“Entrate nella porta stretta, poiché larga è la porta ed estesa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Proprio stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano.”
Matteo 7, 13-14
La moltitudine
s’affolla
nella piazza
scherza
tra le luci
della movida
che impazza
veste la marca
più in voga
la moda
dei loro standard
sorseggia
la birra
più visualizzata
canticchia
Babilonia
è più facile
cedere
alla farsa
che rifiutarla,
comoda
e ampia
via Roma
si passa
in massa
sotto l’Arco
in marmo
di Massa
come aggrada
la mamma
il parroco
la sovrintendenza
li pascola,
un gregge
marchiato
con la loro targa
non entrerò
nella prostituta
larga
c’è un porta
ignorata
dalla loro danza
defilata
in un angolo
buio
della strada
senza illuminazione
a festa
senza insegna
pubblicitaria
in evidenza,
devi cercarla
puoi superarla
soltanto
uno alla volta
come
la morte
quando ti chiama
ispira
sudditanza
timore
poca importanza
difficoltà
superiore
una nobiltà
che non vale
più mezza
calza
scoraggia,
di vanità
ne hai abbastanza
compare
per entrare
ti devi piegare
a una certa
altezza
dimentica
la cresta
devi imparare
la prostrazione
al Signore
della Creazione
e ubbidienza,
a stare da solo
nell’interiore
dell’esistenza
a non badare
alla sociale
apparenza
basta
con la baldanza
con la carnalità
per il ventre
della ragazza,
fatti piccolo
come l’infanzia
che un puro poppante
senza malizia
riparta
con una nuova vita
fatta di speranza
si arriva
al Paradiso
che spazia
ad oltranza,
l’altra
invece
l’attende
l’angusta
stanza
in cui
ci si divora
con arroganza
la prigione
della coscienza
è frutto
di quell’ignoranza
chi si abbassa
s’esalta
e chi si esalta
s’abbassa.