di un capo di stato attraverso le formalità del suo ufficio, e ne fui affascinato. Egli stava perfettamente dritto, ed inclinava la sua testa soltanto lievemente per indicare che stava ascoltando. La dignità era il marchio distintivo di tutte le sue azioni.“