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Haile Selassie I - Leggi e Governo

L’Educazione è il Vero Fondamento dello Stato

Il Re Haile Selassie I ha insegnato al mondo i principi universali della rettitudine politica. Quei principi che valgono per tutti i regni della terra, qualora vogliano esercitare un governo di libertà e giustizia sul mondo, in accordo alla Legge di Dio.

Il primo principio che ci è stato insegnato è che il fondamento dello Stato, così come di ogni realtà esistente, è l’Educazione, la Conoscenza, così come è scritto nel Vangelo di Cristo: “In Principio era Il Verbo” (Giovanni 1,1). L’Educazione, nelle parole del Re, dovrebbe essere “il concernimento primario” del Capo dello Stato. E’ infatti la Conoscenza che permette ad ogni strumento teorico e fisico di essere applicato nella correttezza morale e tecnica, e questo dovrebbe essere il principio predominante di un governo competente.

E’ proprio per questa ragione che la Repubblica Italiana è stata stabilita da una congregazione di dottori politici per mezzo di un documento scritto, la COSTITUZIONE, dopo lunghe sessioni parolose di PARLAMENTO. L’articolo 1 di quella costituzione, tuttavia, dice che la Repubblica è fondata sul lavoro, e non fa alcuna menzione prioritaria dell’Educazione.

In verità, se non sono stato educato prima, non posso lavorare correttamente, ed è per questo che i bambini vengono mandati a scuola e non in cantiere. In questa prospettiva, il lavoro è un attività di compimento, non di fondamento, e già il primo articolo di quel documento mostra un gravissimo errore analitico.

Forse la nostra costituzione, scritta da un manipolo eterogeneo di comunisti, cattolici, repubblicani e mafiosi (c’era pure Andreotti tra i padri costituenti) non è proprio la più bella del mondo, come vorrebbe una certa propaganda. Forse è il caso di ripartire dai fondamentali più semplici della dottrina, di ridisegnare la nostra società cominciando dalla comprensione di cosa deve stare davvero al primo posto per rendere l’edificio sociale stabile, e produrre il lavoro che il Primo Maggio si festeggia, ma non ci sta e non è in grado di sostenere alcun edificio politico.

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